La storia

“L’estate di…” Gabriel Garcia, dal Venezuela all’Italia. «Porto arepas e churros “on the road”»

Ingrid Vernice
Il camioncino di Gabriel Garcia
Gabriel ha deciso di trasferirsi nel nostro Paese tre anni fa insieme sua moglie. Nonostante in Venezuela lavorassero entrambi, sono partiti per garantire un futuro migliore e libero ai loro figli
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Dal Venezuela all’Italia, sola andata. Parte dall’America Latina l’ultima storia che vi proponiamo per “L’estate di…”, l’appuntamento domenicale in cui CoratoLive ha raccontato le vite di chi trascorre i mesi più caldi in una maniera diversa dal solito. n

Dopo aver parlato delle esperienze di Egidio Tarricone, il giovane coratino che «accende i paesi», Sergio Mastrapasqua con la sua storia di riscatto per il centro storico, Sandro, la guardia giurata alle prese con la sicurezza in città, Daniela Maggiulli, alle prese con una bella esperienza a Riace insieme a immigrati e anziani e Gabriele Leo, pasticcere coratino a Londra, oggi il protagonista si chiama Gabriel Garcia che, con il suo camioncino “Cilantro Road”, porta in giro i piatti più gustosi della sua terra.n

Italo-venezuelano di 52 anni, Gabriel ha deciso di trasferirsi nel nostro Paese tre anni fa insieme sua moglie, anch’ella italo-venezuelana. Nonostante in Venezuela lavorassero entrambi e occupassero posizioni di tutto rispetto, sono partiti per garantire un futuro migliore e libero ai loro due figli.n

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Raccontaci un po’ della tua vita in Venezuela
Io e mia moglie Maria Greca, figlia di coratini ma nata in Venezuela, conducevamo una vita tranquilla. Ho prima fatto l’imprenditore, poi ho iniziato a lavorare nel reparto comunicazione scientifica di una nota multinazionale francese che si occupa di cosmesi e bellezza. Mia moglie, invece, faceva l’ingegnere elettronico. Vivevamo bene economicamente parlando, ma abbiamo scelto di trasferirci per far vivere al sicuro i nostri due figli. Siamo partiti solo con qualche risparmio, lasciandoci alle spalle la nostra vecchia vita e la nostra casa.n

In Venezuela abbiamo lasciato anche diversi parenti: mia madre non ha voluto saperne di trasferirsi in Italia e mio figlio più grande che sta per laurearsi in veterinaria. Le notizie che ci mandano in questo periodo non sono confortanti: mancano generi di prima necessità come cibo e medicinali, l’inflazione è alle stelle, il livello di sicurezza è ai minimi storici. La speranza che la situazione possa cambiare è ancora viva nel popolo venezuelano, la stessa scelta di mio figlio di prendere una laurea lì è una dimostrazione di coraggio.
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E una volta arrivato a Corato?
I primi tempi qui non sono stati semplici: ho lavorato in un autosalone, ma le cose non andavano benissimo. Quindi ho iniziato un secondo lavoro nel settore commerciale del LiveNetwork.n

Com’è nato il Cilantro Road?
L’idea c’era da tempo ma, purtroppo, ci mancavano i finanziamenti. Abbiamo deciso di accendere un mutuo e così è partito tutto. Siamo arrivati addirittura a Torino per far fare delle ricerche sul mercato dello street food e ci siamo convinti ancora di più che il nostro progetto avrebbe potuto funzionare. Adesso, a più di un anno di distanza, sono arrivati anche i finanziamenti e presto saremo pronti anche con la sede stabile nei pressi di Piazza Simon Bolivar, dove sposteremo l’intera produzione.n

