La seduta

Consiglio comunale, opposizione mantiene numero legale. Nuovi problemi interni alla maggioranza

Giuseppe Di Bisceglie
Giuseppe Di Bisceglie
Consiglio Comunale
Arsale lascia anzitempo i lavori. Mastrodonato corre in aiuto per approvare il 17esimo punto
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La seduta fiume di consiglio comunale celebratasi ieri, come era prevedibile, ha portato con sé una serie di spunti di riflessione oltre che consentire di archiviare importanti passaggi della vita amministrativa che da tempo attendevano di essere risolti.

Dopo quasi 60 anni, finalmente, il consiglio comunale è riuscito ad approvare un nuovo regolamento edilizio comunale, aggiornato e in linea con le norme e le osservazioni dei tecnici. Un provvedimento richiesto da tempo soprattutto dagli operatori del settore che finalmente si è concretizzato con il voto dell’assemblea e dopo una serie infinita di incontri di commissione convocate dal presidente Michele Arsale.

Nella giornata di ieri, inoltre, si è finalmente definita la controversia con la Regeneretion Home di via Della Macina, con l’approvazione di una nuova convenzione, che autorizza alcuni ambulatori medici all’interno della struttura, e mette una pietra tombale su un braccio di ferro durato oltre un decennio e finito nelle aule di giustizia con il rischio, da parte del Comune, di dover corrispondere un importante risarcimento per i danni ricevuti dalla società. Rischio rientrato essendosi risolta la controversia. Un punto che è stato possibile approvare soltanto grazie alla presenza di due consiglieri comunali di opposizione: Gaetano Fuzio (UDC) e Vincenzo Mastrodonato (Azione) e presidente della commissione sviluppo economico. I due consiglieri sono riusciti a garantire il mantenimento del numero legale dopo l’uscita per possibile conflitto di interesse del sindaco, di sua sorella la consigliera Antonella De Benedittis e della presidente del consiglio comunale Valeria Mazzone, tutti con parenti coinvolti direttamente nella vicenda. È stato proprio Mastrodonato a salvare la causa, materializzandosi in aula solo per votare l’ultimo punto.

La doppia faccia del Partito Democratico

Quello di ieri è stato, inoltre, il consiglio comunale delle contraddizioni interne e dei panni sporchi lavati in pubblico. È stato il consiglio comunale in cui ciò che è rimasto del Partito Democratico si è ulteriormente frantumato con una netta presa di distanza di Addario Aldo dalla capogruppo Nadia D’Introno (che parla a nome del partito). L’atteggiamento del primo, ultimamente sempre più spesso in linea con la maggioranza al punto da elogiarne le virtù anche quando non richiesto, è in netta contrapposizione con la linea del partito e quindi della capogruppo D’Introno, quasi che si fosse generato un partito nel partito che si aggiunge alla restante parte del partito, quello di Palmieri e Concetta Bucci, che ha scelto di tagliare la corda e svincolarsi. Mentre dalla centrale, a lavori in corsi, arrivava una nota in cui si scriveva «Il Partito Democratico ritiene di non essere stato messo nelle condizioni di poter esprimere compiutamente le proprie posizioni rispetto ad alcuni punti all’ordine del giorno del consiglio comunale odierno» e si annunciava il non voto di alcuni punti, Addario si abbandonava ad una dichiarazione d’amore verso l’operato dell’amministrazione e prendeva, senza mezzi termini, le distanze dalla capogruppo, interpretando a suo dire anche il pensiero di «parte del partito» e scagliando contro la compattezza del gruppo consiliare un colpo difficilmente rimediabile. Nadia D’Introno è andata via a metà consiglio; Addario è rimasto sino alla fine votando sempre compattamente con la maggioranza.

La furia di Arsale

La maggioranza, però, continua a non stare tranquilla. Per un Addario ritrovato c’è un Arsale perduto. Il presidente della commissione urbanistica, esponente di Rimettiamo in Moto la città, anziché godersi il risultato del lavoro svolto in commissione e raccogliere l’approvazione storica del regolamento edilizio comunale ha abbandonato l’aula in polemica con l’amministrazione. Il consigliere comunale ha espresso parole severe, in linea con quelle riferite dalle forze di opposizione, stigmatizzando le convocazioni di urgenza e la mancanza di un dialogo interno rispetto ai temi che si vanno ad affrontare in consiglio comunale. Inconcepibile, ad avviso dell’esponente di Rimettiamo in Moto la città, il fatto che dettagli importanti della vita amministrativa debbano essere portati all’attenzione dei consiglieri soltanto in sede di consiglio comunale. Da qui la scelta di abbandonare l’aula e non partecipare ai lavori del consiglio. «I numeri ci sono, potete andare avanti» ha detto, quasi rassegnato. Una reazione che non lascia presagire nulla di buono e che ha costretto il capogruppo Di Bartolomeo a provare, invano, a rimediare goffamente non prendendo le difese del suo compagno di partito bensì dell’amministrazione comunale. Insomma, un altro gruppo politico da restaurare.

