Spalla

Best superfood? Mandorla, of course!

Elena Albanese
Mandorlo
Anche i cinesi, che detengono l'80% del mercato americano, sono interessati alle caratteristiche qualitative e organolettiche del prodotto pugliese e sono disposti a pagarlo prezzi da capogiro
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I cosiddetti superfood sono alimenti che hanno un contenuto di nutrienti superiore alla media dei cibi comuni, in particolare sono ricchi di vitamine, minerali, fibre, enzimi, sali minerali e antiossidanti. E sapete chi, in questa categoria, è in cima al gradimento dei pugliesi? La mandorla, il cui giro d’affari è cresciuto del 14,6% rispetto all’anno scorso.

Oggi come ieri, quando ancora si stendevano al sole ad asciugare lungo i marciapiedi delle strade, «le nostre mandorle vanno letteralmente a ruba – come conferma il presidente regionale di Coldiretti Gianni Cantele -, e ormai soddisfano solo in parte il fabbisogno italiano».

Addirittura i cinesi, che oltre a produrre e vendere di tutto, detengono l’80% del mercato americano in questo settore, sono interessati alle caratteristiche qualitative e organolettiche delle nostre mandorle e sono disposti a pagare prezzi da capogiro per un prodotto che di fatto scarseggia.

Attualmente in Puglia è destinata alla coltivazione del mandorlo una superficie pari a 19.428 ettari (il 35,05% di quella nazionale), che fornisce una produzione totale di 264.670 quintali di prodotto, esattamente un terzo del totale italiano (33%), di cui 148mila quintali e 12.500 ettari (il 63%) solo nella provincia di Bari. Seguono Brindisi con 54mila quintali e 4.500 ettari (23%) e Foggia con 21.500 quintali e 1450 ettari. Fanalini di coda Taranto e Lecce. Nella produzione siamo secondi solo alla Sicilia.

Ma nonostante le mandorle occupino il 96% della superficie regionale destinata a frutta a guscio, il quantitativo resta sempre esiguo rispetto alle richieste, mantenendo i prezzi alti. E sebbene ciò rappresenti un volano per l’economia, l’altra faccia della medaglia è rappresentata dai furti in campagna e dall’agropirateria.

A scapito del tanto decantato km 0, arrivano sugli scaffali dei nostri supermercati noci californiane, pistacchi iraniani, nocciole turche e pinoli cinesi, tanto per citarne solo alcuni. Come difendersi? Verificando sempre l’origine di ciò che acquistiamo, che deve essere obbligatoriamente apposta sulle confezioni. Un obbligo che dovrebbe valere anche per la frutta già sgusciata, al fine di garantire la completa trasparenza e la corretta informazione ai consumatori.

In alternativa, potete comprare mandorle ancora chiuse. Malli e gusci, infatti, si prestano alla produzione tradizionale di carbonella, mentre le ceneri dei secondi, ricche di potassio, sono un ottimo fertilizzante naturale per il vostro orto.

giovedì 31 Maggio 2018

(modifica il 22 Luglio 2022, 14:00)

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