Una lettera aperta «scritta e firmata da associazioni ed esponenti del mondo culturale e non solo di Corato» (seppur non menzionate esplicitamente), per chiedere «alla città e al commissario prefettizio risposte riguardo la situazione di stallo culturale e sociale di Corato. La missiva verrà protocollata in Comune nei prossimi giorni. Di seguito il testo.
Contro il degrado culturale e civile di Corato
«L’obiettivo di questa “lettera aperta” è quello di occuparsi del benessere della città, facendo qualcosa in nome dell’interesse generale e del bene collettivo. Ci si auspica che questo contributo serva ad affermare il sentimento e la responsabilità collettiva per ricostruire una città che abbia senso oggi e in prospettiva, che indichi un orizzonte che sia sinonimo di progresso e di futuro per le nuove generazioni di coratini e coratine. L’appello è rivolto a tutta la città affinché si promuova una iniziativa tesa a colmare il grande vuoto che oggi determina smarrimento e riduce i livelli di coesione sociale.
Sono venuti meno i contenitori culturali:
Questa decadenza, dovuta anche dalla chiusura del patrimonio artistico e culturale (come riportato nell’elenco), viene vissuta come una condizione irreversibile e con la quale è necessario rassegnarsi a convivere, con la conseguente crescita di apatia, di disinteresse, di smarrimento dell’identità storico-culturale con la conseguenza della perdita del rapporto tra cultura e sociale, tra cultura e sviluppo democratico.
Questi luoghi “ tradizionali” della cultura cittadina, considerati un collante e uno strumento identitario per la collettività, vanno ri-abitati per essere vissuti. Con la loro chiusura si stanno facendo passi indietro sia culturalmente che civilmente: si rafforzano i razzismi, le solitudini, la rabbia sociale. Un esempio è la gravissima aggressione fatta durante l’allestimento della mostra “ Il Pendio”.
Fa molta tristezza vedere il degrado culturale, Identitario e Valoriale delle nuove generazioni! C’è bisogno di creare un unico grande progetto sul futuro di Corato attraverso il quale si promuoverà lo sviluppo dell’arte, la creatività e l’innovazione. Insomma un’idea di “ contemporaneo”.
Questa è la grande scommessa, ed è una scommessa urgente, prima che molti pezzi della nostra Corato, paesaggi, monumenti, luoghi della cultura, piazze, idee, progetti, finanziamenti scivolino definitivamente nella polvere e quindi nell’abbandono. Occorre rivalutare Corato trasformandola in un grande laboratorio di produzione culturale dedicato all’arte in tutte le sue performance.
Ruolo dell’amministrazione dovrebbe essere quello di favorire e facilitare il suo emergere, nonché intercettare il meglio dell’arte e della creatività locale e offrirgli spazio e sostegno per permettergli di crescere e sedimentare. Ritengo che sia necessario, per una politica culturale pubblica, ripartire dalla necessità di sensibilizzare e quindi promuovere il “Desiderio” di Cultura. Ma ci devono essere i mezzi e i luoghi dove poter esprimere l’arte in tutte le sue performance.
In quest’ultimo anno di commissariamento si è lasciato che i desideri dei giovani fossero catalizzati dai “gratta e vinci” o dalle “slot machine” e incontri notturni nei locali di distribuzione di bevande e non solo. Non possiamo permetterci un altro anno come il precedente!
Bisogna rimettere la cultura al centro dell’Agenda Istituzionale: l‘ “Urgenza di Cultura”, accanto all’ “Urgenza” di avere una Corato (una volta fiore all’occhiello del Nord Barese) meno degradata, sono necessarie per ridare uno sguardo alto, sovrano del proprio futuro.
Ci auspichiamo che ci sia subito una sensibilità da parte del Commissario Prefettizio, che sicuramente non potrà risolvere tutti i problemi, ma può certamente:
Gli spazi servono anche per incontrarsi, parlarsi, scambiare idee, fare scelte sul futuro, crescere. E ne abbiamo bisogno subito! Sempre di più».
Tutto condivisibile e perfetto. Il resto, però, non lo possiamo lasciare alle generazioni future, non possiamo far finta di non vedere nulla o peggio ancora non dovremmo abituarci a vivere in questo ambiente senza regole e senza rispetto. Anche questo è cultura e non solo. Anche questo è civiltà e non si capisce per quale oscuro motivo deve essere sempre scientificamente ignorata. Dove vivete?
Parlare di “cultura” ed aggiungervi: “l'arte con le sue performance”, invece di usare la italianissima parola “sfaccettature”, non meriterebbe, sinceramente, alcun commento. Ma così come stiamo perdendo il culto della tradizione, che ha come primo impegno la difesa dell'idioma nazionale, così sta andando alla deriva tutto quello che rappresenta ciò che è giusto, lecito, logico, auspicabile, bello, interessante, costruttivo, e chi più ne ha più ne metta, fare. Deplorare una certa situazione negativa, inviando messaggi accorati a chi non li recepirà mai, non serve ad alcunché, se non ci si espone in prima persona, candidandosi per il tentativo di risolvere i problemi. Come ho cercato e cerco di fare io, tentando di stimolare, pur se finora inutilmente, una sonnacchiosa ed inebetita Corato.
Signore e Signori di Corato, di quell'isola felice ch'è nei miei ricordi, tanto per incominciare alle prossime elezioni non votate i soliti noti. Forse non sarà la soluzione ai problemi esposti, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare.
Voler ottenere finanziamenti pubblici e privati , spesso
incontrollati, à scopo personale o commerciale è Cultura ? Voler monopolizzare è Cultura? La Cultura associativa ha perso il suo obbiettivo, servire.
La città è allo sbando, forze dell'ordine inesistenti, vigili urbani anche, orde di ragazzi spavaldi, ciclomotori senza targa con conducenti senza casco che scorrazzano impavidi per le vie cittadine. Rispetto del prossimo e delle norma, senso civico del tutto assenti