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Coldiretti puglia, perso 52% dell’olio pugliese. Se ne consumano almeno 8 kg a testa

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Con il crollo della produzione pugliese (-52%) si dice addio ad 1 bottiglia su 2 di olio extravergine Made in Puglia, mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole
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Con il crollo della produzione pugliese (-52%) si dice addio ad 1 bottiglia su 2 di olio extravergine Made in Puglia, mentre l’esplosione dei costi mette in ginocchio le aziende agricole e per l’inflazione generata dal conflitto in Ucraina volano sugli scaffali i prezzi al dettaglio. È quanto emerge dall’esclusivo Dossier “2022 fra clima e guerra, nasce l’olio nuovo” di Coldiretti e Unaprol su dati Ismea, diffuso in occasione della Giornata Mondiale dell’Ulivo, con iniziative nei mercati di Campagna Amica in Puglia, a Lecce, Brindisi e Taranto.

La produzione della Puglia nel 2022 – riferiscono Coldiretti e Unaprol – crolla a circa 86 milioni di chili, in netta diminuzione rispetto alla campagna precedente con il cambiamento del clima che ha tagliato i raccolti. In questo scenario i costi delle aziende olivicole – evidenziano Coldiretti e Unaprol – sono aumentati in media del 50% e quasi 1 realtà su 10 (9%) lavora in perdita con il rischio di chiusura, secondo i dati Crea. A pesare, in particolare – continuano Coldiretti e Unaprol – i rincari diretti e indiretti determinati dall’energia che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per la banda stagnata, secondo l’analisi Coldiretti e Unaprol. Olivicoltori e frantoiani sono costretti a fronteggiare l’incremento dell’elettricità, i cui costi sono quintuplicati.

E se i costi crescono scendono i ricavi delle imprese, mentre il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti della tavola – spiegano Coldiretti e Unaprol – con le nuove produzioni di olio extravergine d’oliva fra le più sensibili ai rincari. L’Italia – precisano Coldiretti e Unaprol – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondi elaborazioni Coldiretti e Unaprol sugli ultimi dati IOC (International oil council).

Continua a rispondere bene il mercato all’olio extra vergine di oliva italiano, con il 75% dei consumatori che si dichiara propenso all’acquisto se si tratta di prodotto italiano e la maggioranza assoluta dichiara che al momento di acquistare un olio extravergine d’oliva non bada al prezzo per avere la massima qualità. I consumatori usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno, secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Evo School di Unaprol che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo.

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche.

L’ulivo in Puglia è presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia. L’olivicoltura pugliese è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia – ricorda Coldiretti Puglia – con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva.

La coltivazione dell’olivo è la più estesa del territorio regionale (64% della superficie agricola utilizzata regionale) ed interessa ben 148.127 aziende (43% del totale). Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia – dalle oscillazioni produttive e dall’emergenza Xylella che ha intaccato il patrimonio olivicolo di Lecce, proseguendo indisturbata il cammino di infezione a Brindisi, Taranto e arrivando fino alla provincia di Bari.

A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano – dice Coldiretti Puglia – in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati – conclude Coldiretti Puglia – valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate.

domenica 27 Novembre 2022

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franco
franco
1 anno fa

che i cambiamenti climatici abbiano inciso e alla grande sulla produzione in meno delle nostre olive è un dato di fatto ma, scusatemi, che c’entra la guerra in Ucraina? i costi esterni alla coltivazione e raccolta e molitura delle olive sono aumentati soprattutto per la decisione unilaterale di aumentarli in ogni modo altro che la guerra. e senza controlli alla base nelle industrie , raffinerie ecc ecc tutti hanno DECISO di aumebtare ..tanto che ci frega pagano i consumatori.- ma così il prodotto che si presenta OTTIMO(made in Italy) non viene più venduto molto ma con la stretta economica che si avverte le famiglie riducono se possono di tutto un po’ e l’olio è tra questi…speculazioni indegne e sappiamo di chi

carluccio
carluccio
1 anno fa

che vuol dire “perso”?
c’è qualche falla nelle tubazioni?
o è stato smarrito durante i trasporti?
come al solito frasi ad effetto per rappresentare una realtà più drammatica di quella che realmente è.
con quale fine?
eh, che non lo sapete? …
si dica piuttosto che un annata non è abbondante come un’altra, c’è un ritmo di carica e scarica, naturale, da sempre.
accordi di filiera, cooperative serie e partecipate, pubblicizzare e far conoscere l’olio pugliese in italia e nel mondo (come sono celebri e celebrati gli oli toscani e liguri, che altro non sono che gli oli pugliese che viaggiano dalla nostra terra fino al nord nelle cisterne bianche … non ci sono oliveti in toscana e liguria).
senza di questo non c’è via, non c’è futuro.
è inutile continuare a piangere per ogni moscerino che vi si poggia in fronte …

franco
franco
1 anno fa
Rispondi a  carluccio

carluccio devi avermi letto nel pensiero perchè hai scritto esattamente quello che dico da anni ed anni…soprattutto per le regioni che hai nominato! ma aggiungo che PRIMA e non da molto si è smesso le Nostre OLIVE venivano SVENDUTE o quasi agli angoli della città a pochi galantuomini che caricavano camions e camions per ignota destinazione…