L’estate mette a forte rischio la flora e la fauna a causa di alcuni comportamenti scorretti. Una ricerca è stata condotta da World Weather Attribution (WWA), iniziativa che unisce scienziati di tutto il mondo e analizza come la crisi climatica stia già condizionando gli eventi meteorologici estremi. In passato i loro studi avevano già portato alla luce il ruolo dei cambiamenti climatici nelle ondate di caldo torrido dello scorso giugno e nell’aumento dell’intensità delle piogge provocate da alcune tempeste.
Nei prossimi decenni il rischio di incendi boschivi in area mediterranea potrebbe aumentare a causa di condizioni climatiche più aride. È quanto conclude un articolo pubblicato sulla rivista Scientific Reports, nel quale un team che coinvolge l’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Igg-Cnr) e le Università di Barcellona, di Lisbona e della California a Irvine ha sviluppato dei modelli matematici in grado di presumere la pericolosità ed estensione degli incendi boschivi. L’Italia, durante i mesi estivi, appare il paese dei falò. Incendi e roghi dappertutto, con un doppio guasto e un doppio sperpero: interi pezzi di vegetazione, innanzitutto alberi, che si perdono, ed enormi rischi innanzitutto per le vite umane.
Da un lato ci sono i piromani di professione, autentici delinquenti, che andrebbero individuati e sanzionati, dall’altro versante, però, ci siamo noi, con i nostri comportamenti e i nostri stili di vita. Talvolta demenziali, come lasciare fiamme incautamente in luoghi aperti espone quello spazio ad eventuali incendi.
A questo punto è necessario attivare una serie di attività di prevenzione degli incendi.
La protezione antincendio si suddivide in due grandi campi: la prevenzione incendi, nota anche come protezione antincendio preventiva; la lotta contro gli incendi, nota anche come protezione antincendio attiva.
Questi due ambiti necessitano di tecniche ed organizzazioni proprie poiché ognuno di essi è diventato ormai estremamente complesso, tanto da richiedere una profonda specializzazione. Entrambi i settori perseguono tuttavia lo stesso scopo, e cioè non solo di ridurre al minimo possibile i danni economici dovuti agli incendi, ma di combattere in modo ancora più determinato la minaccia che può derivarne alle persone e agli animali. Ciò va perseguito mediante una significativa armonizzazione dei provvedimenti relativi alla protezione antincendio, sia preventiva che attiva. Quindi, è necessario: non accendere falò e fuochi nei boschi durante le scampagnate e servirsi delle apposite aree attrezzate; non abbandonare rifiuti sul terreno, perché facilmente infiammabili, riporli negli appositi contenitori della raccolta differenziata; non gettare mai mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi; nei mesi più caldi non bruciare le stoppie, la paglia e altri residui vegetali in modo incontrollato; tutti gli incendi piccoli e grandi segnalati li potete trovare su https://fires.globalforestwatch.org/ : è uno strumento per essere consapevoli della violenza del fuoco nelle varie parti del mondo con tanto di indicazione geografica e data. Si possono constatare gli spazi deforestalizzati, le emissioni inquinanti: è possibile così capire lo stato di salute del nostro Pianeta e la biodiversità mediante dati incrociati da più fonti.
Specialmente d’estate, non si scherza con il fuoco!