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Giornate FAI, il Dolmen apre ai visitatori: «È tra i monumenti megalitici meglio conservati dell’area»

Giuseppe Cantatore
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Giornate FAI d’autunno
Giulia Mastrodonato, capo delegazione Fai Bat: «Il Dolmen Chianca dei Paladini di Corato col suo carico di storia millenario, è un monumento megalitico di grande pregio e ancora ben conservato, tutto sommato, immerso in un meraviglioso uliveto, coltura caratteristica e identitaria del territorio»
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Il 15 e il 16 ottobre 2022 tornano, per l’11esima edizione, le Giornate FAI d’autunno, il grande evento di piazza che il Fai (Fondo Ambiente Italiano) dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche Corato è inserita nel programma con il suo Dolmen dei Paladini, straordinaria testimonianza del passato che risale al XIV secolo avanti Cristo.

«Abbiamo scelto di aprire tre siti normalmente non accessibili o poco conosciuti che consentono di declinare la storia e le radici del nostro patrimonio nelle sue diverse forme» spiega Giulia Mastrodonato, capo delegazione Fai Bat. «Si va dal percorso suggestivo e sorprendente delle Cave di tufo ipegee di Canosa, con le sue monumentali gallerie sotterranee, al pregevole patrimonio architettonico custodito della chiesetta di Santa Margherita a Bisceglie. Fino ad arrivare al percorso archeologico del Dolmen Chianca dei Paladini di Corato col suo carico di storia millenario, monumento megalitico di grande pregio e ancora ben conservato, tutto sommato, immerso in un meraviglioso uliveto, coltura caratteristica e identitaria del nostro territorio».

«I Dolmen che caratterizzano un po’ tutta quest’area credo non abbiano bisogno di presentazioni» prosegue la capo delegazione Fai Bat. «Ma nella fattispecie quello di Corato si presenta come uno dei monumenti megalitici meglio conservati in quest’area. Segno di una presenza dell’uomo risalente presumibilmente a circa 3.500 anni fa ad indicare che questa terra si da allora era amena e generosa consentendo numerosi insediamenti e lo sviluppo della nostra civiltà».

Quest’anno non è prevista prenotazione: gli orari di apertura saranno 9.30-12.30 al mattino e 15.30-17.30 al pomeriggio.

«Siamo lieti finalmente di poter tornare in qualche modo, sia pur con le dovute precauzioni e dopo questi anni difficili che ci hanno visto deprivati di tanta bellezza, della gioia della condivisione dell’immenso patrimonio culturale che ci appartiene, alle nostre feste di piazza nell’intento costante di per ravvivare uno spirito civico ed educativo più autentico» conclude Giulia Mastrodonato. «I nostri eventi sono sempre occasione per conoscere la nostra storia e riflettere su quanto può insegnarci per affrontare il presente e il futuro, perché ciò che siamo e che abbiamo non sia dato per scontato, ma sia compreso e apprezzato come esito di lunghi e talvolta anche drammatici trascorsi. I monumenti, il paesaggio, le opere d’arte raccontano chi siamo alle generazioni presenti e future: il patrimonio culturale è come il patrimonio genetico di un popolo, che conserva un codice di esperienze e valori condivisi su cui si fonda la nostra umanità».

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi a Palazzo Gioia. Nel video le dichiarazioni, oltre che di Giulia Mastrodonato, del sindaco Corrado De Benedittis e dell’assessore Antonella Varesano.

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Le dichiarazioni di Giulia Mastrodonato, capo delegazione Fai Bat, del sindaco Corrado De Benedittis e dell'assessore Antonella Varesano

La storia

Il Dolmen è ubicato a circa cinque chilometri dal centro cittadino, in contrada Colonnella, nei pressi della strada provinciale Corato-Bisceglie. L’epoca di costruzione secondo gli studiosi si aggira attorno al XIV secolo a.C. La struttura è formata da grandi lastre di pietra poste verticalmente rispetto al terreno, e sormontate da una grande lastra posta orizzontalmente a copertura. Il dolmen, comunque, è un sepolcro collettivo, espressione di clan o gruppi organizzati che, nella prima metà del II millennio, dominavano le nostre comunità. In genere l’ampiezza e la monumentalità del dolmen erano funzionali al prestigio e alla ricchezza del clan o della comunità che lo aveva costruito, assumendo con il tempo la funzione di centro religioso e cerimoniale destinato al culto degli antenati più importanti del gruppo sociale di appartenenza.

venerdì 14 Ottobre 2022

(modifica il 17 Ottobre 2022, 10:11)

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