Politica

“Professor tuttologo”, arrivano le reazioni

La Redazione
Dopo il consigliere Pdl Luigi Patruno, arrivano i commenti dello stesso Gaetano Bucci e della Dc
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Ancora strascichi dopo il Consiglio Comunale monotematico di venerdì scorso in cui si è discusso del parcheggio interrato che potrebbe essere realizzato in piazza Vittorio Emanuele.
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rnL’assise, come si ricorderà, è stata caratterizzata da un passaggio in cui il capogruppo Pdl Pomodoro si era riferito a Gaetano Bucci, tra i promotori del comitato contro la costruzione del parcheggio, chiamandolo "professor tuttologo".
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rnUna circostanza che non ha mancato di suscitare reazioni.

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Dopo quella del consigliere Pdl Luigi Patruno pubblicata nei giorni scorsi, oggi arriva quella dello stesso Bucci che, in maniera più ampia, ha commentato lo stesso esito del Consiglio Comunale.

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«Si è deciso di non decidere» ha detto Gaetano Bucci.
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rn«E’ stata una grave omissione da parte della maggioranza non entrare nel merito. Il suo è stato un comportamento sterile, privo di contributi di merito e incentrato solo sulla critica ai "metodi di protesta". E questo non è un segno di sicurezza e maturità amministrativa.
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rnAnzi, è il segno che si voglia governare senza essere visti e rendicontare. Che si voglia saltare la voce dei "rappresentanti del popolo", come si diceva una volta. Affermo questo a prescindere dai giudizi sul mio conto, inopportuni e scorretti, prim’ancora che ingiusti. 
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rnSpero che la stampa riesca a cogliere il "non detto", ad andare oltre e ad addentrarsi coraggiosamente in profondità in questa faccenda che assume sempre più i risvolti dell’"affare", che, in verità, c’entra poco con le buone pratiche amministrative, la politica e un qualche lontano ideale».
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rn"Vile"
è invece la definizione che fornisce dell’accaduto la Dc.

