L'analisi

A Corato il riscatto della destra. Nessun coratino eletto al Parlamento

Michele Cioce
Michele Cioce
Elezioni 2022
Un seggio
Crolla il centrosinistra, risorge il Movimento 5 Stelle
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Dalle urne coratine delle elezioni emerge chiara la fotografia di una città che ha ribadito il suo storico orientamento di destra e che, nel giro di due anni, ha fortemente ridimensionato il consenso assegnato al centrosinistra alle scorse amministrative.

Emerge, altresì, la tendenza dei coratini a non valorizzare le candidature locali, già abbondantemente bistrattate dalle segreterie che le hanno decise: nessuno dei candidati coratini siederà in Parlamento.

Anche per Corato, però, è il partito dell’astensione quello dominante. Quattro elettori su 10 hanno scelto di restare a casa e disertare le urne.

Se in Puglia il partito più suffragato è risultato il Movimento 5 Stelle, a Corato la situazione si è mossa in maniera differente, facendo segnare al partito di Giorgia Meloni un notevole distacco (sia per la Camera che per il Senato) rispetto ai pentastellati che, comunque, conquistano un dignitoso 23,3% sia alla Camera che al Senato, collocandosi alle spalle della coalizione di centrodestra, trainata dall’effetto trascinante di Fratelli d’Italia che alla Camera ottiene il 25% e al Senato sfiora il 30%.

La segreteria e il direttivo tutto della sezione di Fratelli d’Italia di Corato sono stati i primi a diffondere la nota di ringraziamento rivolta ai «6275 votanti coratini che hanno creduto in FDI votando al Senato e i 5554 che hanno dato la preferenza alla Camera, portando il Partito alle percentuali del 28,4% al Senato e del 25,1% alla Camera».

«L’eloquenza dei risultati – scrivono dal partito – vanno inquadrati nella grande fiducia riposta nella nostra presidente Giorgia Meloni, che ha saputo riscaldare i cuori degli italiani, ridando fiducia e speranza agli elettori che credono in un cambio di passo, nel nome del merito e del lavoro. Intanto Corato, ritorna ad essere città di Destra, ancorata in un centro destra a trazione “Fratelli d’Italia”». E in conclusione: «Riscontiamo altresì lo sfaldamento elettorale della coalizione che governa la Città, non premiata dalla consultazione».

Performance di tutto rispetto anche per Forza Italia che raccoglie 2300 voti di lista (10,4%) al Senato e 1938 voti alla Camera (8,8). Tiene testa a Corato anche la Lega che raccoglie un consenso di poco inferiore a quella riscontrata durante le amministrative: 967 voti (4,4%) per la Camera e mille voti per il Senato (4,5%).

Anomalo invece il dato registrato da “Noi Moderati”, con uno scarto di quasi 1300 voti tra Camera e Senato. Per il Senato infatti si sono registrati soltanto 59 voti, alla Camera il simbolo ha raccolto 1334 voti, segno che vi è stata una indicazione di voto strutturata e categorica alla quale ha risposto la quasi totalità dell’elettorato di quel partito.

A Sinistra anche a Corato è stata disfatta nonostante il sostegno attivo dello stesso sindaco De Benedittis e del suo partito di riferimento alla causa di Michele Abbaticchio che raccoglie 4.566 preferenze, terzo nell’ordine, dopo Rita Dalla Chiesa, eletta per il centrodestra con 10127 voti  (45,78%) e il pentastellato Nicola Grasso che raccoglie 5144 voti (23,25%).

Il Partito Democratico si ferma a 2709 voti alla Camera (12.2%) e raccoglie una manciata di voti in più al Senato (2818 – 12,7%); gli alleati hanno fornito un contributo pressoché inesistente con Sinistra Italiana che ha alla Camera raccolto appena 681 voti (3,1%), e al Senato 608 voti (2,7%), Più Europa con 354 voti (1,6%) al Senato e 428 (1,9%) alla Camera e il partito del ministro uscente Luigi Di Maio che non raggiunge l’1% alla Camera e al Senato si ferma sulla soglia delle 100 preferenze (0,4).

Non basta ad Azione – Italia Viva l’effetto trascinamento della candidata Titti Cinone. Sono 1224 i voti conseguiti per la Camera dei Deputati (5,5%) e 162o (7.3%) per il Senato. Sono 241 le persone che hanno votato la sola candidata Cinone al Senato, facendole ottenere 1865 voti.

Sottotono anche la performance di Unione Popolare che, alla Camera nel proporzionale aveva candidato al secondo posto il consigliere comunale Eliseo Tambone. Solo 455 i voti conseguiti pari al 2.1%, pressoché gli stessi ottenuti dal candidato all’uninominale Sabino De Razza.

Nulla di fatto per i due senatori uscenti coratini, Bruna Piarulli e Dino Mininno.  La prima, candidata al proporzionale della Camera dei Deputati nel collegio di Molfetta, non rientrerebbe tra gli eletti in ragione del suo quarto posto;  nonostante la ottima performance (più di 39mila voti) ottenuti nel collegio uninominale di Andria, l’unico posto disponibile è stato conquistato dalla candidata di centrodestra Mariangela Matera (Poco meno di 60mila voti). Mininno, candidato con ItalExit, resta fuori. Troppo bassa la percentuale raggiunta dal suo partito in Puglia che non è riuscito nemmeno ad avvicinarsi alla soglia di sbarramento.

Mentre risulta acclarata la vittoria di Rita Dalla Chiesa e Filippo Melchiorre (candidati all’uninominale rispettivamente per Camera e Senato) si attendono gli ultimi scrutini per definire l’assegnazione dei seggi del proporzionale.

lunedì 26 Settembre 2022

(modifica il 23 Aprile 2024, 11:46)

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Ctarricone
Ctarricone
1 anno fa

Se non si semina o si semina male, si raccolgono solo sxonfitte!

Nadia
Nadia
1 anno fa

“Nessun coratino eletto al Parlamento”…tanto cosa cambia?Assolutamente nulla

franco
franco
1 anno fa

beh essere Corato storicamente di destra e non valorizzare le candidature locali (quelle briciole) che i grandi partiti -tutti sia chiaro- hanno lasciato non depone alcun segno di benemerenza in più ai cittadini.- adesso che vogliamo sperare di aver appunto le briciole del governo centrale? altro che ringraziamenti si cominci subito a far ricadere sulla città qualche benefico effetto, altro che grazie e arrivederci – ma tant’è