​Legambiente tra ecologia e buonsenso

Legambiente Corato
Un nuovo spazio di comunicazione sui portali Live sul tema dell'ambiente. Partiamo dall'ecologia per una nuova economia circolare a scanso di equivoci specie del greenwashing
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Iniziamo dalle parole e dai contenuti. Molte volte sono distorti dando addirittura un significato opposto dal vero senso e dal valore. Partiamo dal lemma Ecologia. E’ la scienza che studia le relazioni dei viventi tra loro e con l’ambiente in cui vivono. Se vogliamo esemplificare al massimo è la scienza delle relazioni tra gli esseri viventi per la gestione e l’organizzazione per l’utilizzo delle risorse presenti sul nostro Pianeta.

All’interno di un dibattito socioculturale da gruppi ecologisti e antinucleari nasce Legambiente. Nel 1986 si rende autonoma e da allora nasce la nostra avventura anche nella nostra città costituendosi definitivamente con atto notarile in Molfetta, il 14/04/1997 come circolo con un proprio Statuto autonomo. Da allora, la nostra storia è divenuta più articolata con maggiore impegno e una più grande forza giuridica.

Nel corso di questi anni, ormai trenta, nella nostra città ne abbiamo vista passare acqua sotto i ponti, ma “il motore” delle nostre attività sono le campagne come Puliamo il mondo, Festa dell’albero, nonché alle varie prese di posizione sulle principali questioni locali di carattere socioambientale che elencarle sarebbe noioso per il nostro lettore e forse ,fin troppo, retorico: per esempio, la costituzione del Parco dell’alta Murgia alle campagne referendarie. In alcune situazioni, abbiamo anche rinunciato momentaneamente al nostro marchio associativo per confluire temporaneamente in comitati per conseguire obiettivi per i beni comuni, ciclicamente messi in discussione.

Il rapido accrescimento della popolazione umana negli ultimi due secoli è stato accompagnato da un grande sfruttamento degli ambienti naturali e la modifica degli stessi anche nei processi di produzione. Tutto questo ha causato una diminuzione della biodiversità e ha spesso compromesso le capacità degli ambienti di ritornare all’equilibrio naturale, che consente la sopravvivenza degli animali e delle piante che ci vivono anche di supporto biologico per la vita dell’uomo. Con l’evoluzione tecnologica la sfida è quella di generare una nuova economia circolare, sostenibile, aperta al rispetto dell’ambiente, favorendo una nuova forma di ridistribuzione delle risorse, dando una nuova vita alle materie prime e rivitalizzando la filiera agricola.

Tutto è questo possibile creando una sinergia tra istituzioni, cittadini e mondo produttivo. Talvolta, ci sono operatori del mondo della comunicazione che distorcono il senso dell’essere ecologisti, secondo una vetusta visione di essere i conservatori dell’ambiente, di essere dei tutori di un mondo che non vuol cambiare, quando i processi produttivi ed economici vanno avanti, di frenare il progresso.

Pertanto, sono necessari due aspetti fondamentali: la dimensione etica del comunicatore e la preparazione con la conseguente conoscenza delle problematiche ambientali, che, talvolta, non hanno vere e profonde valenze scientifiche, non sono verificate da centri di ricerca accreditati consultando più fonti accreditate. Questo richiede più tempo e varie risorse. Per questo motivo, si può arrampicare su motivazioni pseudoprogressiste ed innovative.

Un esempio nel concreto, dove si sono cimentate alcune aziende, partiti o amministrazioni di greenwashing: quando un’azienda o un’organizzazione asserisce di essere “green” attraverso la pubblicità e varie azioni di marketing, o pseudoinserzionali, o articoli tendenziosi, dichiarandosi più veri per una singola azione, impiegando in questo più risorse e denaro, talvolta, anche di risorse pubbliche, rispetto a quello impiegato per minimizzare, davvero il proprio impatto ambientale o per produrre veri benefici ambientali.

Per quelle organizzazioni l’importante è: avere un’immagine più “green”, o eco, o ecofriendly per acquisire solo una credibilità sociale per ottenere più vendite e /o consenso. Su questo gli operatori della comunicazione dovrebbero aprire gli occhi e tutto questo è possibile se si ha una vera cura nella ricerca delle fonti e dell’attendibilità delle stesse nel campo ambientale vale al quadrato per il ruolo ambientale che hanno le notizie per la ricaduta su una comunità. E’ necessario maturare questa nuova consapevolezza per maturare una coscienza critica di cui un po’ tutti abbiamo bisogno.

venerdì 22 Giugno 2018

(modifica il 3 Febbraio 2023, 14:37)

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