Fridays For Future

Studenti e lavoratori in piazza in tutta la Puglia per la giustizia climatica

La Redazione
Fridays for future: studenti e studentesse in piazza in Puglia contro i cambiamenti climatici
La Climate action week culmina oggi nel terzo sciopero globale per il clima, convocato dal movimento di Fridays For Future promosso dall'attivista Greta Thunberg​
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Arrivano anche da Corato gli studenti che questa mattina a Bari stanno manifestando nel terzo sciopero globale per il clima, convocato dal movimento di Fridays For Future – promosso dall’attivista Greta Thunberg – che vedrà milioni di persone in piazza in tutto il mondo in occasione della Climate action week.

L’obiettivo dello sciopero mondiale – che segue le mobilitazioni del 15 marzo e del 25 maggio di quest’anno – è porre un freno al cambiamento climatico con una protesta su scala globale, prima che sia troppo tardi. Studenti, associazioni e liberi cittadini chiedono ai governi azioni mirate e tempestive contro il riscaldamento globale.

Il corteo di Bari parte da via Alberto Sordi per poi proseguire lungo corso Cavour, via Carulli, piazza Luigi di Savoia, sottopasso Duca degli Abruzzi, via Capruzzi, via Oberdan, via Caldarola, ponte San Pio, via Omodeo, via Fanelli, via Di Vittorio, largo 2 Giugno, viale della Costituente, complanare di viale Einaudi e parco 2 Giugno. Nella circostanza, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha dato mandato all’azienda municipale che si occupa del servizio di trasporto pubblico urbano di consentire la gratuità dell’utilizzo dei mezzi Amtab.

In Puglia altri cortei sono in programma a Terlizzi, Trani, Canosa, Martina Franca, Foggia e Monte Sant’Angelo.

«Ben vengano le proteste su scala globale se servono per scuotere le coscienze e sollecitare azioni concrete di cambiamento. Purtroppo continuiamo, ignorando i disastri che si susseguono, a incentivare modelli di sviluppo fallimentari che stanno uccidendo gli ecosistemi e le comunità – dichiara il presidente di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini -. Pensiamo all’Amazzonia, il polmone del mondo che produce il 20% dell’ossigeno totale e che stiamo perdendo abbattendo alberi senza sosta. Dobbiamo ridurre in modo drastico le emissioni di gas serra prima che sia troppo tardi. Spostarsi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, scegliere fonti di energia rinnovabile, riutilizzare e riciclare, limitare il consumo di carne sono alcune delle azioni per contenere una catastrofe in atto. Serve uscire dalle fonti fossili frenando i sussidi diretti e indiretti dello Stato, che oggi registrano 18,8 miliardi di euro all’anno, ma occorre anche tenere fede agli impegni presi a tutela del clima, a partire dall’Accordo di Parigi».

La temperatura media globale continua ad aumentare con episodi estremi. È necessario entro il 2040 raggiungere zero emissioni nette per contribuire alla decarbonizzazione del pianeta, entro il 2030 è invece perentorio non superare la soglia critica di 1,5°C. Il Rapporto speciale dell’IPCC rileva che un’azione climatica inadeguata produrrà danni irreversibili sugli ecosistemi e sulle attuali e future generazioni. Legambiente ricorda a questo proposito i 453 fenomeni meteorologici riportati dalla mappa CittàClima.it, che dal 2010 ad oggi hanno provocato danni nel territorio italiano (277 i comuni dove si sono registrati eventi con impatti considerevoli); ancora più rilevante è il prezzo che continuiamo a pagare in termini di vite umane e feriti: in seguito a 15 eventi estremi registrati nella penisola, sono 189 le vittime del maltempo, con 4 morti nei primi mesi del 2019. A ciò si somma l’evacuazione di oltre 45mila persone a causa di frane e alluvioni che hanno segnato gli ultimi due anni. Senza dimenticare che il 2018, secondo le registrazioni del Consiglio nazionale delle ricerche-Isac di Bologna, è stato l’anno più caldo dal 1800 ad oggi, con un’anomalia di +1,58 °C sopra la media. Secondo il rapporto di Munich Re, il 2018 ha registrato 850 disastri naturali a livello globale, tra cui alluvioni, inondazioni, frane (46%), uragani e tempeste (42%), per un costo stimato in 160 miliardi di dollari. Le perdite maggiori sono state causate dalla siccità, costata circa 4 miliardi di dollari.