Gli auguri di Tarantini

I lavori del consiglio si sono chiusi con la bellissima immagine del consigliere Benedetto Tarantini che ha presieduto i lavori dell’aula in qualità di consigliere anziano durante la trattazione dell’ultimo punto. Un momento di dialogo sereno e produttivo come non si vedeva da tempo. E gli auguri di pace, mossi dal banco della presidenza, sono l’auspicio di una ripresa migliore per tutta la città.

mercoledì 28 Dicembre 2022

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franco
franco
1 anno fa

dopo quasi 60 anni! cioè intere generazioni di cittadini hanno sottostato ad un piano vecchio e stravolto dalla progressione inevitabile della città.- ma adesso si andrà avanti o no ?

franco
franco
1 anno fa

dopo quasi 60 anni vuol dire che il regolamento edilizio in atti ha contribuito alla vita -in meglio o in peggio- di intere generazioni di cittadini.- forse era ora di cambiarlo o almeno adattarlo alla vita di una città del 2022!

Janis
Janis
1 anno fa

Finalmente a Corato qualcosa si muove, nonostante l’ostruzionismo di gente che ci tiene in ostaggio da decenni

Giuseppe Cannillo
Giuseppe Cannillo
1 anno fa

Ma il consigliere che è andato in soccorso di questa amministrazione è lo stesso che eletto in Fratelli d’Italia sottoscrisse il 05-09-2019 ore 12,05 la sfiducia al Sig. SINDACO D’INTRONO? Lo stesso che nelle consultazioni successive al commissariamento è stato eletto con Forza Italia? Che in consiglio comunale attualmente è nel gruppo misto ma in realtà rappresenta AZIONE? Ho necessità di avere conferme in quanto ho intenzione di prendere lezione di politica, coerenza e dignità per un futuro impegno politico.

G. R.
G. R.
1 anno fa

A CASAAAAAA E SUBITO !!!!! Questo andazzo non giova assolutamente a questa città. Ormai è chiaro, non c’è più voglia di garantire prosecuzione a questa inutile, infruttuosa e incompetente amministrazione. Il fallimento del “progetto DE BENEDITTIS” è evidente si torni alle urne e basta.

S s
S s
1 anno fa

Su tante buone notizie, il titolista ha deciso di evidenziare l’unica nota stonata. E non è la prima volta. Mah…

Gaetano Bucci
Gaetano Bucci
1 anno fa

Questa amministrazione De Benedittis, che perde pezzi e fa acqua da tutte le parti, è costretta a ricorrere al sostegno delle opposizioni per andare avanti. Senza, si scioglierebbe come neve ad agosto.
L’ultimo consiglio comunale ha mostrato come sia stato issato ancora più in alto il vessillo del più sfacciato trasformismo, del più bieco nepotismo e del più sottile clientelismo.
Quei vizi, che De Benedittis e il “suo partito” denunciavano prima ai loro avversari e contro i quali a parole hanno costruito il loro successo elettorale, sono diventati i loro vizi. Anzi si sono ingigantiti, anche in considerazione del nulla espresso per migliorare le condizioni concrete di Corato da quando sono al potere.
Rispetto al servizio reso alla città è esattamente vero il contrario perché quel suolo fu dato in concessione, praticamente quasi “regalato” perché lì fossero allocati servizi sociali e assistenziali non sanitari, magari in concorrenza con quelli pubblici. Ora dei servizi sociali, dell’uso sociale e gratuito di quello spazio non rimane più niente.
È così che si fa il bene della città o piuttosto non si garantisce a condizione di favore una impresa economica per la quale altri ed in altri settori investono e mettono a rischio i propri capitali?
Che poi questa amministrazione si autodefinisca di centrosinistra, anzi di sinistra, che dovrebbe avere a cuore gli interessi collettivi più che quelli privati, è solo un inganno, una beffa, una vergogna.
Che gli imprenditori della struttura facciano tutto il possibile per trarre nuove opportunità è nell’ordine delle cose, comprensibile addirittura secondo una certa logica di impresa tutta italiana che costringe i privati a certi mezzi piuttosto che garantire loro ampie possibilità di investire e di produrre in beni e servizi. Purtroppo viviamo a Corato da decenni in cui, usando una metafora, bisogna inventarsi il ladro per giustificare la guardia.