Attualità

“Massimo ti amo”. (Ma non rispetto il decoro urbano)

Cenzio Di Zanni
Una delle pareti imbrattate nel centro storico
Nel giorno di San Valentino una ragazza ha impugnato una bomboletta spray rosso fuoco ed ha scritto a caratteri cubitali "Massimo ti amo" sulle pareti di un palazzo di piazza Di Vagno. E il proprietario ha pubblicato una lettera aperta
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A San Valentino, giornata degli innamorati per antonomasia – e forse, per convenzione radicata, marketing, business, costume diffuso e conformismo – le coppie fortunate esprimono i loro sentimenti giurandosi amore eterno fra un Bacio Perugina e una rosa rossa.

E sarà stato amore “indelebile” quello che una ragazza, probabilmente un’adolescente coratina, ha voluto dichiarare al suo “lui” il 14 febbraio scorso. Tanto che per farlo la giovane ha impugnato una bomboletta spray rosso fuoco ed ha scritto a caratteri cubitali “Massimo ti amo” sulle pareti in pietra di un palazzo della centralissima Piazza Di Vagno.

Certo, per dirla con Pascal, “il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”. Tuttavia, la ragione dell’anonima innamorata dev’essere dura tanto quanto la pietra su cui ha spruzzato quella vernice rossa, se quando ha agito non ha pensato al dovuto rispetto per il bene altrui, prima, e per il decoro urbano, poi.

Una leggerezza? Una bravata adolescenziale? Un insopprimibile desiderio di protagonismo? Di sicuro, anche in un tempo in cui scrivere dei propri sentimenti sulla piazza virtuale dei social network fa tendenza, Facebook o Twitter non devono esser stati ritenuti all’altezza della “vecchia” vernice e di un muro da imbrattare.

Il proprietario dell’immobile, invece, ha deciso di scrivere una lettera aperta al destinatario di quel messaggio d’amore. Una lettera molto interessante, diffusa tramite Facebook, che di seguito vi proponiamo integralmente.

“Caro Massimo – ha scritto il proprietario, non senza una bella dose di sarcasmo – a dir la verità non so chi tu sia e molto probabilmente non ti conosco. Nonostante ciò, però, ho una voglia matta di darti un consiglio.

Questa voglia mi è nata stamattina dopo aver visto la dedica che la tua spasimante, forse in occasione della giornata di San Valentino, ha lasciato sul muro in pietra della mia abitazione, come tra l’altro ha fatto la spasimante di Nicola, su un altro muro sempre di casa mia. La voglia si estende anche verso tutti coloro che sempre più spesso imbrattano i muri della nostra città.

Mi chiedo, caro Massimo, cosa abbia spinto questa persona a rendere pubblico scrivendo sul muro, con uno spray che verrà via con fatica, il suo amore per te. Mi chiedo se ti conviene condividere con lei il suo senso di inciviltà, il suo disinteresse per il bene pubblico e per il bene altrui, e le sue insicurezze psicologiche, considerando che per esprimere un sentimento unico, profondo e così intimo deve affidarsi ad una stupida quanto antiestetica scritta su un muro.

Auguri per San Valentino, Massimo, anche se spero vivamente lo possa passare non con lei ma con chi riconosce il valore intimo dei sentimenti, rispetta il prossimo e mostra amore per ciò che ci circonda”.

Nell’apprendere di questa circostanza, il pensiero torna ad un film: “L’amore è eterno finché dura”, di Carlo Verdone, con Gabriella Passion, Laura Morante e Stefania Rocca, uscito nelle sale italiane ormai dieci anni fa, nel 2004.

Grazie al cielo quella scritta potrà durare "solo" il tempo necessario alla sua rimozione. L’auspicio in questo caso è che di eterno – invece – resti la “lezione” che la ragazza innamorata possa aver tratto da questo errore di gioventù, magari leggendo la lettera che il proprietario dell’immobile ha indirizzato all’amato Massimo. Un peccato veniale, certo, ma pur sempre un peccato.

Dell’amore chissà, quella è cosa intima che può, sì, essere urlato a squarciagola, ma anche sussurrato nell’orecchio. Dura uguale.

domenica 16 Febbraio 2014

(modifica il 26 Luglio 2022, 1:20)

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sother
sother
10 anni fa

…Massimo e Nicola: probabilmente due supercorteggiati ed insensibili alle profferte delle due sgallettate, tanto da essere esse costrette a compiere atti che né le loro madri, tutte prese a seguire le vicissitudini raccontate dalla De Filippi, né i loro padri distratti da altre stupidaggini, né la scuola, insegnano a non fare. Ma più che altro, a salvaguardare la dignità di donne, finita, è il caso proprio di dirlo, sul marciapiede. Massimo e Nicola: tenete duro e pensate, vedendo quelle scritte irriguardose nei confronti dell’ambiente e dell’incolpevole proprietario del palazzo, a chi affidereste, in un futuro, l’educazione dei vostri figli. Ma credo che l’abbiano già capito da soli…

nunzio.calo
nunzio.calo
10 anni fa

Fossi il proprietario del palazzo, avrei evitato la lettera aperta: non oso immaginare gli improperi che scriverà la spasimante sulle pietre quando Massimo, seguendo (giustamente) il consiglio di lasciarla, la lascerà!