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«Piena solidarietà al Prof. Bucci per il "vile" e prosaico atteggiamento utilizzato da alcuni rappresentanti delle Istiuzioni locali che mal sopportano l’interesse e la partecipazione libera dei cittadini alla vita e alla gestione della cosa pubblica» dicono dal partito.
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rn«Emerge ancora una volta la diversa concezione di democrazia che alcuni esponenti del Centro-Destra non riescono a coniugare nel modo più consono, sfociando puntualmente in un altro sistema di partecipazione unilaterale che è quello della "tirannia".
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rnOrmai in Italia fa specie sentirsi cittadino attivo e partecipe dell’interesse pubblico, poiché purtroppo si ritiene che la vita di una comunità spetti soltanto a coloro i quali in nome di un fatuo momento di legittimazione popolare sono "unti dal Signore" e pertanto non devono dare conto all’intera comunità.
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rnVorremmo ricordare che molti anni or sono in funzione di una legittimazione popolare un magistrato dal nome Pilato chiese al popolo chi salvare tra Barabba e Gesù e il popolo dall’alto della sua grande "volontà" rispose Barabba.
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rnA questo si aggiunge che fa specie che uomini della PDL danno del tuttologo a qualcuno, quando il vero unico e solo tuttologo è il loro Presidente, nonché purtroppo Presidente del Consiglio. Speriamo che questo grave accadimento faccia rinsavire molti e che una volta per sempre vengano cacciati dal tempio i Farisei di sempre».
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Sul tema è poi tornato lo stesso Gaetano Bucci con una nota diffusa nella mattinata di oggi.
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rn«Prima di tutto ringrazio il PD, i Giovani Democratici di Corato, i consiglieri comunali Luigi Patruno, Michele Arsale, Francesco Edmondo Stolfa e Francesco Mazzilli e quanti hanno voluto esprimere esplicitamente la loro sensibilità e solidarietà nei miei confronti, durante e dopo il Consiglio Comunale del 13 novembre scorso, quando dai banchi della maggioranza ha censurato in modo piuttosto rozzo il mio impegno nel cercare di ostacolare lo scellerato progetto del parcheggio interrato in piazza Vittorio Emanuele.
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rnLi ringrazio “pubblicamente” perché le loro parole costituiscono il riconoscimento per ogni libero cittadino di stare sempre “legittimamente” nella dialettica democratica, anche indipendentemente dall’appartenenza partitica.
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rnPertanto, esse non sono state rivolte solo alla mia persona, ma a tutta Corato, a tutti i cittadini della nostra amata città. Esse costituiscono un monito e, mi auguro, una piccola speranza che il sole torni a splendere sulle libertà e i diritti collettivi oggi oscurati.
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rnDetto questo, entro nella “vexata questio”, quella dell’ormai “famigerato parcheggio interrato”, che da mesi sta appassionando la città di Corato, facendo emergere inediti affetti civici, insperati sensi di civile appartenenza, responsabile impegno democratico, specie tra i giovani. E, viceversa, sta ossessionando certi politici che con disinvoltura pensano che un consenso elettorale sia una sorta di investitura divina a plasmare a proprio capriccio il corpo e l’anima di Corato.
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rnPer fare ciò parto da una figura retorica poco conosciuta, ma in questo caso particolarmente azzeccata: la “sinèddoche”.
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rnLa “sinèddoche”, dal greco ‘ricevere insieme’, è una figura retorica consistente nell’uso in senso figurato di una parola al posto di un’altra, ampliandone o restringendone il senso. Per esempio la parola ‘vela’ al posto di ‘barca’, “tastiera” al posto di “pianoforte” ecc. ecc..
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rnOra, senza scendere alla sineddoche cantata di recente da Checco Zalone nel programma “Zelig” di “f…” al posto di “donna”, potremmo dire che un esempio nostrano di sostituzione della parte per il tutto potrebbe essere, se già ciò non costituisse un qualche onore, quella di “Gino Perrone” al posto di “classe politica rozza e arrogante”, o anche di “amministrazione ignorante e presuntuosa”.
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rnPer affermare cio non c’è bisogno di aspettare “l’ardua sentenza della storia”, ma basta quanto da mesi si sente dire a Corato in ogni bar e pizzeria, barbiere o parrucchiere, sale d’attesa piccole e grandi, e cioè che non solo il megaparcheggio interrato in piazza Vittorio Emanuele “non s’ha da fare”, ma che la sua realizzazione costituirebbe una ulteriore prova di cecità e imposizione politico-amministrativa della giunta di centro-destra guidata dal sindaco Perrone.
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rnIl fatto è da mesi sotto gli occhi di tutti. Nonostante il sindaco, sostenuto da qualche ringhiante cane da guardia, tanti cuccioli ammutoliti e pecore belanti , continui a dire che “non c’è niente”, che “sono solo idee embrionali”, la verità è che una certa ditta, pare la Costruzioni De Gennaro, operante nelle settore delle grandi opere, ha presentato una sua “piccola ideuzza” per rivoltare come un calzino la più grande e bella piazza della città di Corato.
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rnQuesta ideuzza è di per sè un “fatto”. Ed è anche un “fatto gravissimo”, visto che questa “quisquilia” costerà alla città non un occhio, ma il cuore stesso. Infatti, con la perdita della piazza, andrà smarrita gran parte della storia di Corato e, molto probabilmente, “rovinato” anche qualche “nobile” e bel caseggiato ottocentesco.
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rnCosì il “passeggero sorriso dell’ignoto imprenditore”, tanto per parafrasare un celebre romanzo di Vincenzo Consolo, sarà pagato con il “lungo pianto” di decine di migliaia di famiglie di Corato, presenti e future. E’ già è accaduto nel passato. Speriamo non accada nel futuro che qualche altro “ignoto o innominabile imprenditore” si arricchisca sulla base di qualche amicizia politico-affaristica.
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rnSulla base di questo rischio, è ormai impossibile pensare che la questione del megaparcheggio sia solo ed esclusivamente un fatto tecnico. La questione è ormai divenuta di carattere eminentemente politico. Essa mette capo ad una serie di ulteriori problemi, il primo dei quali, a me sembra, sia la legittimità dell’esercizio “esclusivo” del potere politico-amministrativo da parte del primo cittadino, specie di fronte a decisioni tanto importanti da coinvolgere la storia e l’identità della comunità, oltre che il cuore fisico della città che essa abita e vive.
