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Santini, che passione! Viaggio tra i collezionisti delle figurine elettorali

Francesco De Marinis
Francesco De Marinis
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Santini
Dai pionieri che hanno cominciato a raccoglierli all'inizio degli anni '90 a chi oggi fa di tutto per accaparrarseli tutti
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«Celo, celo, manca» è stato per generazioni il grido di battaglia dei collezionisti di figurine Panini che, riuniti in capannelli, scambiavano le preziose reliquie custodite in mazzetti voluminosi. Questa volta, però, l’oggetto del desiderio non si vende in edicola, non è chiuso in una bustina, ma viene consegnato a mano in cambio della promessa di voto.

La ristretta cerchia dei collezionisti di santini elettorali non supera la decina di appassionati. Il decano è senz’altro Giuseppe Tarantini, per tutti “Peppinotti”, che ha cominciato a raccogliere bigliettini sin dal 1993. I “novizi” indicano lui e Michele Zitoli come gli assoluti esperti del settore. Peppinotti ne avrebbe da raccontare, perché dietro ogni pezzetto di carta stampata c’è una storia che merita di essere narrata.

«All’epoca giravo per lavoro da un comizio all’altro ed ero letteralmente sommerso dai santini – rivela Tarantini – così tornavo a casa con le tasche piene e ci riempivo i bustoni. In quel momento decisi di raccoglierli. In piazza Sedile c’era la salumeria di Enrico Balducci, molto trafficata e chi ci passava lasciava il santino sul bancone. Assieme decidemmo di cominciare con la prima collezione». Di “album” Giuseppe ne ha completati tanti. Impresa non da poco, considerato il numero di candidati. Oggi continua a mettere insieme volti e nomi, ma non è più come prima. «Non ho più il tempo di cercare». Eppure la passione di Peppinotti ha fatto scuola ed è stata seguita da altri avventurosi cacciatori di santini.

Aldo Tandoi ha cominciato tre tornate elettorali fa e per le amministrative 2019 gli mancano una novantina di “figurine”. «Ho cominciato per pura goliardia – confessa -, gestendo un’attività commerciale (un pastificio ndr) li conosco quasi tutti ed è bello ritrovarli come figurine, immaginando che un giorno potrebbero avere in mano le chiavi di “casa nostra”. Aldo ha un grande raccoglitore che racchiude il piccolo esercito dei candidati consiglieri. Le liste presenti sul nostro speciali elezioni gli servono per controllare chi manca all’appello.

Come il “gronchi rosa” di filatelica memoria o le figurine di Poggi e Volpi, ossessione per i collezionisti degli anni novanta, anche tra i santini ci sono pezzi rari. «Ne ho uno – dice Aldo – di una signora che aveva già stampato la sua immaginetta ma poi si è ritirata». Come per quelle dei calciatori, non tutte le foto dei candidati sono facili da trovare. Ci sono grandi classici e tirature limitate come quelle di molti riempi lista. «Quest’anno molto appetibili sono stati i santini dei candidati delle liste che sono state escluse».

Per avere una visione d’insieme c’è chi ha attaccato tutti i santini su un muro, all’interno della sua attività commerciale nel centro storico. Anche in questo caso la catalogazione è certosina. Tutti insieme, per coalizioni e per liste, una distesa di volti che scruta gli avventori, curiosi, che si avvicinano al muro per vedere chi c’è e, magari per contribuire ad ampliare la collezione.

Altro giro, altra storia. Da oltre vent’anni Rosa Cirasola, impiegata dal 2001 nell’ufficio elettorale del Comune, colleziona santini. Da un armadio tira fuori grossi faldoni e mostra orgogliosa la sua raccolta che parte dalla tornata del 1993, quella del primo mandato di Luigi Di Gennaro. Pochi esemplari, pochi colori e spesso si sceglieva di non pubblicare il proprio mezzobusto. «Collezionavo già santini – spiega Cirasola – è una cosa che mi è sempre piaciuta. Nel 2000 ho fatto da supporto all’ufficio elettorale mentre dal 2001 mi sono trasferita definitivamente in quest’ufficio. Da quel momento ho cominciato a chiederli, catalogarli e conservarli».

I faldoni sono ordinati per anno e, a loro volta, sono divisi per coalizione. Su ogni pagina una lista, i santini e sotto i nomi scritti a pennarello. A contorno di volti e bigliettini anche lettere, manifesti e simpatici gadget, tutti relativi alla campagna elettorale di riferimento.

Sfogliare le cartelline è come fare un tuffo nel passato, soprattutto di chi da oltre vent’anni è impegnato nella politica cittadina ma anche di quell’amico che nel 1997 si candidò giovanissimo. «Se torno a guardarli di tanto in tanto? Certo – risponde la signora Rosa Cirasola – è bello vedere come eravamo. Adoro il periodo elettorale perché la città appare più viva».

Mentre sfoglia e ripassa, per l’ennesima volta, oltre vent’anni di vita politica cittadina rivela: «Quando andrò in pensione lascerò tutto questo qui, a disposizione di chi vorrà consultarlo e magari continuare la raccolta. Nei verbali ci sono sicuramente tante informazioni importanti, ma i santini sono tutta un’altra cosa».

venerdì 24 Maggio 2019

(modifica il 21 Luglio 2022, 18:46)

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M.B
M.B
4 anni fa

Mi complimento con questi raccoglitori di Santini…anni fa anche io cominciai a raccoglierli per scherzarci su ..ma qualcuno mi rimproverava dicendomi che “”avevo la capa sana “li conservo ancora in una scatola gelosamente. ma non sono tantissimi..è comunque un modo per sopportare le schifezze della politica. E ci vuole pazienza in entrambi i casi.prima o poi bisognerà re una mostra.
……

salvatore di gennaro
salvatore di gennaro
4 anni fa

Le “schifezze della politica”, afferma M.B. Ed in questa frase esprime la rassegnazione popolare, l'ineluttabilità di una situazione che si pensa nessuno possa cambiare. E' un peccato questa mancanza di combattività, che permette a relativamente pochi individui di tenere in scacco un Paese. Ma la Politica diventa interessante se c'è preparazione nell'elettorato attivo e passivo: notare come siano avvenute le trasformazioni in un popolo, conoscere le cause di tali metamorfosi o i motivi che hanno caratterizzato dannose inerzie o stasi, diviene prioritario. La Politica è un impasto fatto di Sociologia, Storia, Antropologia, Etnografia, Psicologia, Economia, Diritto. Ha un fascino tutto suo, e non va affrontata con superficialità.