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Giovani Democratici: «Il Comune di Corato non finanzi l’Università di Trani»

La Redazione
L'Università di Trani
«Un'operazione poco trasparente», secondo i Giovani Democratici di Corato, che chiedono al Comune «di sottrarsi a questo infruttuoso sperpero di risorse pubbliche»
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Nel novembre scorso è stata ufficialmente istituita l'Università di Trani.

L’iniziativa ha avuto il sostegno della sesta Provincia ed i Comuni appartenenti al Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, ovvero le dieci città della Bat inisieme al Comune di Corato.

Il Comune di Corato si è impegnato a versare 20mila euro per finanziare l’istituenda sede di tutoraggio dell’Università LUM a Trani. I Comuni soci del Patto verseranno complessivamente la cifra di 200mila euro, mentre ulteriori 500mila euro saranno destinati alla struttura dal governo della BAT attraverso un fondo vincolato che servirà ad erogare le borse di studio e a coprire spese di gestione e insediamento della nuova sede universitaria.

«Un'operazione poco trasparente», secondo i Giovani Democratici di Corato, che chiedono al Comune «di sottrarsi a questo infruttuoso sperpero di risorse pubbliche».

«Il finanziamento complessivoscrivono i GDsarà di 700mila euro, cifra che non subirà modifiche anche nel caso in cui gli iscritti alla LUM saranno meno del previsto. Infatti la convenzione stipulata tra il PTO e la LUM prevede, all’articolo 5, che anche nel caso in cui le risorse del fondo vincolato risultassero sovrabbondanti a coprire le richieste di borse di studio, le stesse resterebbero alla LUM che potrà impiegarle per coprire costi di gestione e impianto o per promuovere attività di ricerca.

Comunque, detto della scarsa trasparenza dell’operazione, che peraltro tradisce uno dei pochi punti condivisi di qualsivoglia riforma universitaria, ovvero quello in virtù del quale si auspica che si frenino le populistiche aperture di sedi universitarie “sotto casa”, ci chiediamo: perché creare discriminazione tra gli studenti dell’Università privata e quelli dell’Università pubblica?

 Se ci sono soldi da investire in formazione perché non renderli accessibili a tutti? Dopo i feroci tagli della Gelmini che, tra l’altro, hanno causato un aumento spropositato delle tasse universitarie, non si potevano destinare questi fondi per creare borse di studio senza il vincolo di doversi iscrivere alla LUM e poter accedere quindi ad un’offerta didattica limitata (saranno attivati, infatti, solo i corsi di Giurisprudenza ed Economia)?

Perché non investire parte di quei 700mila euro per favorire corsi di formazione professionale garantendo così futuro a giovani sempre più depressi dalla convinzione che questo Paese non offre possibilità di futuro?

Ci piacerebbe che l’Assessore alla Pubblica Istruzione Caputo rispondesse in maniera soddisfacente quantomeno a parte degli interrogativi posti in questa nostra riflessione. Sappiamo che non lo farà perché chi amministra la Città come mero esercizio di potere non è in grado di dare risposte ai cittadini.

Chiediamo quindi che perlomeno il Comune di Corato si sottragga a questo infruttuoso sperpero di risorse pubbliche».

giovedì 22 Marzo 2012

(modifica il 26 Luglio 2022, 20:48)

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