Già da alcuni anni “Insieme per capire”, in collaborazione con la fondazione Corriere della Sera, offre agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado la possibilità di incontrare virtualmente giornalisti ed esperti, al fine di riflettere su svariati temi d’attualità, in particolar modo la riflessione è incentrata sul tema della mafia, il modo in cui è cambiata nel corso del tempo e come è possibile estirparla.
Nelle ore curriculari di martedì 4 Ottobre 2022 alcune classi dell’I.I.S.S. “Oriani – Tandoi” di Corato (BA) hanno partecipato a un incontro virtuale “Giovanni Falcone e la lotta alla mafia” con Roberto Saviano, scrittore campano, saggista, collaboratore del Corriere della Sera, autore del bestseller Gomorra (2006) e del libro” Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo”, in compagnia della giornalista Giusi Fasano del Corriere della Sera.
In occasione del trentesimo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il Giudice antimafia Giovanni Falcone, sua moglie e gli Agenti della scorta, Roberto Saviano, in maniera molto scrupolosa, esorta tutti a ricordare la vita di uomo che, non votato al sacrificio, è divenuto simbolo di giustizia e legalità, animato da un sentimento profondo di debellare un nemico subdolo e apparentemente silente che corrompe e logora il tessuto sociale, ormai da molti anni.
Saviano, infatti, sottolinea l’importanza del verbo ricordare, il cui richiamo etimologico, rimanda a “riportare al cuore”: rendere vividi nel cuore, sede della memoria, la perseveranza e il coraggio. Coraggio inteso come crasi di conoscenza scrupolosa e perseveranza, declinato come scelta di agire indipendentemente dalle possibili conseguenze sulla sfera dell’incolumità personale. Il suo agire nella consapevolezza che l’unico percorso possibile fosse la legalità, attraverso cui l’uomo si riscatta moralmente, lo ha indotto ad aprire gli occhi a coloro che non volevano vedere oltre perchè soggiogati dalla prepotenza della mafia. Pertanto non c’è niente di più commovente di un ideale per cui si è combattuto una vita intera, di un ideale per cui, paradossalmente, si è smesso di vivere.
Lealtà, forza, dedizione e coraggio sono gli strumenti che hanno innalzato la figura di Falcone e dei magistrati che, assieme a lui, hanno anteposto l’incolumità sociale a quella personale.
Saviano racconta Giovanni Falcone, e lo fa sotto uno sguardo attento, intento a mostrare non solo ciò che egli rappresenta, un eroe, un martire, divenuto quasi simbolo dell’antimafia; ma il giornalista parla di un uomo, ci rivela l’aspetto più “tenero” di una vita condotta in nome di un ideale.
Il valore di Giovanni Falcone si afferma nella sua capacità di aver riconosciuto e amato la bellezza della libertà, della giustizia, a tal punto da dedicarsi completamente ad essa, nella disperata ricerca di una certezza, di una dimostrazione, che provasse che la mafia esiste. Esiste ed ha un nome: Cosa Nostra.
Roberto Saviano racconta la determinazione di Giovanni Falcone che porterà fino all’apertura del Maxiprocesso nel 1985. Confessa alleanze, inamicizie, omicidi, legami politici, piste finanziarie, legami e vicende tra famiglie criminali, prestanomi, ma anche la psicologia contorta della legge mafiosa. Il corpo del “tenero” Falcone muore tra le braccia del suo amico fraterno Borsellino il 23 maggio 1992, ma la sua genialità, la rivoluzione che egli ha portato persiste nel tempo.
Dall’incontro con Saviano è nato così un dinamico dibattitto non solo sulla realtà degli anni 80, ma sul presente e sul potere che la criminalità organizzata possiede. Oggi la mafia c’è, più silenziosa ma altrettanto pericolosa, attraverso prepotenti strategie aggiunge una firma alle pagine della nostra storia.