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Ottobre missionario, il 15 una veglia in Chiesa Matrice

La Redazione
La chiesa Matrice
A presiederla sarà l'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo. La riflessione sarà guidata da Padre Corrado De Robertis, comboniano
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Giovedì 15 ottobre alle 20 nella Chiesa Matrice si terrà una veglia missionaria diocesana. A presiederla sarà l’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo. La riflessione sarà guidata da Padre Corrado De Robertis, comboniano, confratello di Padre Raffaele Di Bari, il missionario barlettano, anch’egli comboniano, che vent’anni fa, precisamente il 1° ottobre 2000 all’età di 71 anni, fu ucciso in Uganda dai ribelli mentre andava a celebrare la messa.

L’iniziativa si inserisce nell’ottobre missionario, il mese in cui la chiesa riflette particolarmente sulla propria indole missionaria. Proprio domenica 18 ottobre, la Chiesa universale celebrerà la Giornata mondiale missionaria.

Di seguito una riflessione di Don Ferdinando Cascella, direttore del Centro Missionario diocesano “Padre Raffaele Di Bari, Loribamoi:

«È tradizione consolidata che il mese di ottobre ci faccia respirare una sensibilità missionaria che è, di fatto, non solo la natura stessa della Chiesa, ma, soprattutto, l’architrave su cui poggia tutta l’attività pastorale. Il tempo storico-sociale che stiamo vivendo, a motivo dalla pandemia, ha indelebilmente segnato le nostre relazioni. È per questo che il Santo Padre Francesco in continuità con il tema dello scorso Ottobre Missionario: “Battezzati e inviati”, presenta la Giornata Missionaria Mondiale con una forte indicazione vocazionale, ispirandosi alla vocazione del profeta Isaia: “Chi manderò?”, chiede Dio. “Eccomi, manda me” è la risposta di Isaia e vuole essere la risposta di tutti coloro che hanno preso coscienza del loro essere “battezzati e inviati”. Nel nostro contesto della Chiesa italiana desideriamo tradurre questa vocazione missionaria in un appello a tutti i credenti per diventare “Tessitori di fraternità”.

Abbiamo bisogno che le parrocchie, le associazioni, i movimenti riscoprano la loro sorgiva vocazione ad essere luogo dell’accoglienza, luogo dello scambio, luogo della parola. Non più stazioni di servizio del sacro o club elettivi di anime sedotte da questo o quel leader carismatico. Ma spazi autentici di comunione, di condivisione, di partecipazione, di comunicazione, di ospitalità reciproca, nel segno dell’amore e del riconoscimento della pari dignità di ognuno e di ognuna. Ecco la sfida che si pone, allora, all’azione evangelizzatrice della Chiesa: credere di più nella comunità; credere che sul serio, «quando viviamo la mistica di avvicinarci agli altri con l’intento di cercare il loro bene, allarghiamo la nostra interiorità per ricevere i più bei regali del Signore» (Evangelii Gaudium, 272). Se il compito dei cristiani è quello di diffondere quella gioia del Vangelo che sempre nasce e rinasce nell’incontro con Gesù e se il principale ostacolo all’accoglienza di questa gioia è l’individualismo diffuso e triste che oggi domina, allora la missione dei cristiani deve partire da quella di diventare sempre di più tessitori di fraternità».

martedì 13 Ottobre 2020

(modifica il 20 Luglio 2022, 19:54)

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