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L’Arci ricorda Peppino Impastato e le vittime di mafia

La Redazione
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Una manifestazione di commemorazione in memoria delle vittime di mafia.
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rnLa organizza il circolo Arci La Locomotiva di Corato domani in piazza dei Bambini dalle ore 19 alle 23, per ricordare la figura di Peppino Impastato nel 32esimo anniversario della morte.

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«Come Peppino Impastato ogni anno decine di uomini e donne perdono la vita a causa di una crudele assassina chiamata mafia», commentano dal circolo. 
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rnDurante questa manifestazione verranno presentate brevemente alcune storie dal circolo ARCI La Locomotiva.
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rnLa biografia di Giuseppe Impastato.
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rnNasce a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La famiglia Impastato è bene inserita negli ambienti mafiosi locali. Assieme ad altri giovani fonda un giornale, "L’Idea socialista" che, dopo alcuni numeri, sarà sequestrato. In una breve nota biografica Peppino scrive: "Arrivai alla politica nel lontano novembre del ’65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale.

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E’ riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività.Ma io mi allontanavo sempre più dalla realtà, diventava sempre più difficile stabilire un rapporto lineare col mondo esterno, mi racchiudevo sempre più in me stesso. Mi caratterizzava sempre più una grande paura di tutto e di tutti e al tempo stesso una voglia quasi incontrollabile di aprirmi e costruire. Da un mese all’altro, da una settimana all’altra, diventava sempre più difficile riconoscermi. Per giorni e giorni non parlavo con nessuno, poi ritornavo a gioire, a riproporre: vivevo in uno stato di incontrollabile schizofrenia.”

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Nel 1975 organizza il Circolo "Musica e Cultura", un’associazione che promuove attività culturali e musicali e che diventa il principale punto di riferimento por i giovani di Cinisi. Il tentativo di superare la
rncrisi complessiva dei gruppi che si ispiravano alle idee della sinistra "rivoluzionaria" , verificatasi intorno al 1977 porta Giuseppe Impastato e il suo gruppo alla realizzazione di Radio Aut, un’emittente autofinanziata che indirizza i suoi sforzi e la sua scelta nel campo della controinformazione e soprattutto in quello della satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l’esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull’ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante".

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Nel gennaio 1988 il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 il Tribunale di Palermo decide l’archiviazione del “caso Impastato”, ribadendo la matrice mafiosa del delitto ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei “corleonesi”. Nel maggio del 1994 il Centro Impastato presenta un’istanza per la riapertura dell’inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venga interrogato sul delitto Impastato il nuovo collaboratore della giustizia Salvatore Palazzolo, affiliato alla mafia di Cinisi.

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Nel marzo del 1996 la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un esposto in cui
rnchiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto. Nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni di Salvatore Palazzolo, che indica in Badalamenti il mandante dell’omicidio assieme al suo vice Vito Palazzolo, l’inchiesta viene formalmente riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Nel 1998 presso la Commissione parlamentare antimafia si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 Dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini.

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Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo. Badalamenti e
rnPalazzolo sono successivamente deceduti.
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rnPer ulteriori approfondimenti
rnwww.peppinoimpastato.com
rnwww.libera.it

sabato 8 Maggio 2010

(modifica il 12 Luglio 2022, 20:45)

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ciauladore
ciauladore
13 anni fa

V.

Peppino IMPASTATO non é morto, PEPPINO IMPASTATO vive in tutti coloro che amano e DIFENDONO LA LEGALITA’.

maancheno
maancheno
13 anni fa

complimenti all’Arci per lo scopo della manifestazione, la mafia è un cancro del nostro Paese e credo sia importante sensibilizzare la gente a lottare contro di essa mostrando e ricordando persone che hanno dichiarato guerra alla mafia!!!