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«Sanità e insanità», sull’ospedale l’ex Sindaco di Tria contro tutti. Ce n’è anche per Perrone

La Redazione
L'ex sindaco di Terlizzi Vincenzo Di Tria
L'ex Sindaco di Terlizzi, prossimo consigliere comunale del Partito Democratico, Vincenzo di Tria lancia bordate polemiche in tutte le direzioni
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Il Sindaco di Corato e presidente Anci Puglia, Gino Perrone. Ma anche il deputato terlizzese del PD Gero Grassi. Non trascurando neanche Nichi Vendola.

L'ex Sindaco di Terlizzi, prossimo consigliere comunale del Partito Democratico, Vincenzo di Tria lancia bordate polemiche in tutte le direzioni.

E lo fa parlando dell'ospedale "Sarcone" di Terlizzi. Perchè sul destino dell'ospedale tanti, in passato e anche nel presente, ci costruiscono buona parte delle loro campagne elettorali.

E proprio dalle frequenti apparizioni in ospedale del candidato Sindaco di centrodestra Ninni Gemmato, che di Tria prende spunto per fare una sua ricostruzione delle ragioni per cui l'ospedale sarebbe dimenticato dalle istituzioni ad ogni livello.

Ricostruzione inviata ieri agli organi di stampa che di seguito pubblichiamo.

«Gemmato imperversa da giorni in quel che resta del nostro Ospedale. Con passo marziale lo percorre in lungo e in largo con i suoi sgherri, addossando le responsabilità del declino del Sarcone al centrosinistra e a Vendola e invitando a votarlo sindaco per cambiarne il destino.

Nichi ha le sue responsabilità, non c’è dubbio. È il presidente della Regione e amministra la sanità. Una sanità difficile, fatta di luci ed ombre. E poi ha l’aggravante di essere terlizzese e di dovere molto alla battaglia politica e civile che ha visto proprio il nostro Ospedale al centro della disputa col centrodestra di Raffaele Fitto.

 

Perché non ha avuto a cuore le sorti del Sarcone e della sua rinascita? Sappiamo com’è fatto Nichi presidente della Puglia. Prende le distanze da qualunque attività che possa farlo apparire schierato per una comunità a discapito di un’altra.
Qui a Terlizzi però ha commesso un grave errore. Noi eravamo la comunità danneggiata e a noi spettava un indennizzo.

Ci eravamo illusi di ottenerlo, che i tanti lavori di ristrutturazione e adeguamento potessero infine portare alla riapertura di reparti efficienti, e invece abbiamo subito l’oltraggio di avere sale operatorie nuove di zecca e reparti d’avanguardia progressivamente svuotati a favore di Corato (ricordo che con quello di Corato, da due anni a questa parte, il presidio di Terlizzi costituisce un unico Ospedale).

I pochi reparti ancora attivi sono in lenta ma inesorabile agonia. Un esempio per tutti è la chirurgia, sulla quale si puntava per risollevare le sorti del Sarcone, e che ora sta asfissiando per carenza di personale. Personale che ci sarebbe pure, ma che viene trattenuto da Corato che non è disposta a cederlo. E così assistiamo al paradosso che il primario Francesco Puglisi nel suo reparto di Terlizzi non riesce ad operare e ad assicurare i turni notturni perché ha in dotazione solo 3 anestesisti, mentre Corato se ne tiene ben stretti 9. Le stesse dinamiche stanno demolendo anche le altre unità operative, tutte sacrificate nel nome della migliore efficienza del presidio coratino.

E perché i dirigenti della ASL non muovono un dito per impedire questa asfissia?

Semplicemente perché il sindaco di Corato, Gino Perrone, riveste da due anni a questa parte l’importante incarico di presidente dell’ANCI Puglia (l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), un ruolo che lo porta a dire la sua su molte materie in ambito regionale. Insomma, va tenuto buono. E così, sopportano la sua tracotanza i dirigenti della ASL, gli assessori regionali e, in ultimo, lo stesso presidente.

Ma come ci è arrivato Gino Perrone a farsi eleggere presidente dell’ANCI? Lui sindaco di destra in una regione prevalentemente rossa come la Puglia? Come è riuscito a prevalere sul candidato del centrosinistra? Ha prevalso grazie al voto di una pattuglia di sindaci di centrosinistra che hanno votato il candidato di destra affossando la riconferma di Michele Lamacchia (PD).

