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«Giù le mani dallo sport»: in piazza la protesta silenziosa di palestre e scuole di danza

Stefano Procacci
«Giù le mani dallo sport»: in piazza la protesta silenziosa di palestre e scuole di danza
Maestri di ballo e fitness, atleti di tutte le età o semplici appassionati, si sono riuniti distanziati e dotati di mascherine, per difendere il diritto allo sport
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Sit-in silenzioso quello tenutosi ieri pomeriggio in piazza Cesare Battisti, per protestare simbolicamente contro l’ultimo Dpcm che, di fatto, ha costretto alla chiusura (almeno) fino al 24 novembre palestre e scuole di danza.

Maestri di ballo e fitness, atleti di tutte le età o semplici appassionati, si sono riuniti alle 16.30, distanziati e dotati di mascherine, per difendere il diritto allo sport. Suggestiva la scelta di restare in silenzio, con gli “attrezzi del mestiere” (scarpe da ballo, guantoni da boxe, tutù) adagiati a terra, inutilizzati, spenti, a sottolineare l’agonia lenta e inesorabile di un settore che più di altri sta soffrendo la pandemia da Covid 19.

Nella protesta pacifica e simbolica, sono state coinvolte molte associazioni sportive dilettantistiche di Corato, al fine di dare un segnale a governo e istituzioni. Il punto fondamentale della protesta è uno solo: palestre e scuole di ballo hanno adoperato sacrifici economici, modificando radicalmente la geografia dei corsi e degli spazi, riducendo il numero di corsisti al fine di seguire alla norma le leggi e garantire nel contempo la sicurezza a tutti gli atleti, salvo poi subire la chiusura indiscriminata delle attività.

Corato vuole farsi sentire, così come emerge dalle parole di Mario Roselli, titolare della palestra “The Den Of Tigers”: «Ringrazio il presidente dell’associazione Buena Vista, Francesco Di Bisceglie per aver organizzato questa manifestazione ma mi preme sottolineare come faccia rumore l’assenza di molte palestre e centri fitness della città. Noi siamo qui per dire che non ci stiamo. Vogliamo dare spazio ai nostri atleti che hanno bisogno dello sport. Perché correre per strada è possibile e fare sport nelle nostre strutture è vietato? Abbiamo sempre rispettato le regole igienico sanitarie, qualche giorno prima avevamo avuto il via libera dal governo, abbiamo sprecato tempo e denaro, ma alla fine siamo stati costretti a chiudere».

Anche Francesco Di Bisceglie, presidente del Buena Vista è dello stesso avviso: «Siamo tanti e siamo uniti in questa manifestazione pacifica e siamo qui per dire a gran voce che palestre e scuole di ballo non sono ricettacolo di contagi e focolai. C’è stato nei confronti del nostro movimento un terrorismo psicologico e mediatico, ma non siamo noi gli untori. Noi e i nostri colleghi abbiamo seguito alla regola le norme igienico sanitarie e fermarci è davvero incoerente. Proprio i nostri luoghi tengono bambini e ragazzi lontani dalle strade e paradossalmente più al sicuro. Abbiamo investito ingenti somme di denaro per metterci a norma ma tutto ciò non è bastato. Credo che lo sport sia uno stile di vita e faccia stare meglio un po’ tutti. La danza per noi è un lavoro, noi viviamo di danza e non possono negarci il diritto di lavorare».

Mariaelena Lotito e Giuseppe Quercia della scuola di ballo Euphoria sottolineano anche il danno che questa scelta abbia apportato a bambini e tesserati: «Abbiamo fatto tanti sacrifici per non gravare sulle tasche dei nostri allievi, abbiamo ridotto il numero di corsisti ma ciò non è bastato a salvare il nostro settore. Non siamo danneggiati solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista della formazione, noi siamo fermi e non possiamo fare progressi. Dopo le lezioni online della prima ondata è stato bellissimo rivedersi a maggio e crescere con i più piccoli, questo nuovo blocco ha buttato giù i nostri piccoli ballerini. Ho ricevuto tanti messaggi dai genitori che ci raccontano come i bambini vogliano tornare a ballare con noi. Questo ci inorgoglisce ma ci rattrista»

Doppio danno per “La Maison de la dance” che solo qualche settimana fa ha ristrutturato gli spazi della scuola di danza. «Abbiamo speso ingenti somme per rifare la scuola e senza preavviso ci hanno fatto chiudere. Per noi la danza è lavoro, è vita. Questo vale anche per tanti ragazzi, la danza è terapeutica, soprattutto dopo il lockdown venire a ballare era uno svago per decine di ragazzi. I nostri spazi erano diventati delle sale operatorie sicurissime, ma ciò non è bastato. Io credo che ci sia un concetto sbagliato alla base di questa chiusura: noi non siamo animatori che regalano divertimento, siamo dei professionisti, con alle spalle anni di esperienza e percorsi durissimi. Non siamo rispettati come lavoratori, l’arte in generale in questo Paese non è rispettata e sfido chiunque a vivere con 800€ mensili di indennizzo statale e una famiglia a carico».

«La situazione è inverosimile, ce l’abbiamo messa tutta affinché trovassimo una pseudo normalità dopo il lockdown. È stato difficile far tornare nei bambini la voglia di crederci, credevamo sarebbe stato difficile convincere i più piccoli a rispettare le regole anti Covid, ma proprio loro sono stati da esempio per tutti. Molte mamme non hanno il coraggio di dire ai propri piccoli che per almeno un mese non ci sarà più attività. Un’innocente bambina mi ha chiesto in un messaggio vocale come mai avessimo chiuso nonostante loro abbiano rispettato le regole. Noi di Arte e Balletto abbiamo scrupolosamente seguito le regole come i nostri colleghi. Noi siamo qui per dire che esistiamo, che siamo importanti per la salute psicofisica di molte persone e che non possiamo essere messi da parte ricevendo un piccolo compenso per farci tacere». Così Annamaria Zaza di “Arte e Balletto”.

Certamente questo periodo storico non è affatto facile per nessuno, ma chi vive di sport sta attraversando una vera e propria tempesta che non sembra avere una fine. Le associazioni sportive dilettantistiche di Corato hanno in maniera dignitosa e decorosa dato sfogo ad un disagio diffuso in tutta la penisola, cercando di farsi sentire in maniera simbolica, silenziosa, pacifica. Nella speranza, reale che tutto ciò smuova le coscienze delle istituzioni e che possa aiutare un settore già da troppi mesi in grossa difficoltà.

domenica 1 Novembre 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 18:58)

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Pio pio
Pio pio
3 anni fa

Sono vicina a tutti quelli che non possono più allenarsi su tutte le discipline… Non ho invece compassione di chi si è approfittato della situazione non pagando affitti già da mesi prima del Covid… Non aggiungo altro…