Politica

«Chi sarà il Pisapia o il De Magistris di Corato?»

La Redazione
Dalla politica nazionale a quella locale il passo è breve. Il commento è di Gaetano Bucci
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Dalla politica nazionale a quella locale il passo è breve. Il commento è di Gaetano Bucci.
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rn«In Italia è in corso un terremoto politico. Le recenti elezioni amministrative hanno mandato un importante segnale. Ad estremi mali, estremi rimedi. Pisapia e De Magistris vincono a Milano e Napoli. Non sono di area moderata, ma hanno saputo rappresentare lo spirito della gente. In loro si sono riversate le speranze di tutto il popolo italiano, sebbene siano stati eletti “solo” sindaci di due grandi città.

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La parabola discendente della stella berlusconiana coincide con una nuova sfida nell’arena politica nazionale. È la sfida che nuovi leaders non legati agli apparati dei partiti tradizionali siano in grado di rilanciare non solo le città in cui sono stati eletti, ma anche il progetto di un’altra Italia. La loro elezione è una grande speranza ed una grande metafora.
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rnA gennaio scorso scrissi un pezzo in cui retoricamente chedevo: “Quale Fini per Corato?” Adesso, allo stesso modo, ci si potrebbe chiedere: “Quale Pisapia o De Magistris per Corato?”
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rnA Corato negli ultimi mesi il lavoro “di coscienza critica e di riscatto civile” nella maggioranza l’ha svolto Luigi Patruno. Grazie alla sua iniziativa, compresa e accompagnata, trasversalmente da molti consiglieri, l’amministrazione Perrone è alle pezze.
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rnNonostante i numeri, c’è nella maggioranza un nervosismo di fondo, quasi una arrogante agitazione. Tutto ciò è indice di grande scollamento dalla comunità cittadina, forse di una kafkiana“solitudine del gruppo” dirigente.
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rnLa gravità della situazione è plasticamente rappresentata dal disordine sociale, dall’incuria urbanistica, dal “parossismo” di interventi sbagliati, dalla sostanziale confusione progettuale dell’attuale Amministrazione.
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rnIl sindaco Perrone, il “più virtuoso d’Italia”, il “ghe pensi mi” di Corato, appare sempre più incartato e avvitato su se stesso e, forse, sui suoi progetti futuri. Conserva ben quattro o cinque incarichi pubblici importanti, onerosi e defatiganti, a cui, forse, si dovrebbero aggiungere quelli di “imprenditore in pensione”. Egli è Sindaco di Corato, Assessore all’Urbanistica, Assessore alla Cultura, Presidente Anci Puglia, “dominus” del PdL di Corato. Ci chiediamo dove trovi le energie e il tempo di pensare a tutto ciò.
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rnPoi semplicemente constatiamo che, non essendo uno e trino e non avendo il dono dell’ubiquità, l’eroico e prode Gino Perrone non riesce a tener dietro, non solo a tutti questi impegni, ma neanche ai bisogni più urgenti della città e alle aspettative più immediate della comunità.
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rnLe recenti elezioni hanno messo ben in evidenza il fatto che la gente vuole altro che le chiacchiere, vuole altro che risposte aleatorie e fantomatiche. La gente vuole democrazia vera e partecipata.
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rnC’è un deficit di rappresentanza, sia in termini quantitativi che qualitativi. A Corato questo deficit è molto pesante, prova ne sia che ormai da diversi anni ci sono movimenti di base che appassionatamente si muovono e si organizzano per contrastare decisioni politiche “fatue” o per assumere in proprio precisi impegni su annosi e insostenibili problemi collettivi.
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rnLa gente di Corato, su questioni urgenti e vitali, della propria vita e del proprio futuro “si fa popolo” e da voce alla propria coscienza critica. È accaduto per il tentativo sciagurato di scippare Piazza Vittorio Emanuele per farne un mega-parcheggio interrato, per protestare contro certe “strumentali” piste ciclabili, contro l’imbroglio dell’elettrodotto, contro il sacco del centro storico, contro il pluriennale “sequestro del centro” della città con la scusa dei lavori pubblici, contro lo spreco in “panem et circenses” in tempi di grave crisi economica.
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rnInsomma, la gente è stanca di politici che passano il tempo in passerella; in inaugurazioni e processioni varie, in convegni “sulle virtù del caciocavallo” e mostre sul “becco dei pappagallini”. La gente chiede rispetto, solidarietà e tanto ascolto sui problemi oggi più importanti che sono quelli del lavoro, della salute, dell’ambiente, della sicurezza, dell’istruzione, della giustizia sociale, della cultura diffusa, di chi produce e chi consuma, del ritorno dei molti giovani emigrati e dell’incontro con gli immigrati.
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rnLa gente, anche quella di Corato, vuole essere ascoltata. Anche a prescindere dalla tessera di partito o del sindacato. Ci vuole una nuova “etica della partecipazione” alla vita pubblica. Questa nuova etica può essere interpretata solo da chi non è “incallito e viziato” dalle logiche del passato, da stili politici superati, da comportamenti individuali in contrasto con l’interesse generale.
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rnSe a Corato si capisce ora, ora e non fra due anni, la lezione che viene da Milano e da Napoli, allora sì che la città potrà aprirsi a nuovi protagonismi, a nuovi soggetti, a nuovi entusiasmi. Questo, ovviamente, vale per tutti. Ma prima di tutto per coloro che militano nella attuale opposizione. È la dialettica dei tempi che lo esige, e che, nel nostro piccolo, ci spinge a chiedere: “Chi sarà il Pisapia o il De Magistris di Corato”? Ai contemporanei, non ai posteri, l’ardua sentenza!»

giovedì 2 Giugno 2011

(modifica il 27 Luglio 2022, 4:08)

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LuigiIlConsiglier
LuigiIlConsiglier
12 anni fa

Sono daccordo. Luigi Patruno.

Sabino Grilli
rambouno
12 anni fa

CHI SARA IL PISAPIA O IL DE MAGISTRIS? SENPLICE NO!GINO PERRONE .CI SONO POLITICI IN GRADO A CORATO.