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Cibo e parola: «Abbiamo bisogno di nuove e inaspettate connessioni»

La Redazione
Cibo e parola: «Abbiamo bisogno di nuove e inaspettate connessioni»
Questa la consapevolezza più nitida emersa nell'incontro organizzato l'altra sera dall'Adisco Corato e dell'associazione Inseam in cui si è discusso di responsabilità dei genitori in fatto di alimentazione, riflessività e identità
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«Scoprire nuove e inaspettate connessioni rispondendo all’ormai diffuso, mai completamente appagato, bisogno di riflessività e ri-orientamento».

Questa la consapevolezza più nitida emersa nell’incontro organizzato l’altra sera dall’Adisco Corato e dell’associazione Inseam in cui si è discusso di responsabilità dei genitori in fatto di alimentazione, riflessività e identità. Intervenuti tra i relatori il formatore Hans Hermans – che ha parlato di “Identità adulta e di genere, gli adulti tra coerenza e testimonianza autentica per i più piccoli”, e la nutrizionista Lucia Palmieri, che ha fatto luce sul tema “L’alimentazione, tra esercizio di ruolo e occasioni educative”.

In equilibrio tra quel senso di follia che le persone vitali portano con sé, la sua competenza di formatore, il suo orientamento psicoanalitico, Hermans ha intrecciato il suo vissuto, la sua biografia e le biografie vitali che ha incrociato. È emerso, semplicemente e straordinariamente, come un uomo che racconta se stesso, celebra la vita e attraverso questo educa e riesce anche a stimolare una consapevole e positiva emulazione. Circostanza di valore questa, vista anche la significativa presenza, tra gli intervenuti, di professionisti dell’educazione e delle relazioni di aiuto.

I contenuti chiari, profondi, completi ed esaurienti, mai banali, esplicitati da Lucia Palmieri in tema di cambiamento delle abitudini e delle offerte alimentari, in tema di ruolo e funzione del cibo nel benessere psicologico, in tema di esercizio della responsabilità personale e di ruolo, ridisegnano un nuovo possibile orizzonte di senso.

Hans Hermans replica, integra e colora. Presenta anche la sempre (quindi nuova) affascinante connessione cibo e parola. L’uno per il corpo, l’altra per la mente. Entrambi al servizio di una unicità necessitante di custodire la propria bussola, per nutrire se stessa e andare oltre.

Sarà muovendosi tra padre e madre, fame e cibo, equilibrio e follia, tristezza e vitalità, che si fa strada la possibilità di orientarsi anche tra le “false” cattedrali del consumismo, senza doverle demonizzare a tutti i costi. Basterà saperle guardarle dritto negli occhi e sapere poi guardare e andare da un’altra parte, dove più forti e nitide sono le tinte dell’etica, della responsabilità e della qualità della vita.

mercoledì 4 Dicembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 9:41)

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salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Mi piacciono le perifrasi, i giochi di parole, i contrasti concettuali, ma mi sembra che Hans, almeno da ciò che leggo, mi superi abbondantemente. Va lodato innanzitutto il suo ottimismo nel credere ancora in quello nel quale io, per osservazione di ciò che mi circonda, non credo più: il ruolo della famiglia. Per lui, ancora centrale, per me, ormai relegato ad un significato puramente “logistico”. Poi parla di “false” cattedrali del consumismo: da sempre, in modo più o meno accentuato, a seconda dei periodi storici attraversati, il concetto di “economia”, di guadagno, ha sempre sospinto l'uomo. Oggi, ancor più dell'etica, esso è preponderante. Quindi non è “falso” ciò che appartiene alla realtà. Demonizzarlo o no? Ma serve davvero a qualcosa, per cambiare una ormai ineludibile tendenza?