Cultura

“Note in verticale”, una pioggia di musica in piazza Sedile. Le immagini

Giuseppe Gallo
"Note in verticale" in piazza Sedile
L'inconsueto spettacolo ha rianimato una piazza Sedile oggi lontana dal fulcro della movida cittadina, sfruttando l'effetto "cortocircuito", tipico nelle declinazioni contemporanee dell'arte
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Un po' provante per le ossa del collo, molto meno per i timpani. La pioggia caduta domenica scorsa dal balcone della biblioteca ha irrigato il buon gusto di passanti e uditori, tutti col naso all'insù per lasciarsi sopraffare dall'eleganza del quartetto Gershwin. La casa dei libri ha per una notte spalancato le proprie porte alla musica.

Non solo musicofili incalliti, ma anche semplici curiosi si sono soffermati sotto quel balcone fiorito, dando vita a un vivace crogiolo di pareri, tra quelli che “ascoltiamo l'ultima canzone e poi si va via” e quelli che “ma è la Carmen di Bizet!”.

Il quartetto d'archi è nato dall'unione di professionisti che hanno all'attivo diverse collaborazioni con l'orchestra del teatro Petruzzelli. Non deve ingannare il nome, che istintivamente può rimandare a George, compositore americano autore di Rhapsody in blue e Summertime. Gershwin aveva un fratello chiamato Israel, forse meno noto ma altrettanto prolifico, padrino di Liza Minnelli e padre di brani per il firmamento della musica mondiale. Il primo violino di Fabrizio Signorile, il secondo di Pietro Catucci, la viola di Francesco Capuano e il violoncello di Elia Ranieri hanno così reso omaggio a due colonne del musical americano, sfoderando un repertorio di largo consumo, adatto a ogni tipo di orecchio.

Ladigalà è la onlus promotrice di "Note in verticale", con il patrocinio del Comune, del Gal e di Puglia imperiale. Appena nata, l'associazione punta a rendere itineranti la cultura e le tradizioni locali in chiave artistico-culinaria.

Raffinatissima l'apertura, con Eine Kleine Nachtmusik, notturno di Mozart perfetto per l'occasione e succulento aperitivo offerto dal quartetto. Come appropriato condimento tante delizie per il palato, con una selezione di vini Torrevento, un assaggio di olio d'oliva dell'azienda D'Introno e i latticini assortiti de “L'angolo del latte”.

L'atmosfera sognante cede il passo all'incremento di variazioni agogiche. Si naviga lungo il Danubio a sud di Budapest, si ascolta la sfrenata danza ungherese numero 5 di Brahms. Torna alla mente Il grande dittatore, capolavoro assoluto di Chaplin che, in una celeberrima scena, lavora come barbiere e rade un cliente seguendone il ritmo.

Il Bolero di Ravel è invece un «esempio meravigliosamente chiaro di come può venire usata una grande orchestra sinfonica. Una lunga, morbida, strisciante melodia, quasi araba, una vera musica da coccole di gran classe», per dirla con le parole di Leonard Bernstein. Confermate dai lunghi applausi di apprezzamento del pubblico.

La degna chiusura non poteva non essere affidata alle frenetiche variazioni dinamiche di Csárdás, composizione di Vittorio Monti che attira nuovamente l'attenzione sulla terra magiara.

L'inconsueto spettacolo ha rianimato una piazza Sedile oggi lontana dal fulcro della movida cittadina, sfruttando l'effetto “cortocircuito”, molto comune nelle declinazioni contemporanee dell'arte e senz'altro efficace, a giudicare dalle espressioni sorprese e compiaciute degli ascoltatori.

martedì 2 Settembre 2014

(modifica il 25 Luglio 2022, 20:35)

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sother
sother
9 anni fa

Pur abitando ad una quarantina di metri da piazza Sedile, mi è sfuggita la serata d’archi, e devo dire, complice il raffinato ed erudito commento di Giuseppe Gallo (si vede che andava sicuramente bene a scuola), che, leggendo l’articolo e conoscendo i vari pezzi suonati, mi è sembrato di essere stato lì ad ascoltarli. La ciarda Monti poi mi fa ricordare un viaggio a Budapest, allorquando, incontrato per la strada un duo di violini locali, chiesi ai due musicisti di diffondere per l’aere magiaro, l’italianissimo e famosissimo brano che essi, chiaramente, conoscevano a menadito. MI domando: come è possibile che in uno stesso paese possano convivere manifestazioni di alto livello culturale, con cafoni che girano per il corso con la radio a tutto volume? A chi tocca fare in modo che s’innalzi il livello del comportamento?