Cultura

Festival pianistico, la grande scuola russa non si smentisce con la maestria di Yuri Bogdanov

Giuseppe Gallo
Festival pianistico
Corato e il suo piccolo teatro hanno accolto a braccia aperte la sua maestria e la naturale simpatia per ascoltare alcune delle pagine più importanti della storia della musica
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“Onorato artista della patria”. Il massimo riconoscimento che la Russia è in grado di offrire agli artisti figli del suo immenso e prolifico ventre.

Yuri Bogdanov, segni particolari: pianista semplicemente geniale, immenso repertorio e decine di premi conquistati. In occasione del quinto Festival pianistico, Corato e il suo piccolo teatro hanno accolto ieri sera – a braccia aperte – la sua maestria e la naturale simpatia per ascoltare alcuni dei capolavori che i più grandi compositori hanno vergato sui pentagrammi degli ultimi secoli.

A partire da Bach, che il Maestro Filippo Balducci – introducendo il collega moscovita – identifica come «padre della musica». La Fantasia cromatica e Fuga BWV 903 sono inni alla polifonia e pilastri dello stile contrappuntistico imitativo. La Fantasia si apre con un carattere d’improvvisazione, seguito da un magnifico corale e uno splendido recitativo. La Fuga è un eccitato richiamo tra la mano destra e la sinistra, che intrattengono un fittissimo conciliabolo.

Il decadentismo del compositore norvegese Edvard Grieg, il suo amore per le manifestazioni folkloristiche insieme a chiari omaggi a Bach si sono declinati negli spartiti della Holberg suite n.40. Vi si ritrovano le Sarabande, la Gavotta (danza francese in ritmo binario), un’Aria e il Rigaudon, la danza provenzale per eccellenza.

Per chiudere la prima parte del concerto, Bogdanov ha scelto il Rondò capriccioso di Mendelssohn (altro estimatore e tra i primi riscopritori di Bach), ideale per far rilucere il suo virtuosismo grazie all’uso del trillo, al ritmo indiavolato e a passaggi che sfiorano la velocità della luce.
Un assaggio di “romanticismo felice” – secondo la definizione di alcuni critici – che ha lasciato spazio a un finale infuocato, con i celeberrimi Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, suite in quindici brani ispirata dai bozzetti dell’amico artista Viktor Hartmann, molti dei quali oggi sono andati perduti.

Musorgskij la compose in soli venti giorni e anticipò il Novecento di oltre un quarto di secolo grazie al pianismo percussivo, ai ritmi ossessivi e agli accordi dissonanti, di stampo quasi jazzistico. Negli anni ’70, epoca d’oro del rock progressivo ispirato proprio alla musica classica, gli Emerson, Lake & Palmer offriranno una loro rilettura di Musorgskij con Pictures at an exhibition.

La suite, evocativamente onomatopeica, si apre con la solenne Proménade, subito scalzata dalle riprese e dalle fermate repentine di Gnomus, storia di un nano malvagio. La Proménade tornerà più volte per raccontare la passeggiata dello spettatore tra i corridoi della mostra. Il lirismo spiccato de Il vecchio castello è prontamente sradicato dagli scatti di sedicesimi di Tuileries, narrazione dei giochi e dei litigi infantili.

Bydło è invece il nome del quarto movimento e di un tipico carro campagnolo polacco che, con il suo incedere pesante, si avvicina con fragore e si allontana avvolto nella polvere.

Una nuova Proménade onirica introduce le acciaccature del Balletto dei pulcini nei loro gusci, per far poi proseguire la composizione con Samuel Goldenberg e Schmuÿle, l’ebreo opulento e tronfio e quello povero e piagnucolone.

La lite furibonda delle contadine di Limoges, un inquieto peregrinare nelle catacombe di Parigi e la visita dell’antro della strega Baba Jaga – ricchissima di grottesche terzine – lasciano il via libera alla maestosa conclusione: La grande porta.

I bis con Skrjabin e Chopin salutano un pubblico elettrizzato, forse il più numeroso dall’inizio del festival e pronto a tributare una pioggia di applausi a un ospite di tale caratura, nominato per l’occasione socio onorario dell’associazione Fausto Zadra.

Nuovo appuntamento per il Festival questa sera, con le atmosfere incantate del tango argentino. Pasquale Stafano al pianoforte e Gianni Iorio al bandoneón sono i nomi delle due eccellenze pugliesi ospiti della penultima serata della kermesse.

sabato 7 Novembre 2015

(modifica il 24 Luglio 2022, 21:50)

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