Il Diamond
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Settima udienza senza offerte

Diamond, l’asta va ancora deserta. E il prezzo crolla da 11 milioni a tre e mezzo

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
Nulla sembra muoversi all'orizzonte. Ed è lecito chiedersi fino a quanto dovrà scendere il prezzo della struttura per destare l'interesse di qualche imprenditore. Sempre che una volontà in questo senso esista davvero
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Tutti lo vogliono, ma nessuno lo piglia. È il triste destino del Diamond, il grande (ex) centro sportivo – a lungo fiore all’occhiello della città – che ha dato ai coratini e non solo la possibilità di praticare nuoto e tanti altri sport.

Com’è noto, la struttura di via Gravina – da anni in condizioni di abbandono e oggetto di numerosi incendi e atti vandalici (l’ultimo rogo risale all’inizio di gennaio), il 16 ottobre 2019 è stata messa in vendita tramite un’asta giudiziaria. Da quel giorno si sono succedute ben 7 udienze, tutte andate deserte. Come quella del 18 gennaio scorso – ultima udienza in ordine di tempo – alla quale nessuno ha presentato offerte.

Nel frattempo, il trascorrere degli anni e dei tentativi di vendita ha determinato un crollo del prezzo. Se nel 2019 per i 21.380 metri quadrati che compongono il centro, il prezzo base indicato nella perizia – eseguita su disposizione dei giudici – era di 11 milioni e 291.742 euro (cifra corrispondente al valore dell’immobile al netto delle decurtazioni relative allo stato di fatto in cui si trova), dal 20 luglio scorso il prezzo è sceso quasi del 70%, arrivando a 3 milioni e 573.000 euro.

La decurtazione del prezzo è avvenuta progressivamente nel tempo: dagli oltre 11 milioni, il valore è scalato prima a 8.468.806,50 euro, poi a 6.352.000 e quindi 4.764.000, fino ad arrivare alla quotazione attuale che prevede, per gli interessati, una offerta minima di 2.680.000 euro.

C’era una volta il Diamond: ecco com’è ridotto all’interno l’ex centro sportivo

Oltre, probabilmente, alle dimensioni mastodontiche, ciò che penalizza maggiormente il Diamond è lo stato in cui versa. L’effetto dell’abbandono prima e della mano di vandali, ladri e incendiari poi, ha infatti messo l’intera struttura in ginocchio.

Come si può vedere in un video che circola in rete (visibile in basso), nei locali non è rimasto quasi più nulla. I detriti sono dappertutto, le vetrate sfondate, i quadri elettrici sventrati come il controsoffitto e molti muri, a volte “decorati” da simil graffiti.

Le piscine dove le vigorose bracciate di coratini e non la facevano da padrone, ora sono colme di rifiuti e resti di chissà cos’altro. Anche la piscina esterna è nelle medesime condizioni. Gli spogliatoi sono distrutti e persino la scalinata, di fatto, non esiste più, visto che dai gradini sono stati asportati tutti i marmi. E chissà cosa ne è stato della palestra e delle sale da ballo, “risparmiate” dalle inquadrature.

Nell’ottobre scorso, durante i preliminari di un consiglio comunale, in merito ai ripetuti incendi appiccati nella struttura il sindaco De Benedittis affermò: «non sta a me dirlo, ma viene il pensiero che in qualche misura possano avere anche un origine dolosa. Questa è un ipotesi, un’illazione – precisò – ma è ovvio che non c’è autocombustione. Quale può essere la motivazione di un incendio doloso ripetuto all’interno di una struttura? Far scendere il prezzo, quindi un intento speculativo. Su questo dovremo essere molto attenti ed evitare che possa definirsi una situazione del genere».

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C’era una volta il Diamond: ecco com’è ridotto all’interno l’ex centro sportivo

Il futuro

Siepe e alberi del Diamond in fiamme
Siepe e alberi del Diamond in fiamme

Nulla sembra muoversi all’orizzonte. Ed è lecito chiedersi fino a quanto dovrà scendere il prezzo della struttura per destare l’interesse di qualche imprenditore. Sempre che una volontà in questo senso esista davvero.

Nei mesi scorsi si era timidamente parlato anche di una intenzione di acquisto con la partecipazione del Comune. Anche perché a pagina 11 del Dup, il Documento Unico di Programmazione del Comune, nel capitolo dedicato allo sport, si spiega che «permane la disponibilità dell’amministrazione ad approfondire possibilità di collaborazione pubblico/privato per il recupero del centro sportivo Diamond, così da creare una vera e propria cittadella dello sport e dotare la città di una piscina olimpionica che risponda a un bisogno diffuso della cittadinanza». Una volontà confermata anche a pagina 171 dello stesso Dup: nella sezione in cui si parla degli impianti sportivi viene ribadito che «si intende garantire la valutazione della possibile acquisizione e recupero dell’ex centro sportivo Diamond».

Sempre nel corso di un consiglio comunale, il sindaco De Benedittis ebbe modo di chiarire questo aspetto. «Ricordo a tutti che il Diamond è proprietà privata e sorge su suolo privato e non pubblico, come molti cittadini credono» spiegò il sindaco. «L’auspicio mio è che qualche imprenditore illuminato o una cordata di imprenditori possano eventualmente rilevare il Diamond così da poterlo ripensare e rilanciare. Bisognerà ovviamente capire se l’impianto, così com’era stato pensato all’epoca, possa reggersi oggi sul piano finanziario. Ma questo è compito di chi potrà domani andare a investire sull’acquisto».

«Si dirà: non lo può acquistare il Comune?» aggiunse De Benedittis. «No, perché dobbiamo fare i conti con le finanze pubbliche e con ciò che dicono gli orientamenti dei bandi legati alle attività sportive. Questi bandi, inclusi quelli del Pnrr, sono principalmente rivolti a privati che possono a loro volta ottenere il riconoscimento di attività pubblica da enti pubblici. È un discorso complesso sul quale si sta cercando di mettere insieme le tessere del puzzle. La questione primaria, però, resta quella dell’asta fallimentare».

martedì 24 Gennaio 2023

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Vito
Vito
1 anno fa

Mi sono venuti i brividi…. Davvero…. Trascorso la mia infanzia li, spero davvero che ritorni cosa era un tempo 🙏

coratino deluso
coratino deluso
1 anno fa

sono convinto che gli incendi, i furti e la distruzione sono solo atti di vandalismo, è lo stesso fenomeno delle auto bruciate. Mi auguro che ci sia una cordata di imprenditori che si prenda carico dell’acquisto, ristrutturazione e gestione di questa struttura che anche se semidistrutta, rimessa a nuovo può ancora dare tanto ai coratini.

carluccio
carluccio
1 anno fa
Rispondi a  coratino deluso

non illuderti.
per rimettere quella struttura a norma ci vogliono più soldi che per fare il ponte sullo stretto. allora si presenterà qualcuno quando il sito sarà messo all’asta intorno al milione di euro e ci sarà la possibilità di abbatterlo per creare un residence abitativo. ma ci vorrà tempo e modifiche del piano urbanistico.

Cirino Pomicino
Cirino Pomicino
1 anno fa

il fine giustifica i mezzi (anche se talvolta poco leciti)