«Crediamo che la conoscenza giochi un ruolo fondamentale nella creazione di un modello di cooperazione globale che superi le logiche di mercato» afferma Davide Lavermicocca, coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia. «La scuola deve essere il luogo in cui fornire gli strumenti per analizzare criticamente l’attuale sistema di sviluppo e definire un nuovo modello produttivo e in cui sia garantita l’accessibilità e la qualità didattica. Il nostro Paese spende circa 10 miliardi in meno degli altri nella zona UE in istruzione e ricerca (3,5% del PIL a fronta del 4,5% della media europea), precludendo l’accesso all’istruzione a migliaia di studenti e rendendo impossibile governare democraticamente la transizione ecologica. Contrasto ai cambiamenti climatici, accesso universale ai saperi e diritto a vivere in ambienti sicuri sono elementi inscindibili: solo il 24,5% degli edifici scolastici pugliesi è dotato di certificati di collaudo statico ed il 25,3% di agibilità (Fonte: Rapporto Ecosistema Scuola 2018 di Legambiente). A questi dati drammatici si aggiungono i dati sul consumo energetico: in Puglia l’80,2% degli istituti scolastici utilizza energie rinnovabili ma il 73,7% degli edifici sono in classe energetica G (Fonte: Rapporto Ecosistema Scuola 2018 di Legambiente), l’ultima, e dimostrano come il finanziamento di impianti rinnovabili non è bastevole se non consegue un ammodernamento necessario per azzerare l’esistenza di scuole altamente energivore. Scuole ed Università sicure ed ecosostenibili sono un primo passo fondamentale per agire concretamente in questa importante battaglia».

«Il mondo intero si trova al bivio: possiamo mantenere un sistema economico e sociale che ci sta portando verso l’estinzione, oppure possiamo immaginare e realizzare una società che difenda la vita e i diritti di tutte e tutti» aggiunge Vittorio Ventura, coordinatore della Rete della Conoscenza Puglia. «Gli ultimi due rapporti dell’IPCC dell’ONU e la mobilitazione di Fridays for Future hanno rilanciato l’allarme sulla catastrofe climatica a cui andiamo incontro, ma le scelte della politica mondiale sono tutt’altro che adeguate a salvaguardare il nostro futuro. La lotta contro le emissioni climalteranti è la lotta contro l’attuale e insostenibile modello di sviluppo da parte dei soggetti che subiscono in maniera più violenta le conseguenze della deriva del mondo che ci circonda: gli studenti, i lavoratori e i disoccupati. Centrale è in questo senso è la creazione di città che godano di un servizio di trasporti gratuito e di qualità. Oltre un quinto delle emissioni di gas serra europee deriva dal trasporto su strada e nel nostro Paese ci sono più di 37,2 milioni di automobili private in circolazione (Fonte: Rapporto Pendolaria 2018) e il 58,6% dei trasporti totali avviene in automobile. Il contrasto al cambiamento climatico deve essere l’occasione per immaginare un nuovo modello di città, caratterizzata da zero emissioni climalteranti e da maggiore benessere per i cittadini. La mobilità in una società interconnessa, oggi ma ancor più in futuro, è un diritto fondamentale per accedere alla cultura, al lavoro, determina le possibilità di autodeterminazione».

«Da ormai molto tempo chiediamo su tutti i livelli di contrattazione che vengano rispettati accordi internazionali e documenti di indirizzo relativi all’emergenza climatica ed ambientale» dice Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia. «Registriamo, invece, da parte dei Governi gravissime inerzie e ritardi. Ancora attualissimo il rapporto Oxfam, ‘Ricompensare il lavoro, non la ricchezza’, in cui nel 2017 si denunciava che l’82% dell’incremento della ricchezza era stata destinata all’1% più ricco della popolazione mondiale. Circa 3,7 miliardi di persone rappresentano la metà più povera del pianeta, la meno responsabile delle emissioni in atmosfera eppure è proprio questa parte a pagare il prezzo più alto in termini di cambiamenti climatici e surriscaldamento. Diventa sempre più evidente che il peggioramento della condizioni climatiche ed ambientali divengono il preludio per l’esplosione di nuove disuguaglianze ed ingiustizie, oltre a consolidare quelle già esistenti. La risposta allora può essere solo integrata, deve tenere assieme modelli di sviluppo e di consumo, politiche energetiche, politiche economiche, tutele sociali. Le ragioni in virtù delle quali il mondo del lavoro e la CGIL sostengono lo sciopero per il clima e per il futuro sta nella definizione di sviluppo sostenibile riportata nel primo documento ufficiale di un organismo internazionale nel 1987: “lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”. Un investimento su un domani di maggior giustizia sociale, ambiente sano, un lavoro e che permetta a tutti di vivere dignitosamente. Un futuro in grado di coniugare sviluppo, ambiente e lavoro, così come abbiamo scritto nella piattaforma programmatica della CGIL pugliese già tre anni fa».

