L'intervista

Esami di terza media in video, i dirigenti: «A soffrire di più sono i ragazzi fragili»

La Redazione
Le dirigenti Maria Giuseppa Modeo per la“Giovanni XXIII”
Le voci dei dirigenti Maria Giuseppa Modeo per la"Giovanni XXIII", Danila Tempesta per la "Santarella", Grazia Maldera per l' "Imbriani" e Maria Rosaria De Simone per la scuola media "De Gasperi"
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Oggi inizia il mese degli esami, sia per gli alunni delle scuole medie che per gli studenti delle superiori. Tra lezioni on line e consigli di classe vissuti nelle “stanze virtuali”, la didattica a distanza va avanti in attesa “del grande giorno”. Non conosce confini di tempo e di spazio, porta la scuola a casa dei ragazzi. Manifesta i suoi limiti e riserva anche delle belle sorprese; permetterà di dire che l’anno scolastico 2019-2020, nonostante tutto, “non andrà perso”. Magari con la speranza che sia riuscito ad insegnare qualcosa “fuori programma”.

Dopo aver ascoltato i dirigenti delle scuole superiori, CoratoLive.it ha raggiunto telefonicamente i presidi degli istituti comprensivi che hanno al loro interno le scuole medie: Maria Giuseppa Modeo per il “Battisti-Giovanni XXIII”, Danila Tempesta per il comprensivo “Cifarelli-Santarella”, Grazia Maldera per l’ “Imbriani-Piccarreta” e Maria Rosaria De Simone per il “Tattoli-De Gasperi”.

Come loro stessi spiegano, l’ordinanza ministeriale numero 9 del 16 maggio scorso detta le istruzioni per l’organizzazione degli esami di Stato del primo ciclo. I ragazzi lo sosterranno da casa, dopo aver preparato un elaborato a loro scelta (testo, video, presentazione, brano musicale, elaborato pittorico o mappa concettuale) su un tema concordato con i docenti. Una modalità che, per ovvie ragioni, presenta delle criticità.

«Sarà un esame svolto a distanza ma in sincrono – spiega la dirigente De Simone – di sicuro un esame particolare. In fase di valutazione si andrà a derogare al numero delle assenze e ai disguidi della dad (didattica a distanza, ndr). Si terrà conto del curriculum biennale, del terzo anno e della tesina.

Di sicuro emergeranno “i frutti” della dad: per certi versi è stata una sorpresa. Abbiamo riscontrato dei risultati contraddittori in alcuni casi: qualcuno solitamente più svogliato ha dato risultati migliori, soprattutto in termini di entusiasmo. Per i più deboli invece le situazioni di disagio si sono accentuate. Il lavoro degli insegnanti è stato lodevole, esemplare, in primis con una azione supportiva e dopo formativa. Personalmente ho fortemente voluto le videoconferenze, i ragazzi hanno bisogno del contatto almeno visivo».

La difficoltà maggiore è stata riscontrata nella capacità di utilizzare i dispositivi informatici: su questo convergono tutti i dirigenti.

«Qualche alunno non è ancora pratico nell’uso del pc – precisa la dirigente Tempesta – Altri non sono in possesso di strumenti tecnologici adeguati o hanno problemi legati alla connessione. Per questo, in vista dell’esame, nel laboratorio informatico della scuola “Santarella” sarà approntata una postazione che potrà essere utilizzata dagli alunni che abbiano manifestato questi o altro tipi di problemi; grazie alla presenza dell’animatore digitale saranno messi nelle condizioni di svolgere il colloquio al meglio».

«In effetti – concorda la preside Modeo – c’è qualche bambino socialmente più a rischio che ha seguito in maniera saltuaria le lezioni e quindi anche nella fase finale potrebbe avere delle difficoltà. Con i fondi arrivati dallo Stato siamo riusciti a soddisfare il 100% delle richieste di dispositivi informatici ma in molti casi – a parte l’impossibilità all’acquisto – subentra l’incapacità dei genitori nell’utilizzo di determinati strumenti. È emerso un problema di tipo culturale, non ci si poteva inventare all’improvviso competenze massicce in campo informatico. In generale tuttavia ci stiamo concentrando sul fattore emotivo, cerchiamo di non enfatizzare “l’esame” e di non caricarli di ansia».

