Politica

Il Pd scopre le carte, Aldo Patruno in corsa per le regionali

Giuseppe Gallo
Natalino Petrone e Aldo Patruno
La candidatura del quarantunenne dirigente dell'Agenzia del demanio mira alla compattezza del centrosinistra locale. Linee programmatiche incentrate sul legame tra cultura, economia e riqualificazione degli immobili pubblici dismessi
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Voce pacata, umiltà, temperamento mite e un leggero accento romano dietro un paio di occhiali tondi. È l'identikit di Aldo Patruno, candidato coratino nelle liste del Pd per la corsa al consiglio regionale del prossimo maggio.

I democratici locali scoprono dunque le carte in una assemblea politica aperta al pubblico nella sede di corso Mazzini, sfruttando l'effetto sorpresa di una candidatura per molti inaspettata.

Patruno, quarantun anni, vive a Roma da oltre quindici ed è un volto nuovo nella politica coratina, nonostante le pregresse esperienze sempre nelle fila di formazioni di sinistra. Lavora come dirigente dell'Agenzia del demanio.

A presentarlo è il segretario Natalino Petrone, che mette sin da subito le cose in chiaro: «Andare incontro a una convergenza del centrosinistra cittadino è la ragione per cui abbiamo espresso una candidatura in grado di fare sintesi e che non si limiti al ruolo di portabandiera, ma interpreti questa responsabilità con spirito di servizio».

La scelta di un candidato costretto per ragioni professionali a seguire da lontano le vicissitudini coratine è spiegata dallo stesso protagonista, che si presenta sin dalle prime battute con competenza ed entusiasmo. «La politica è una passione dalla quale non si guarisce, così come il legame con il mio territorio e questa è l'occasione per restituire un contributo alla mia terra; non mi sento un forestiero».

Tra il fuggire definitivamente e l'assumersi una responsabilità, Aldo Patruno ha avuto pochi dubbi, al fine di «rilanciare un percorso politico che porti all'affermazione del centrosinistra in questo territorio, la quale non può non passare attraverso uno spirito d'apertura. Questa è una campagna elettorale – insiste – fatta di progetti non chiusi nel proprio guscio ma aperti a 360 gradi».

Dal prossimo primo marzo – inoltre – Aldo Patruno sarà in aspettativa non remunerata dalla propria attività lavorativa, per tuffarsi nell'agone elettorale e inviare un segnale a chiare lettere a tutti gli elettori: «Lasciare i quattrini per fare politica», in un'epoca in cui la politica stessa continua ad essere vista da tanti come opportunità di carriera.

La figura sobria del candidato non poteva di certo condurlo a una campagna personalistica: «La denuncia in quanto tale e fine a se stessa si traduce in un nulla di fatto se unita alla personalizzazione della politica e comporta solo un incremento delle problematiche e una disillusione generale».

Mettere a disposizione le proprie competenze, replicare buone pratiche e raccogliere le istanze dei cittadini sono i perni su cui si incardina la visione politica del candidato, già impegnato professionalmente in svariati progetti di riqualificazione degli immobili dismessi per rilanciare l'offerta turistica. Quello che sta avvenendo alla dogana di Molfetta potrebbe un giorno accadere a Corato con il vecchio liceo. «Perché non trasformarlo in un centro d'arte contemporanea, struttura di cui la Puglia denota una certa carenza? L'arte contemporanea – specifica – è l'unico filone dell'economia che non ha sofferto la crisi e muove annualmente un giro d'affari di circa 450 miliardi di euro».

Dare una risposta concreta alle difficoltà abitative dei giovani e della classe medio-bassa e trascinare nel pubblico dibattito la questione dell'edilizia sostenibile sono ulteriori priorità che il neocandidato farà valere durante e dopo la campagna elettorale, indipendentemente dal risultato, assicura. L'housing sociale – realtà partorita dai welfare state scandinavi – consiste nell'offrire alloggi e servizi abitativi a coloro che non possono permettersi un mutuo o un affitto ed è garanzia di equilibrio sociale.

Una citazione di Giovanni Falcone mette la parola "fine" all'intervento di Aldo Patruno, concentrando nelle proprie righe le ragioni per cui un cittadino possa intraprendere in prima persona un'azione politica: "Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare".

sabato 7 Febbraio 2015

(modifica il 25 Luglio 2022, 14:42)

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sother
sother
9 anni fa

Dirigente dello Stato: deve essere in gamba questo giovane coratino. Ma anche lui, affascinato dall’esuberanza riformatrice di Renzi, pensa di vincere un gran premio cavalcando un ronzino, e cioè il PD, frutto di metamorfosi ben studiate da laboratorio politico italiano (PCI, PDS, Ulivo, DS, PD), dove si cambiano i nomi dei partiti lasciando invariate le persone. Ma è l’idea che deve rimanere intatta, non i soggetti, che dovrebbero invece cambiare. E invece da noi avviene tutto il contrario. Partiti nati o sviluppatisi in funzione degli uomini che li creano o li manipolano. E di conseguenza, la pericolosa nascita del “culto della personalità”, caratteristica delle società sottosviluppate, e della quale siamo maestri. Una domanda, quindi logica: se malauguratamente dovesse succedere qualcosa a Renzi, che ne sarà di tutto il suo programma? La risposta è scontata.

Pina Lobascio
Pina Lobascio
9 anni fa

Vado a pelle. Il PD non trova nessun residente da spendere alle regionali. Allora mettono sul “mercato dei voti” un coratino che vive a Roma poichè Dirigente (sicuramente vincitore di concorso) dell’Agenzia del Demanio di Roma. Allora mi viene in mente uno splendido scherzo di Teo Mammucari che vi invito a guardare: https://www.youtube.com/watch?v=3oz-MLJdv-E

giulio.dimperio
giulio.dimperio
9 anni fa

La notizia circolava da tempo a Corato. Scusatemi Aldo non vive a Roma? Se la scelta è ricaduta su una persona che ormai da tempo non vive in Puglia, dovrebbero riflettere in molti…..

sother
sother
9 anni fa

Un solo commento, quello di ieri, sarebbe sufficiente. Ma, per avvalorare la mia tesi secondo la quale tutti i nostri partiti sono uguali, essendosi formati all’ombra della stessa mentalità bacata (favorire innanzitutto se stessi, la famiglia e gli amici), invito a leggere l’articolo, nel Corriere della Sera “on line”, sul riciclaggio dei deputati PD non eletti. Ma mi chiedo: sono strano io, che mi faccio ancora turbare da tali notizie, o tutti (o quasi tutti) i miei connazionali, giovani compresi, che, imperterriti, continuano ancora a credere alle frottole di chi ci guida? Forse la Lega è diversa. Ma perché è stata costretta in seguito ad esserlo, non per vocazione. D’altro canto, che ci vuole a differenziarsi, in mezzo a tanta nullità?