«Durante l’VIII Congresso mondiale della “Internazionale dell’Educazione” i 1.400 delegati che rappresentano oltre 32 milioni di educatori provenienti da più di 150 paesi hanno adottato una risoluzione che evidenzia il ruolo della formazione nei cambiamenti climatici come una delle priorità della “Internazionale dell’Educazione” per i prossimi quattro anni» sostiene Claudio Menga, Segretario Generale della FLC CGIL Puglia. «Il mondo della conoscenza può dare un apporto insostituibile per affrontare la crisi climatica ed ecologica: la ricerca, la formazione delle giovani generazioni sui temi ambientali, l’apprendimento di stili di vita rispettosi dei limiti imposti dalla natura, sono tutte direttrici da seguire, da un lato, per evitare il collasso del nostro ecosistema e dall’altro per spingere i governi a fare grandi investimenti finalizzati alla transizione ecologica, rispettosa dei principi di giustizia sociale, ambientale e climatica. Per questi motivi la FLC CGIL ha deciso di proclamare, per l’intera giornata del 27 settembre, lo sciopero di tutto il personale del Comparto Istruzione e Ricerca, dell’Area dirigenziale, dei docenti universitari e di tutto il personale della formazione professionale e delle scuole non statali. Tutte le FLC CGIL di Puglia, quindi, sostengono e partecipano allo sciopero, raccogliendo l’invito di Fridays for Future, affinché la lotta per un pianeta vivibile e quella per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori siano intimamente connesse».

venerdì 27 Settembre 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 12:53)

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Franco
Franco
4 anni fa

Non se ne può davvero più, abbiamo gretini, amici dei gretini e simpatizzanti politici dei cretini, a colazione a pranzo e pure a cena. Stiamo facendo indigestione, ci verrà una allergia al tema o avremo una reazione.

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Relativamente poca gente ha sempre deciso le sorti di un pianeta, allora come Storia, ora anche come problema climatico: è l'assurda legge della Natura, che non ha mai considerato la massa come entità importante. Lei vuole il dominio dei pochi, dei migliori. Forse ha capito che il “giocattolo uomo” le è sfuggito di mano, ed intende ridimensionarlo, sfruttando l'uomo stesso, giostrando cioè con la sua imbecillità. Il futuro della Terra sarà il suo sgretolamento in polvere da parte del sole: gli scienziati lo sanno, e non ha speranza. Ma la Natura vuole, con i catacllsmi climatici, prefiguratori di distruzioni di popoli che lei considera pericolosamente esuberanti, allungarne il più possibile la vita.

carlo mazzilli
carlo mazzilli
4 anni fa

belle queste manifestazioni, colorate, chiassose, gioiose…ora spero che alle manifestazioni seguano i COMPORTAMENTI virtuosi, QUOTIDIANI. ciò vuol dire spegnere lampadine ed elettrodo,estici quando non ne abbiamo bisogno, spegnere motori e motorini quando si può andare a piedi o si può prendere il mezzo pubblico. non sprecare acqua , non sprecare carta, non abbandonare plastica, vetro, gomme da masticare. sono dei piccoli comportamenti certo, singolarmente non risolutivi, ma ricordiamoci che anche gli oceani sono fatti di singole gocce…

Il paladino verde
Il paladino verde
4 anni fa

Che bravi i nostri studenti… Manifestano in piazza contro i cambiamenti climatici e poi girano 50.000 attorno allo stradone con l'auto, per farsi notare…