Autore dell’insano inciucio, un nome a noi noto, l’on. Gero Grassi, grande amico di Gino Perrone. Un parlamentare del PD che fa fuori il candidato del PD. Assurdo, no? Ma sappiamo che Grassi non è nuovo a questi accoltellamenti politici.

Fu così che un drappello di 21 sindaci di centrosinistra votarono Perrone e ottennero ruoli di sottogoverno nelle propaggini dell’ANCI pugliese.

Una triste e bieca storia che oggi segna i destini del nostro Ospedale e che ci riporta a Gemmato. Si, perché Ninni Gemmato è alleato di Grassi in questa competizione elettorale ed è della stessa parte politica di Perrone, che però ha sempre considerato i destrorsi terlizzesi delle mezze calzette, tanto da depredare l’ostetricia al duo Amendolagine/Gemmato, che erano al governo della città in quegli anni.

Come si vede, in questa fiera dell’ipocrisia Ninni Gemmato avrebbe fatto bene a non proferire parola sul tema dell’Ospedale di Terlizzi. Ma in quanto a faccia tosta a questi qui non li batte nessuno.

E quindi votate Gemmato, cittadini terlizzesi, lui saprà come chiudere la pratica Sarcone. Definitivamente».

venerdì 18 Maggio 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 19:22)

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Adone
Adone
11 anni fa

Caro di Tria, perchè solo adesso questa polemica? E poi, ci perdoni tanto, ma, Perrone a parte, una città con quasi 50mila abitanti ha diritto di avere un Ospedale (e che funzioni, grazie alla buona volontà di tante persone perbene che li ci lavorano). Voi che siete tanto “democratici” a spartirvi il potere, ci avete davvero rotto a lasciarci i piatti di lenticchie.

sceriffo62
sceriffo62
11 anni fa

Ex sindaco di TRIA o prossimo consigliere comunale come preferisce, un lettore si aspetterebbe da un uomo politico un’altra considerazione e cioè ” serve avere due ospedali nel raggio di pochi km che funzionano poco bene? Non sarebbe meglio cercare di costituire un solo ospedale che fuznioni bene dando ai cittadini la dovuta assistenza?” E questo che un cittadino si aspetta di sentire e non le solite beghe politiche. Lei si ricorda del riforma ospedaliera che voleva fare il sig. FITTO, be non è stata realizzata perche la si credeva impopolare dal suo amico che chiacchiera tanto e oggi abbiamo la SANITA’ pugliese che purtroppo fa acqua e non per gli operatori che ci lavorano all’interno ma per il fottuto campanilismo che non ci farà crescere mai. Caro ex sindaco di TRIA lasci da parte i suoi campanilismi e faccia qualche proposta seria per i cittadini vedrà che sarà apprezzato di più.

LuigiIlConsiglier
LuigiIlConsiglier
11 anni fa

Di Tria e Perrone, due facce della stessa medaglia: la lotta di potere sulle macerie della sanità pugliese e sulla pelle e sulla salute dei cittadini di Terlizzi e di Corato. Poveri noi in che mani siamo. Il bello è che vogliono pure il voto. Di Tria solleva il velo su una situazione di degrado politico ed istituzionale dove emergono accordi sottobanco e spartizioni di potere e favori personali trasversali mentre pubblicamente questi personaggi recitano la parte di avversari per abbindolare quelli che ci credono ancora. Ma Di tria che ha fatto il Sindaco ed è stato mandato a casa da una fazione del suo partito, perchè non ne trae le conseguenze?

cinghialotto
cinghialotto
11 anni fa

cari sceriffo e adone, quello che dite è giusto, ma si sa,i campanilismi servono per prendere voti, per “caricare” di senso fatti e personaggi che altrimenti senso non avrebbero, ma alla fine della fiera rimangono i problemi irrisolti…la leva campanilistica fa presa sugli elettori, eccome se la fa, specie su quelli più ignoranti, il popolo, salvo poche eccezioni, è bue e va dove l’anello al naso lo tira…il piano di fitto era lodevole e opportuno, ma ostacolato non solo dai campanilismi, ma ricordiamolo, dalle lotte interne di primari e secondari vari che mal digerivano l’idea di perdere posizioni di prestigio e favore di altri colleghi. non dimentichiamolo. perchè ho scritto tutto questo? forse perchè oggi sono un pò più sfiduciato e qualunquista del solito…