Giovedì alle 19 nel chiostro del Comune, Lo Stradone presenta “Sprazzi di vita vissuta”, l’ultimo lavoro di Arturo De Benedittis. Il volume racconta l’esperienza dell’autore, uomo e imprenditore coratino: successi e difficoltà, conquiste e cadute, elogi e invidie. Interverranno, con le loro testimonianze e moderati dal vice direttore Marina Labartino, Luigi Marcone e Antonio Paparusso. Sarà presente anche il sindaco Massimo Mazzilli e dell’autore.
«Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare al dibattito che seguirà la presentazione – dicono gli organizzatori – sarà un grande momento di condivisione, perché ci vuole coraggio per scrivere un’autobiografia. Ma anche individuare le parole adatte per mettere a nudo i ricordi e le emozioni più profonde, spesso risulta difficile».
Arturo De Benedittis ha trovato entrambi: coraggio e parole. Il risultato è uno spaccato di vita cittadina locale in cui molti potranno riconoscersi. Il suo racconto coinvolge diverse persone, note e meno note, alcune purtroppo scomparse, ma che sono rimaste nella memoria e nel cuore di tanti.
Arturo, destinato a perpetuare l’eredità del padre nel settore dell’agricoltura, si è lasciato invece affascinare dal ferro e dal fuoco e con tali elementi ha forgiato il suo carattere. Dopo aver abbandonato gli studi contro la sua volontà, inizia l’apprendistato presso un’officina metalmeccanica coratina. A soli 17 anni è caposquadra in un’azienda milanese e a 23 rileva la ditta venezuelana dov’era dipendente. Rientra a Corato e realizza il grande sogno: un’industria unica nel Centro Sud italiano, che dà lavoro a 250 famiglie, specializzata nella produzione di serbatoi in ferro vetrificato e acciaio inossidabile per industrie enologiche, olearie, conserviere, cerealicole e petrolifere.
È stato il primo coratino che ha portato nel Mezzogiorno la ricerca applicata finanziata dal Mercato comune europeo. Malgrado l’onestà e lo zelo la sorte non gli è stata favorevole. Ciò nonostante non si è arreso e ha risalito la china, seppure in settori diversi.
Il benessere conseguito non gli è stato certo regalato, caparbiamente teso a raggiungere la mèta senza tradire i valori di meridionale umile, risoluto e integerrimo, aperto all’ascolto con lo scopo di motivare chi ha avuto la fortuna di stargli accanto. L’esperienza di Arturo è risultata feconda per molti suoi dipendenti, divenuti a loro volta innovativi e valenti imprenditori. La sua dunque non è mera esposizione di fatti personali ma soprattutto messaggio di speranza lanciato ai giovani per invogliarli a pensare positivo, ad essere intraprendenti, a sfidare le avversità: esempio di doti significative che resistono al trascorrere del tempo.