Attualità

Piazza Di Vagno, Legambiente chiede l’intervento del Ministero

La Redazione
Il cantiere di piazza Di Vagno
«Abbiamo chiesto ufficialmente l'intervento della Soprintendenza dei Beni Monumentali e del Paesaggio per far luce sulla situazione» dicono dall'associazione ambientalista
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Legambiente vuole vederci chiaro rispetto allo stato di avanzamento dei lavori di piazza Di Vagno. 

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«Abbiamo chiesto ufficialmente l’intervento della Soprintendenza dei Beni Monumentali e del Paesaggio per far luce sulla situazione» scrivono in una nota. Dal Ministero competente si vorrebbe «una valutazione della situazione in atto, in qualità di organo istituzionalmente preposto al controllo».

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I dubbi derivati dall’ultimo consiglio comunale
n«Il piano di Piazza Di Vagno risulta nella redazione di esecuzione del progetto esecutivo, di un pool di professionisti. Appare eseguito dal luglio 2011, per un importo dichiarato su un curriculum vitae di uno degli tecnici, per l’importo di 1.482.000 euro all’interno di un “Programma integrato per la rigenerazione urbana” del Comune di Corato.

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Dai risultati dei vari interventi pubblici nel consiglio comunale apprendiamo che il progetto sarà modificato in base alla relazione archeologica. I professionisti incaricati non sapevano della presenza in passato dei manufatti fino ad un secolo fa?

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Notando e constatando la situazione in atto, abbiamo pubblicamente chiesto l’intervento di un archeologo, che è stato indicato in corso d’opera, individuato in fretta e furia. Da quanto emerso nel corso del consiglio comunale, pare esista un fantomatico “segreto archeologico” ignoto anche tra le fattispecie giuridiche.

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Da quanto è risultato nel corso della seduta, la determina di incarico all'archeologa «non è esecutiva perché ancora in attesa del parere contabile. Pertanto l'archeologa che lavora nel cantiere di piazza Di Vagno pare che non abbia o non abbia avuto, un contratto di lavoro. Pare che lavori o abbia lavorato a nero, da quanto apprendiamo dagli organi di informazione secondo quanto emerso in Consiglio il 20 luglio scorso.

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Per una serie di motivi, a questo punto, la situazione della piazza sembra la tela di Penelope, che si cuce e si scuce giorno per giorno, secondo le opportunità: sembra che sia chiaro che si stia cercando il filo di Arianna, di cui pubblicamente non si conoscono dati e le informazioni ufficiali di ciò che è stato ritrovato, del valore e della valenza degli stessi ritrovamenti».

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Per l’associazione ambientalista non è la prima volta
n«Nel corso degli oltre venticinque anni di attività – scrivono dal circolo – diverse iniziative sono state attuate per valorizzare e promuovere il nostro patrimonio storico, culturale e naturalistico della nostra città, vedendo nascere e passare diverse amministrazioni comunali di ogni colore, dalla prima alla fantomatica seconda Repubblica.

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Ricordiamo per esempio, l’impegno vincente per ottenere il vincolo archeologico su villa Torre Paone, in cui insistono resti di un insediamento Neolitico, secondo il D.M.25/11/1998, ai sensi della legge 1089/1939. Oppure la promozione dell’area archeologica di san Magno, con appuntamenti come Murgia Pulita, in collaborazione con l’ente Parco ed altre realtà sociali, o Puliamo il Mondo. Non solo abbiamo guidato cittadini e studenti nell’area archeologica, è stata anche promossa una conoscenza del territorio sconosciuta purtroppo ai più».

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Legambiente è «un’associazione che tutela gli interessi, collettivi, pubblici e diffusi, riconosciuta ad ogni livello. Per questo motivo – concludono dal circolo di Corato – operiamo nell’ interesse della nostra comunità, per la tutela e valorizzazione sia degli spazi coinvolti di pubblico interesse che dei fondi pubblici che risultano già da cinque anni, in un certo qual modo, impiegati.

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Ricordiamo che nella Carta del Restauro di Amsterdam (1975) è scritto, tra l’altro che “la pianificazione urbana e l’assetto territoriale devono integrare le esigenze della conservazione del patrimonio architettonico e non trattarla più in maniera frazionata o quale elemento secondario, come spesso accadde in un passato recente. Perciò è diventato indispensabile un dialogo permanente tra pianificatori e conservatori. Gli urbanisti debbono riconoscere che gli spazi, non essendo equivalenti, bisogna trattarli secondo i loro caratteri specifici”. 

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Crediamo da sempre in questo dialogo aperto, franco, partecipato. Peccato che politici e pianificatori pongano un paravento, non sappiamo per quali ragioni».

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mercoledì 31 Agosto 2016

(modifica il 24 Luglio 2022, 2:10)

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Chiara Capozza
Chiara Capozza
7 anni fa

Sottoscrivo e condivido le preoccupazioni degli amici di Legambiente. Io già lo scorso anno scolastico approfonditi l’analisi della delicata e problematica realtà della piazza Di Vagno con alcuni alunni che partecipando al concorso Nazionale del FAI Torneo del Paesaggio scrissero molti articoli e si classificarono al primo posto vedendo pubblicati gli articoli anche sulla rivista “Il giornale dell’arte “. I ragazzi (ed io con loro )esprimevano perplessità in merito alla realizzazione di del palazzetto e al progetto di sistemazione della piazza soprattutto tenendo presenti le preesistente archeologiche.