Anche in tema di volontariato la teoria non è mai una sola. Per questo il 5 dicembre, in occasione della giornata internazionale dedicata al tema, alle 17.30 ci sarà un dibattito nella sala conferenze della biblioteca comunale.
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Ad organizzare l’iniziativa è la consulta permanente del volontariato e della solidarietà sociale del Comune di Corato, sostenuta dall’amministrazione comunale e dall’assessorato ai servizi sociali e al terzo settore.
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Prendendo spunto dall’articolo “Posso parlare male del volontariato?” scritto dal blogger Aldo Giannuli i temi argomentati saranno relativi al valore etico, sociale, economico e sussidiario del volontariato.
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Strutturato su queste tematiche, sostenitori opposti (pro e contro) si alterneranno nella discussione relativa al solo valore sociale e al solo valore economico.
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Il debate sul valore sociale, dibattuto da una rappresentanza delle quarte classi H e I indirizzo socio-sanitario dell’istituto d’istruzione superiore “Tandoi” di Corato con le insegnanti Rossella De Benedittis e Lucia Elia, sarà preceduto da una breve relazione sul valore etico argomentato da Paolo Torelli, presidente dell’associazione di volontariato Centro aperto diamoci una mano di Corato.
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Il secondo debate sul valore economico sarà dibattuto da una rappresentanza delle classi quinta CI, quarta DI e quinta DI indirizzo sistemi informativi aziendali dell’istituto d’istruzione superiore “Tannoia” di Corato con le docenti Maria Quatela e Tania Sciscioli.
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Entrambi i dibattiti saranno moderati da Antonella Rosito, assessore ai servizi sociali e al terzo settore del Comune di Corato.
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A trarre le conclusioni sarà Rosa Franco, presidente del Centro di Servizio al Volontariato San Nicola per la Provincia di Bari e del CSV Puglia net, la rete dei Centri di Servizio al Volontariato della Regione Puglia.
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I vari interventi saranno coordinati da Francesco Zonni della Casa Famiglia della Mamma, associazione di volontariato di Corato.
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…”debate”..? E che è? Me lo vado a vedere, su internet, e leggo che è una “disputazione” (parola ancora in uso nella lingua italiana), un metodo di coinvolgimento adottato già dal medioevo. Si difende la nostra Costituzione, inadeguata a noi, ma non l’idioma italiano. Questo atteggiamento di rifiuto della propria cultura è classico dei popoli sottosviluppati e deboli. Non esiste un’associazione di volontariato per la “difesa della lingua italiana”? Mi sa di no, per mancanza di partecipanti… Comunque io non ce l’ho con l’inglese, lingua importante e che io stesso usavo giornalmente nel mio lavoro di “uomo radar”, ma con l’imbecillità nel voler centellinare la sostituzione progressiva dell’italiano con l’altra lingua, invece di insegnare l’inglese e mantenere intatta la nostra. Solo i cani “meticci” sono più intelligenti degli originali: tutto il resto risulta una ridicola porcheria.