Politica

Un lettore difende i politici coratini: «Fanno i “gradassi” ma amano tanto la nostra terra»

La Redazione
Una seduta di consiglio di alcuni mesi fa
Secondo Massimo Cifarelli quella offerta dallo studente coratino è «un'immagine istantanea che non può esser presa in considerazione fino al punto di asserirla a verità delle cose e delle questioni di Corato e del Sud»
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Lo scritto di Francesco Capozza, lo studente che ha voluto raccontarci la sua percezione del consiglio comunale di Corato, dei nostri politici e della situazione del meridione, ha ottenuto un buon riscontro fra i lettori. Fra loro c’è chi si è spinto oltre i commenti lasciati sotto i post di Facebook o su CoratoLive.it. 

Fra questi, Massimo Cifarelli che nella nota che riportiamo di seguito, pur valorizzando l’analisi di Francesco, prende le difese dei politici e di loro scrive: «pur essendo “ignoranDi”, pur avendo quell'atteggiamento da “gradassi” quando stringono mani e danno pacche sulle spalle, pur somigliando a dei raptor quando vanno ad incetta di "voti", sono persone vere nonostante le loro stesse ed umane contraddizioni. Hanno un cuore d'oro e dalle loro viscere inizia l'amore smisurato, incontrollato, incondizionato per la loro terra di appartenenza: Corato. E siamo esattamente così noi coratini del Sud».

«L'analisi di Francesco Capozza, questo nostro caro concittadino trasferitosi a Trieste per completare il suo percorso di studi, rappresenta, a mio modesto parere – scrive Cifarelli – un'analisi a tratti reale quanto simpatica di uno spaccato della vita cittadina e delle sue dinamiche politiche che mai come negli ultimi tempi si sono manifestate nella loro piena contraddizione.

Tuttavia l'analisi di Francesco è un’immagine istantanea che non, dico non, può esser presa in considerazione fino al punto di asserirla a verità delle cose e delle questioni di Corato e del Sud più in generale.

Partendo da una lettura più attenta dei fatti da Francesco "raccontati", si evince immediatamente che gli stessi si riferiscono ad episodi, a cui si concede il beneficio d'inventario, accaduti nel settembre 2014, durante un consiglio comunale ove erano presenti consiglieri e cittadini a cui si contestano "disordini espressivi" ed espressioni dialettali ai quali seguono, altresì, quasi certamente – secondo Francesco – anche "disordini di pensiero".

La scelta dell'uso della parola, pur essendo essa contratta dalle tipiche cadenze della terra d'origine, e le espressioni dialettali “italianizzate”, derivano da un amore che si ha per il proprio territorio, per la propria lingua e per il suono della pronuncia. Si può parlare bene e articolare male e viceversa, ma sarà sempre il concetto, ovvero il concipere (comprenhendere), a detenere il podio in un discorso dal quale, come spesso accade, derivano azioni e provvedimenti.

L'immobilismo delle forze politiche, a seguire l'analisi di Francesco, è un argomento sul quale già si sono espressi altri teorici e liberal chic, non solo della classe bene e colta di Corato ma di tutta la nostra penisola, e riguardano gli stessi fatti politici e sociali che corrono da “Trieste in giù” (come nella canzone della Carrà).

Altresì vale per gli "attacchi feroci da una fazione all'altra". Ne siamo ugualmente abituati.

"Caro Francesco, osserviamo questi teatrini ogni giorno che "accendiamo" (consentimi il termine) la TV. Solo che mentre nelle grandi stanze della politica nazionale i politici litigano per "finta" (consentimi il termine), qui a Corato litigano “A'daver”, e se potessero si prenderebbero anche “a' mazzat”.

E sai perchè? Perchè i nostri politici locali, pur essendo “ignoranDi”, pur avendo quell'atteggiamento da “gradassi” quando stringono mani e danno pacche sulle spalle, pur somigliando a dei raptor quando vanno ad incetta di "voti", sono persone vere nonostante le loro stesse ed umane contraddizioni. Hanno un cuore d'oro e dalle loro viscere inizia l'amore smisurato, incontrollato, incondizionato per la loro terra di appartenenza: Corato. E siamo esattamente così noi coratini del Sud.

Anche io spesso ho manifestato pensieri di dissenso nei confronti di questa amministrazione locale, o di quella precedente, o di quella ancora prima. Ma non ho mai dimenticato le cose ben fatte a Corato dalla politica locale alla quale si sono aggiunte le tante iniziative da parte dei giovani e meno giovani che hanno tracciato la nostra cultura fatta di associazioni di volontariato e eventi di ogni tipo che hanno esaltato le eccellenze che possediamo: artistiche, sportive, culturali, enogastronomiche, imprenditoriali e così via.