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rnIl fatto che un sindaco, com’è accaduto essersi verificato nel caso di Perrone, vada molto avanti nella decisione di cambiare la città, nascondendo alla stessa una serie di elementi fondamentali del “procedimento decisionale” e sminuendo continuamente la portata di tale suo comportamento, è di per sé un fatto di grave abuso del mandato popolare.
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rnIl Consiglio Comunale monotematico, richiesto dai partiti di opposizione sulla questione del “parcheggio interrato di piazza Vittorio Emanuele e sul patrimonio culturale”, fissa un dato di grande rilievo nella storia politica di Corato. Infatti, senza distinzione di appartenenza e di collocazione politica una serie di partiti, da destra a sinistra, hanno ritenuto di mettersi insieme per contrastare non solo il merito di una decisione “scellerata”, ma un metodo amministrativo da “padre-padrone”, quale appunto si è configurato in questi anni quello del sindaco Luigi Perrone.
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rnE’ ormai evidente che la prova di forza improvvidamente cercata dall’Amministrazione sulla questione di piazza Vittorio Emanuele non si gioca affatto solo sul piano progettuale e tecnico, e neanche sul piano strettamente economico-finanziario, come il sindaco stesso vorrebbe. Oggi nelle opere di intervento urbanistico gli ostacoli e i rischi strettamente tecnici si superano, e quando ciò non è possibile c’è sempre qualche assicurazione che li “copre”. Il punto non è questo.
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rnCome pure non lo è, come sostiene qualcuno nella maggioranza, quello della valutazione dell’economicità e della “convenienza”, in quanto tale concetto fa riferimento a un tipo di “vantaggio” più presunto e aleatorio che reale.
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rnChi dice che oggi piazza Vittorio Emanuele “non vale niente” dice il falso. Chi dice che una certa azienda ce la restituisce più bella prendendosi in cambio per quarant’anni il sottosuolo per farci un parcheggio per poi “regalarlo” alla città, non dice una cosa esatta. E, se dice il falso o una cosa inesatta, allora viene meno anche il cosiddetto “affare”.
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rnIl fatto è un altro. Corato non ha bisogno di fare certi “affari”. Il cuore della città, come un figlio per una mamma, non si può mettere in vendita. Per questo motivo il sindaco Perrone non solo ha esagerato nel pensare che sulla piazza si potesse fare un’operazione “economico-urbanistica” – che in realtà è un atto di “barbarie storica” – spacciandola per un “atto amministrativo” di ordinaria amministrazione. Egli, soprattutto, ha molto sbagliato nel pensare che la città rimanesse “immobile e decerebrata” rispetto a tale decisione e a tale comportamento.
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rnCorato ha reagito. Ha reagito “solo all’idea”. E ha fatto bene. E’ un segno di vitalità collettiva. Credo abbia avuto ragione, di fronte al “tradimento”, a rovesciare in “sonoro e plateale dissenso” il proprio consenso elettorale al “sindaco più virtuoso d’Italia”.
rnCome accade solo di fronte alle grandi catastrofi, Corato, come dice Montale in una famosa poesia, sicuramente “sa ciò che non vuole”. E Corato oggi non vuole il megaparcheggio in piazza Vittorio Emanuele. Punto e basta. Il contrario è solo una presunzione o una proiezione interessata. E se il sindaco Perrone insisterà nel dire che la città “vuole il parcheggio" non vorrà più neanche lui. Più elementare di così!
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rnCredo che queste considerazioni siano in sintonia con quanto è avvenuto nel corso del Consiglio Comunale scorso, in cui, come ha scritto su CoratoLive.it Giuseppe Di Bisceglie, “la maggioranza ha deciso di non decidere”. Il fatto è che tale “fuga dalla decisione”, non è solo una fuga tecnica, ma una fuga politica. Dai banchi della maggioranza sono arrivati solo pochi, ripetitivi e stantii punti di vista privi di adeguate argomentazioni.
rnViceversa, la maggioranza ha subíto il fuoco di fila della minoranza – di destra, centro e sinistra – che ha portato molti argomenti seri e approfonditi, a cui è però stato risposto con qualche disordinato balbettio di metodo e qualche insostenibile insulto.
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rnDai venti consiglieri di maggioranza che hanno respinto l’istanza di fermare l’idea del parcheggio e di provvedere a definire il “patrimonio culturale” di Corato, al fine di conservarlo, tutelarlo e valorizzarlo, come vuole la legge 402 del 2004, non sono venuti né contributi propositivi nè giustificazioni accettabili rispetto alla sua mancata applicazione. Quasi che “la cultura e la storia” siano non un valore della città di Corato, ma un disvalore ed un “ostacolo inopportuno” nel “sacco urbanistico” che, per mere finalità economico-finanziarie e politico-affaristiche, si vuole realizzare.
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rnEcco, se le cose stanno così, non solo fanno bene tutti i partiti di opposizione a convergere su posizioni comuni, ma farà bene tutta la città ad opporsi a questi disastrosi “colpi di testa”, sempre negati a parole, ma sempre più praticati nei fatti.
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rnQuesto però non basta. Bisogna uscire di più allo scoperto. Bisogna che i coratini di buona volontà, i grandi decisori, il ceto che “può ciò che vuole”, la società civile e il mondo associazionistico si schieri apertamente e dica no. Un no che abbia un valore di maturità democratica. Un no che non solo impedisca la barbarie storica della costruzione del “megaparcheggio interrato”, ma che sia un netto rifiuto di un “sistema decisionale” personalistico e vessatorio che implicitamente presuppone uno stato di “minorità civile”. Corato che dice no al parcheggio, dice non al “perronismo”. E, per fare ciò, è disposta a fare fronte comune. Se non è un’epopea, quasi.
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rnPersonalmente rifiuto la minorità civile. Viceversa spero, anzi sono sicuro, che la “maturità civile” sia ormai un dato acquisito anche a Corato. Nonostante certi personaggi appartenenti alla specie dei “leader retrogradi e paternalistici”, sulla base di un equivoco “votarsi al fare”, stiano dilazionando la loro naturale e sicura estinzione.
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rnPer concludere. Questa storia infinita del megaparcheggio in piazza Vittorio Emanuele sta vieppiù dimostrando che Corato non vuole rinunciare neanche ad una briciola del proprio passato. Che essa, viceversa, vuole proiettarsi verso il futuro con nuove idee ed un dinamismo operativo più sensato.
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rnCorato sta mostrando una “elan vital” agli antipodi della visione della res publica di tipo “paternalistico-clientelare” e “politico-affaristica” del sindaco Luigi Perrone.
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rnCi sono segni evidenti che ormai da tempo la città sta pensando in modo nuovo al proprio domani. E che, allo stesso modo, vuole governanti capaci di “pensare”, oltre che di “fare”. Governanti consapevoli del “perché fare”, e non solamente del “come fare”».

