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Da Corato ad Aruba passando per Maracaibo. La scalata di Lorenzo Pedone nel management alberghiero

Vincenzo Pastore
Da Corato ai Caraibi passando per Maracaibo
Lorenzo Pedone è partito dieci anni fa da Corato per il Sudamerica. Oggi è "director of revenue strategy" dell'Holiday Inn ad Aruba
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Il mare incontaminato, chilometri di spiaggia, una piscina, i comfort di un albergo. I Caraibi.

Quella che potrebbe sembrare una cartolina da invidia, rispetto alle gelide temperature di questi giorni, è in realtà un bigliettino da visita. Di un coratino che, con passione e sacrificio, ha saputo trasformare una meta turistica in un luogo di lavoro. Lasciando dieci anni fa un Paese, l’Italia, che non era ancora stato travolto dalla crisi economica.

Lorenzo Pedone è da un anno e mezzo “Director of revenue strategy” di una delle catene alberghiere internazionali più note al mondo, l’Holiday Inn resort ad Aruba, isola nel mare Caraibico. E’ responsabile della linea strategica dell’hotel in termini di prezzi, marketing, vendita e posizionamento sul mercato. Fino al 2013 è stato in Venezuela tra stage, primi contratti e una carriera in costante ascesa nel settore del management alberghiero.

La sua storia di emigrante di successo inizia nel 2003, quando per la prima volta si reca a Maracaibo da un parente, Giuseppe Amorese, che negli anni Cinquanta era stato uno dei tanti coratini a cercare fortuna in Venezuela.

«Fui letteralmente rapito da quell’esperienza che, per me, era solo una vacanza di qualche settimana», racconta Lorenzo che come ogni anno è tornato a Corato per trascorrere il periodo natalizio in famiglia.

Dopo la laurea a Bari in Scienze dell’educazione, si iscrive a un master in organizzazione di eventi con il chiaro obiettivo di tornare in Sudamerica. La partenza è fissata per l’aprile del 2005, con un biglietto di sola andata.

«La mia famiglia era rassegnata, ma fiduciosa perché avevo organizzato tutto nei minimi particolari. I primi giorni a Caracas furono molto difficili, soprattutto perché per seguire il mio percorso professionale dovevo andare a Maracaibo».

E’ in queste due città che la strada di Lorenzo si incrocia con quelle di altri conterranei, come quella di Riccardo Cusanno, coratino e proprietario dell’Hotel Conde, uno storico albergo nella capitale venezuelana. O come quelle dei fratelli Giuseppe e Michele De Pinto, di Sannicandro di Bari, fondatori e proprietari degli hotel Maruma e InterContinental di Maracaibo e del “Palacio de Eventos”, uno dei più importanti centri congresso in Venezuela. Ed è proprio all’hotel Maruma che Lorenzo inizia uno stage.

«Cambiai città, lasciai casa di mio zio e cominciai a lavorare con un tirocinio di tre mesi. Facevo di tutto perché il mio obiettivo era inserirmi a tempo pieno nell’albergo. Le difficoltà iniziali erano tante, spesso nella casa dove vivevo mancavano acqua ed elettricità, tutto questo a causa della pessima gestione dei servizi da parte dello Stato».

Tenacia e abnegazione portano Lorenzo a conquistarsi un contratto a tempo indeterminato come venditore e coordinatore di servizi per l’organizzazione di eventi. L’hotel passa da una gestione familiare a un circuito di marche internazionali alberghiere tra le più grandi al mondo (Ihg).

Pedone ha così l’opportunità di seguire come professionista alcuni dei più importanti avvenimenti che si sono svolti in questi anni: la coppa America di calcio del 2007 (con la responsabilità dei servizi nelle camere di Argentina e Uruguay), la quinta assemblea straordinaria del Petrocaribe nel 2008 (un’organizzazione voluta dall’allora presidente Chavez per la fornitura di petrolio ai paesi caraibici), Miss Venezuela nel 2010.

«Una svolta importante avviene quattro anni fa, con l’arrivo del nuovo direttore generale del Maruma, Jorge Landa, uno dei più grandi professionisti nella catena. Fu per sua volontà che venne creato un “revenue management”, una strategia aziendale per la massimizzazione dei guadagni in modo da coordinare le varie unità aziendali.

Landa scelse me per quel ruolo, una responsabilità sempre più importante visto che, nel frattempo, era sorto anche il Crowne Plaza Maruma. Mi trovai così a fare il revenue management per due alberghi. Per me era una novità assoluta visto che non avevo esperienze in quel campo: ho frequentato corsi di formazione a Panama, a Dallas, in Colombia e Guatemala».

Il continente trovato da Lorenzo è un territorio che vive molto di emozioni: «Il Venezuela, come tutto il Sudamerica, si lascia molto guidare dai sentimenti, dal trasporto emotivo. Il Paese che ho trovato dieci anni fa si stava incamminando verso un’economia socialista di ispirazione cubana. Chavez era un leader carismatico che riusciva ad avere un grande controllo anche in termini di sicurezza. Dopo la sua morte la delinquenza è riesplosa e si è vissuto un periodo drammatico anche dal punto di vista economico. In dieci anni ho assistito a un decadimento della nazione».

Anche per questo motivo, nel 2012 Lorenzo capisce che il suo tempo in Venezuela è finito e di voler rientrare in Italia.

«Mi davano del pazzo quando comunicai loro la mia decisione», sorride mentre ricorda quel periodo.

Poi la chiamata del dg Landa ad Aruba: «Accettai al volo perché era l’occasione di lasciare Maracaibo. Nel 2013 mi sono trasferito in un’isola paradisiaca, in cui sto realizzando tutte le mie aspirazioni immaginate negli anni. Vivo lì dove lavoro, nell’hotel, ed è meraviglioso. Aruba è tuttora colonia olandese, ma ha una sua autonomia politica e sta conoscendo una fase di grande sviluppo anche perché si è adattata al mercato statunitense».

Dall’altra parte del globo, l’Italia appare come «un Paese che ha perso grandi opportunità, se fossi rimasto non avrei mai potuto raggiungere in così poco tempo la stessa posizione che occupo ora».

La differenza è soprattutto di mentalità: «Mentre noi siamo abituati ad accontentarci, anche a non avere molte ambizioni, la cultura americana è molto ottimista, non limitativa, continuamente proiettata verso il futuro».

La sua Corato è «una città che si è molto evoluta da un punto di vista urbanistico e anche nell’organizzazione di eventi. Da emigranti la sensazione è questa. Tornare qui, nelle nostre tradizioni, è sempre meraviglioso».

Quella di Lorenzo Pedone «non è una storia unica», come umilmente precisa più volte. «Sono il protagonista di un’esperienza molto comune, magari molti coratini fuori sede potranno identificarsi in queste righe».

Di certo è la storia di chi ha deciso di prendere in mano la propria vita. Inseguendo la propria strada, anche a costo di lasciare tutto.

giovedì 8 Gennaio 2015

(modifica il 25 Luglio 2022, 15:45)

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aldo.fiore.
aldo.fiore.
9 anni fa

Esempio di spirito di abnegazione. Non il solito emigrante, ma un laureato con le idee chiare. Auguriamoci che Pedone possa portare in Puglia la sua esperienza internazionale di svlippo turistico.

Riccardo Viaggio
Riccardo Viaggio
9 anni fa

Ma in qualche articolo precedente non volevate valorizzare i giovani che NON lasciano il Sud?