Non posso non tenere in considerazione anche l'impegno mostrato dai tanti giovani per la politica. Non mi importa a quale corrente essi appartengano o con quanta inesperienza possano condurre il loro operato. Guardo e ammiro la loro passione e tanto mi basta per esser fiero della mia gente e grato dei loro buoni intenti

Non posso, anzi non possiamo non tenere in considerazione gli sforzi, individuali e collettivi, che noi tutti ogni giorno compiamo per un futuro e una Città migliore. Ma rimaniamo qui a combattere, con tutto ciò che siamo e che abbiamo. E quando partiamo per luoghi lontani in cerca di miglior fortune, non desideriamo altro che tornare e condividerle, in un modo o nell'altro, con gli abitanti del nostro Sud e della nostra Terra.

Francesco, mentre leggevo il tuo articolo che la gentilissima redazione di Coratolive -composta da ragazzi entusiasti che sono partiti per poi tornare nella loro terra e mettere su un portale così utile tanto da darti la possibilità di pensiero – ha pubblicato, mi aspettavo che tu facessi anche un'analisi storica-sociale sulle ragione che hanno determinato nei secoli le grandi differenze tra Nord e Sud che ad oggi appuriamo. Credevo, mentre leggevo, che avresti anche parlato di quanta ricchezza, cultura e lavoro la gente del Sud ha portato nel mondo e nelle regioni del Nord, Europa compresa.

Credevo che ad un certo punto avresti fatto cenno ad illustri meridionali come ad esempio Francesco Saverio Nitti, politico lucano e grande esperto di finanze, che nel "Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1897" sostenne che l'Italia del Regno delle Due Sicilie portava in dote "minori debiti e più grande ricchezza pubblica".

Dunque, al contrario di quanto purtroppo si continua a leggere e dire a sproposito circa l'incapacità – persino genetica – delle genti del Sud di produrre sviluppo e progresso, lo scenario senza veli e pregiudizi è ben diverso, e l'accrescimento del divario tra Nord e Sud del Paese furono proprio il processo di unificazione risorgimentale e, soprattutto, le politiche in materia di industrializzazione e infrastrutturazione tutte a vantaggio del Nord.

Tutto questo Noi meridionali lo sappiamo, e lo sanno anche quelli di Trieste. Solo che col tempo si dimentica tutto. Purtroppo.

Sai Francesco, conosco moltissimi ragazzi di Corato che non sono molto fortunati. Non hanno fatto le scuole “fattizze” forse perché non potevano permetterselo; e conosco anche tanti altri ragazzi che fanno i camerieri nei locali di Piazza Di Vagno per mantenersi agli studi. Da qui, da questa piazza che non è solo luogo di svago, i ragazzi condividono i loro sogni e speranze: guardare il mondo e viverlo senza la necessità di dover abbandonare i propri affetti e le proprie origini.

Per cui non "voglio farti cambiare idea" su nulla rispetto a quanto già hai abbondantemente asserito. Mi auguro solo che nessun'altro giovane e brillante cervello possa parlare di "fuga di coetani" come unica soluzione ai tanti problemi che ci sono ma che si possono e devono risolvere».

mercoledì 16 Settembre 2015

(modifica il 25 Luglio 2022, 0:38)

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fiorenzospina
fiorenzospina
8 anni fa

questa storia del politico dal cuore (o quore?) d’oro non l’avevo mai sentita

Pina Lobascio
Pina Lobascio
8 anni fa

Massimo Cifarelli è il fratello dell’ex assessore Luca Cifarelli. Allora chiediamoci: ma quanto scevro da contaminazioni ci sia nella sua “lettura”? … Ognuno si dia una risposta che potrebbe nuovamente protaci a condividere quanto scritto dal “vero” lettore … Francesco Capozza.

luigimazzillo70
luigimazzillo70
8 anni fa

….. vero….la campagna elettorale dura 365 giorni l’anno…. lo stavo dimenticando… mi chiedo comunque per quale motivo si debba giustificare un determinato modo di fare solo perchè udite udite…”amano la nostra terra!!!” .. e ci mancherebbe!!!

Massimo Cifarelli
Massimo Cifarelli
8 anni fa

Perché ci si sofferma “solo” sul titolo e non sull’intero testo dell’articolo e su ciò che realmente cerco di esplicitare? La cultura delle accuse reciproche non hanno mai portato a nulla di buono (e lo stiamo vedendo); la provocazione è quella di trovare soluzioni comuni anziché facili pretesti per far cadere tutto..! Sarebbe troppo facile e anche dannoso… Non ce ne siamo ancora accorti del pericolo della divisione? Buona giornata a tutti.

giovanecoratino
giovanecoratino
8 anni fa

oh, finalmente ogni tanto una bella barzelletta. Anzi, perchè non fare uno spazio proprio per queste barzellette, ah ah