Politica

Il sindaco Mazzilli contro Matteo Renzi: «Una beffa le sue dichiarazioni sul Mezzogiorno»

La Redazione
Matteo Renzi
«Come si può chiedere un maggiore impegno ai sindaci quando la Corte dei Conti, nella sua relazione sulla finanza territoriale, denuncia un livello di tassazione locale senza precedenti?»
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Le dichiarazioni rilasciate dal premier Matteo Renzi durante il suo viaggio istituzionale in Giappone non hanno lasciato indifferente il sindaco di Corato che, condividendo pienamente il pensiero già espresso dal presidente di Anci Puglia, senatore Luigi Perrone, ha replicato a stretto giro.

«L’invito rivolto dal premier Matteo Renzi ai sindaci a lavorare di più e quell’affermazione "nel Mezzogiorno basta piagnistei", risuonano più come una beffa che come un appello al buon senso di noi amministratori che, quotidianamente, lottiamo, ci affanniamo, ci impegniamo affinché  i conti possano quadrare e la macchina amministrativa possa andare avanti senza intoppi.

Tutti i sindaci italiani vorrebbero che le proprie città fossero accoglienti, decorose, pulite, ricche di servizi per tutti i contribuenti che annualmente pagano le tasse. Ma, se noi amministratori dobbiamo fare i conti con tassazioni sempre crescenti e bilanci da far quadrare con le risorse che si hanno a disposizione, la domanda sorge spontanea: come si può chiedere un maggiore impegno ai sindaci quando la Corte dei Conti, nella sua relazione sulla finanza territoriale, denuncia un livello di tassazione locale senza precedenti, con un aumento medio pro capite del 22%, con le principali tasse locali (Ici/ Imu/Tasi, addizionale Irpef e tributo sui rifiuti nelle sue varie denominazioni) passate da 505,5 a 618,4 euro a cittadino?

Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio appaiono anacronistiche ma soprattutto lasciano l’amaro in bocca perché, la stessa Corte dei Conti, ha affermato che il livello record delle tasse locali è da imputare al  "meccanismo distorsivo" che nasce dai "pesanti  ripetuti tagli di risorse" e "scarica sul contribuente" il concorso degli enti locali agli obiettivi di finanza pubblica.

Ora, in questo contesto, come possono i Comuni già allo stremo per i ripetuti tagli e strozzati dai vincoli derivanti dal Patto di Stabilità, offrire servizi ai cittadini? Basti ricordare che, dal 2007 al 2015 i comuni hanno contribuito al risanamento dei conti pubblici con ben 18 miliardi, metà come riduzione dei trasferimenti statali e l'altra metà in termini di contributo al patto di Stabilità.  In tutto questo vi è lo svilimento istituzionale perpetrato  ai danni  dei Sindaci, sempre sotto scacco e bersagli facili di cittadini che lamentano una tassazione esagerata non capendo che noi, amministratori,  siamo costretti a vestire i panni degli esattori per conto dello Stato.

Basta piagnistei, basta lamentarsi, rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo più di quanto quotidianamente tutti i Sindaci fanno. Ma è tempo che il Governo dia risposte concrete e metta i sindaci nelle condizioni di operare e di operare bene per il rilancio di un territorio che ha molto da offrire e che rappresenta una forza vitale per l’intero Paese.

E’ tempo di mettere in essere una vera e propria discussione sulla finanza locale che è insoddisfacente e lascia irrisolte molte questioni di vitale importanza, tra cui anche l’obbligo delle gestioni associate, stigmatizzato dalla stessa Corte dei conti, così come bisognerebbe rivedere definitivamente il Patto di Stabilità. C’è necessità di liberare risorse fondamentali per agganciare la ripresa economica, se davvero c’è la volontà  di rilanciare gli investimenti nei nostri territori per rendere più accoglienti le nostri città, ma soprattutto, per ridare dignità alle Istituzioni e ai cittadini».

lunedì 10 Agosto 2015

(modifica il 25 Luglio 2022, 2:32)

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sother
sother
8 anni fa

Bene fa il sindaco di un paese del sud a protestare. E a lui si uniscono in coro i partiti più importanti e responsabili dell’Italia, tutti creati e gestiti da uomini meridionali…