giovedì 19 Novembre 2009

(modifica il 13 Luglio 2022, 2:06)

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habanico82
habanico82
14 anni fa

D’accordo però il Prof. Bucci, che conosco e stimo, dovrebbe decidersi a rendere un tantino più concisi e diretti i suoi interventi, secondo me

lu_kio
lu_kio
14 anni fa

CHE NOIAA.. CHE NOIAAAAA CHE PALLE… SEMPRE STO PROF…. MA PERFAVORE CENSURATELO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SCREIVESSE SULLA CAPASANA…. UFFAAAA
CHE NON LEGGE NESSUNO!!!!

gokuzzz
gokuzzz
14 anni fa

ecco un altro papiro…

figliolia
figliolia
14 anni fa

E pensare che il prof. Bucci dopo una lunga militanza nel partito comunista divenne un fan di Forza Italia.
Sembra che da un pò di tempo sia tornato all’ovile. Perchè? Ai posteri l’ardua sentenza.

africa
africa
14 anni fa

mi togliete una curiosità sempre se qualcuno saprà rispondermi.. ma con la costuzione del megaparcheggio se questa avverrà si avrà l’eliminazione di un pezzo del corso? e cioè quel tratto che divide la piazza?

skybrowser
skybrowser
14 anni fa

Esprimo solidarieta’ a Bucci, capace di dimostrare come dovrebbe essere un Cittadino. E stigmatizzo il comportamento di chi, con un atto di arroganza e di vilta’, ha offeso Bucci e tutti i Coratini che hanno manifestato il proprio dissenso. La stessa vilta’ mostrata da sindaco e presidente che non hanno ritenuto dissociarsi da cotanta maleducazione. La stagione del berlusconismo diviene sempre piu’ simile al fascismo. Questa gente non puo’ rappresentare una comunita’. Coratini svegliatevi!