«Tutte le difficoltà – conferma la dirigente Maldera – hanno fatto venire alla luce una cosa bella, il senso di comunità che si vive a scuola. La collaborazione dei genitori è stata fondamentale, così come degna di lode è stata l’attività instancabile degli insegnanti. Grazie a queste due componenti gli alunni si sono adeguati, si sono adattati ad una nuova normalità. Pian piano si sono tranquillizzati».

Di fatto, in tutte le scuole, a soffrire di più sono stati i bambini (e in generali gli studenti) disabili o con problematiche particolari. «Per loro non c’è didattica a distanza che tenga, sono stati i più penalizzati – ha sottolineato la preside Modeo, dando voce anche alle riflessioni delle colleghe – Il disagio psicologico è serio e non tutti a casa hanno un supporto ottimale. Quella che stiamo vivendo di sicuro è una esperienza da non ripetere, la privazione della socialità è grande un danno; e lo stesso si può dire dell’interruzione brusca della routine, non ha aiuta affatto, genera squilibrio».

«Pur essendosi abituati alla dad e non avendo particolari apprensioni se non quelle comunemente legate al “primo esame” – aggiunge la dirigente Tempesta – di certo mancherà loro il supporto e la vicinanza degli amici in un momento così importante».

E per i docenti? Cosa sta significando questa conclusione dell’anno così atipica?

«Per gli insegnanti la scansione del tempo non esiste più, il loro telefono ormai squilla a tutte le ore – ammette la preside Maldera – Faremo online anche gli scrutini e poi i dati verranno caricati e condivisi».

«Spero che questa esperienza sia riuscita demolire tanti dei pregiudizi diffusi sul lavoro degli insegnanti: “hanno tre mesi di ferie” per citarne uno – argomenta la dirigente Modeo – Vengono considerati privilegiati invece tanto del loro lavoro “non si vede”. A causa di questa pandemia “sono entrati nelle case dei loro alunni” con la dad e questo ha dato a molti genitori la possibilità di capire quanto è duro il lavoro degli insegnanti, quanta pazienza e quanta disponibilità ci vogliano.

Oggi i docenti hanno sul volto un velo di malinconia, di tristezza. Ma tutti siamo consapevoli di quanto questo sacrificio fosse necessario per tutelare la salute: dobbiamo rifarci, questo è certo. Troveremo il modo per festeggiare promozioni e pensionamenti. Abbiamo reso virtuali anche le gite ma, torneranno… torneranno anche quelle».

«Per tutti è stata una situazione atipica, stressogena ma anche stimolante – conferma la preside De Simone – Siamo stanchi ma contenti di avercela fatta. Capiremo come andrà a settembre, speriamo di poter rientrare in classe. Vorremmo finire i tanti progetti che avevamo iniziato, abbiamo potuto proseguire solo alcuni».

«Di sicuro i docenti sono abbastanza provati dalle tante ore di attività didattica a distanza e dai continui aggiornamenti normativi che hanno caratterizzato questo secondo quadrimestre – riflette la preside Tempesta – ma penso siano, come tutti noi che operiamo nella scuola e come le famiglie, ancora più spaventati da quello che riserverà il nuovo anno scolastico, con le tante incognite che gravano sulla scuola».

lunedì 1 Giugno 2020

(modifica il 21 Luglio 2022, 2:38)

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Nica Testino
Nica Testino
3 anni fa

Sono madre di tre figli, una frequenta la terza elementare, uno la terza media e uno il quarto superiore. Convengo con quanto detto, è stata un'esperienza incredibile e difficile.
Molti insegnanti si sono distinti per dedizione, professionalità e prossimità e a loro va dato lustro e gratitudine.
Noi genitori abbiamo fatto il possibile, nella misura della consapevolezza dell'importanza della stagione unica ed irripetibile dell'apprendimento scolastico du studio e formazione.