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Dissesto idrogeologico, Legambiente: «Corato è a rischio»

La Redazione
Cartografia ufficiale dell'autorità di bacino
Legambiente: «A Corato non sono mai state fatte opere di mitigazione per la riduzione del rischio idraulico. Si tratterebbe di interventi fondamentali e non necessariamente costosi»
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Corato non ha fiumi eppure è a rischio alluvionamento. Questa – secondo Legambiente – è la fotografia della nostra città. Nella nota che riportiamo di seguito integralmente, Legambiente analizza lo studio effettuato dai tecnici dell’Autorità di Bacino che hanno valutato attentamente il territorio che avvolge Corato dall’Alta Murgia sino al mare.

«In base alle cartografie ufficiali dell'autorità di bacino (Piano per l'assetto idrogeologico) – scrivono dal circolo "Angelo Vassallo" – Corato è attraversata da fasce urbanizzate in cui si riscontra un elevato rischio di alluvionamento. Le opere di mitigazione del rischio idraulico non sono mai state realizzate e la politica ignora la problematica.

Ancora una volta i danni causati dalle alluvioni e dal dissesto idrogeologico di questo novembre sono da vero e proprio bollettino di una guerra non dichiarata. Le esondazioni di Genova e dell’Italia settentrionale dimostrano che si tratta di una catastrofe che si ripete con frequenza crescente e che solo nelle ultime settimane ha prodotto, purtroppo, sedici vittime.

Viviamo in un territorio fragile e non ne abbiamo la piena consapevolezza. La percezione del rischio da alluvioni è chiara solo quando una città è attraversata da un fiume, da una valle, da un torrente persistente.

La percezione del rischio è del tutto azzerata quando la città non è attraversata da un corso d’acqua ben visibile. Ebbene, Corato purtroppo, rientra in questa seconda categoria di città. Corato non ha un fiume, un torrente, una lama, una gravina, un lagnone. Corato non ha neanche una depressione alluvionale incisa e riconoscibile come accade in altre vicine città come Andria, Bisceglie, Gravina, ecc. E’ proprio questo aspetto geomorfologico che genera una situazione veramente insidiosa. L’alluvione arriverà ancora una volta come è già accaduto in passato; colpirà come è già avvenuto molte volte in passato. Travolgerà ogni cosa e trascinerà forse qualcuno che sino a quel momento non avrebbe mai immaginato che anche Corato in realtà ha il suo Tamigi, il suo Po, il suo Tevere. In realtà Corato ha un fiume che potremmo definire ‘invisibile’.

Molti non lo vedono ma gli esperti idrogeologi lo conoscono molto bene e lo hanno tracciato sulle mappe di rischio.

I tecnici dell’Autorità di Bacino hanno studiato attentamente il territorio che avvolge Corato dall’Alta Murgia sino al mare. Hanno riconosciuto moltissime fasce ad alta e ad altissima pericolosità idraulica. Nei tratti in cui queste fasce intersecano la città coinvolgono beni e persone che permettono di valutare con sufficiente precisione il livello di rischio di alluvionamento.

Purtroppo, il nemico come l’acque se non lo vedi costantemente lo sottovaluti e con il passare del tempo finisci per dimenticarlo. In queste fasce ad alto rischio di alluvionamento c’è di tutto: case, strade, scuole, opere pubbliche che concentrano grandi masse di spettatori (stadio e palazzetto dello sport).

Il Piano per l’Assetto Idrogeologico è in vigore dal 2005 e molte di queste strutture sono state realizzate nei posti sbagliati prima che il P.A.I. ne ufficializzasse il rischio.

Per la precisione molte di queste aree ricadono in strade la cui toponomastica ha anticipato ampiamente il nefasto verdetto del Pai. A Corato, si sa molto bene; se la tua casa è vicina ad un ‘lago’, prima o poi finirai sott’acqua. Lago di Viti o Lago Barone lo testimoniano. Si tratta di strade che prima di aver avuto il battezzo di zone a rischio di alluvionamento dall’Autorità di Bacino contenevano nel loro stesso Dna la storica vocazione alla sommerisione idraulica.

La vocazione alla sommersione è dovuta anche alla presenza di una falda idrica sotterranea a pochissimi metri dalla superficie topografica. Accade così che la città è intrappolata dalle acque. In occasione di eventi piovosi abbondanti le acque meteoriche alimentano la falda superficiale che risale sino ad allagare scantinati e garage.

In termini di programmazione c’è sicuramente molto da fare.

A Corato non sono mai state fatte opere di mitigazione per la riduzione del rischio idraulico. Si tratterebbe di interventi fondamentali e non necessariamente costosi. Se ben progettati potrebbero permettere di abbattere significativamente sia il rischio di sommersione derivante dalle acque meteoriche che quello connesso all’invasione della falda sotterranea.

Temporeggiare, rimandare, sottovalutare la problematica del rischio idrogeologico potrebbe risultare gravemente pericoloso testimoniando una incrollabile negligenza ‘politica’ che misteriosamente, non si riscontra allorquando nei giorni del dopo alluvione c’è l’ipocrita competizione istituzionale per richiedere lo stato di calamità naturale.

La Legambiente per la tutela del suolo, oltre a sollevare la questione alle istituzioni, stiamo promuovendo la festa dell’albero itinerante per sensibilizzare i cittadini dal basso alle buone pratiche per ruolo e la funzione che hanno le essenze arboree per la difesa della terra».

domenica 30 Novembre 2014

(modifica il 25 Luglio 2022, 17:36)

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