Quali specialità si possono assaggiare da voi?
Puntiamo su specialità tipiche venezuelane, la maggior parte delle quali molto semplici con ingredienti di prima scelta. Le arepas, il nostro cavallo di battaglia, sono una sorta di panini a base di farina di mais bianca che è possibile riempire con pesce, carne e insalata di pollo. Altra specialità è il pernil, ovvero prosciutto di maiale al forno, una vera delizia. Consiglio sempre di provare i pastelitos, una specie di ravioli ripieni di carne e fritti. Per concludere un churro in stile venezuelano ripieno con nutella o con arequipe (arechipe), dulce de leche dal sapore simile alla caramella mou. Ho anche fatto un corso in Spagna per perfezionare la mia ricetta dei churros.n

Quindi la tua estate com’è?
In continuo movimento. Io e mia moglie giriamo parecchio perché i miei estivi sono quelli che ci tengono più impegnati tra fiere, sagre e feste patronali. Solo in questa estate siamo stati a Matera, Giovinazzo, Martina Franca, Trani, San Salvo (Chieti), Molfetta, Triggiano, Valenzano. Praticamente ogni weekend lo abbiamo passato in giro. In settimana, dal lunedì al mercoledì, siamo invece a Corato, nei pressi dello spiazzale di via Santa Maria, vicino alla stazione di servizio.n

Niente ferie, quindi
Le ferie estive non ci sono a se ci dobbiamo spostare molto da Corato con il nostro Cilantro Road, portiamo con noi bambini e zia, in modo da far visitare loro posti nuovi, come è accaduto per Matera, mentre noi lavoriamo.n

La tua giornata tipo
Comincia sempre con una pulizia molto approfondita del Cilantro Road. La sera quando chiudiamo facciamo una prima pulizia e il mattino seguente continuiamo. Poi arriva il momento della spesa, la maggior parte dei nostri prodotti sono di esportazione ad eccezione di carne pesce e verdure che, data la deperibilità, compriamo in zona. Anche la preparazione degli alimenti viene svolta in gran parte al mattino, in modo da permettere un servizio veloce e di qualità ai nostri clienti. Tanto è il tempo che dedichiamo alla ricerca su internet di fiere ed eventi a cui partecipare anche se negli ultimi tempi sono gli organizzatori a contattarci.n

Aneddoti capitati sul lavoro?
Dalle bandiere venezuelane che attirano nostri connazionali entusiasti di far assaggiare del cibo tipico ai loro amici italiani, ai rapporti speciali che si creano con gli altri colleghi dello street food. Spesso ci ritroviamo a pranzare tutti insieme facendo assaggiare reciprocamente le nostre pietanze. Il clima che si instaura è qualcosa di veramente speciale, praticamente un’unica grande famiglia on the road.n

Qual è il tuo piatto italiano preferito? E quello pugliese?
Adoro la pasta, devo dire che si usa molto anche in Venezuela dato il forte influsso della cultura italiana. Della Puglia amo l’olio, lo trovo un prodotto eccezionale, e la focaccia con la mortadella, paradisiaca.n

Ti sei pentito della tua scelta?
Assolutamente no, la rifarei altre mille volte, per i miei figli e mia moglie. Sono in Italia da tre anni e non sono ancora ritornato in Venezuela, magari un giorno, se le cose dovessero cambiare.n

domenica 3 Settembre 2017

(modifica il 23 Luglio 2022, 5:19)

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un cittadino qualunque
un cittadino qualunque
6 anni fa

sono contento per la storia di riscatto del signor Garcia, un uomo che si è fatto da solo e ha saputo dare un futuro ai suoi familiari. Questa è l'IMMIGRAZIONE che dovremmo accettare: gente con l'intento di lavorare e di costruire un futuro nel nostro paese.Gente che non è a “carico nostro” ma che riesce (anche meglio di molti italiani) a fare imprenditoria, a fare reddito. Purtroppo il sig. Garcia è uno dei pochissimi che emigra nel nostro paese con questa voglia di riscatto e di voler fare, la maggior parte viene qui per essere mantenuto da noi poveri contribuenti. chissa quando cambieranno le cose…dopo tutto noi siamo il bel paese che continua ad andar avanti a tarallucci e vino..