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Rappresentanza politica e progresso di Corato: il parere di Giacomo De Lillo (seconda parte)

La Redazione
Dopo il primo intervento pubblicato all'inizio di agosto, ecco la seconda parte della nota inviata da Giacomo De Lillo sulla politica locale.
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Dopo il primo intervento pubblicato all’inizio di agosto, ecco la seconda parte della nota inviata da Giacomo De Lillo, ex consigliere comunale ed esponente del Partito Socialista, sulla politica locale.

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«Non passerò alla seconda parte delle mie riflessioni sull’intervento del Prof. Bucci – scrive De Lillo – se non dopo aver chiosato i graditi commenti che hanno accompagnato la prima.
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rnPartirò da “nonsolonero”, per dirmi in totale disaccordo con lui.
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rn“Esci dall’ombra, fatti protagonista!” era l’aforisma che invocava la partecipazione più attiva della città alle scelte che in quegli anni andavano delineandosi, con l’obiettivo di incidere su un tessuto sociale, civile e culturale e su un territorio che scontavano gli effetti, ancora persistenti, di una disavventura bellica e di un regime che avevano consolidato la condizione di rassegnazione e di sudditanza del popolo, soprattutto del Sud.
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rn“Esci dall’ombra” era l’appello rivolto alla città perché si liberasse dal torpore diffuso e si impegnasse sul doppio fronte della lotta al moderatismo della DC ed al conservatorismo del MSI.
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rnE’ vero che i socialdemocratici, come gli altri Partiti di maggioranza, godevano dei vantaggi che la legge e la prassi offre alla maggioranza di governo locale in termini di incarichi istituzionali ed extraistituzionali da conferire, in termini di potere da gestire, di progetti da esibire, di…clientele da alimentare…in un contesto territoriale di non elevato livello socio-economico in cui occupazione, reddito e casa occupavano il grado più alto delle priorità; ma è anche vero che essi producevano idee e progetti avanzati, esprimevano voglia di rinnovamento, promuovevano partecipazione popolare, in un rapporto dialettico, anche aspro, con la DC.
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rnMa se la chiave del successo elettorale sta, come nonsolonero sostiene, nella presenza nella stanza dei bottoni, sa dirmi, se ha l’età per un’analisi retrospettiva della realtà politica locale, sa dirmi quando il Sig. Perrone non è stato parte, preponderante e decisiva, delle maggioranze che si sono avvicendate a Palazzo S. Cataldo?
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rnAveva giurato che mai avrebbe contratto alleanze con il PCI e con la destra e, invece, è convolato a nozze con l’uno e con l’altra. E non perché sia caduto il muro di Berlino o sia crollato l’arco costituzionale, ma perché il suo elettorato, fedele a lui anche in presenza dei più arditi funambolismi, lo apprezzava e continua ad apprezzarlo per l’incredibile capacità di galleggiare, anche nel mare più burrascoso, come quello che dovette affrontare con l’avvento dei Sindaci Di Gennaro e Fiore.
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rnC’era una profonda diversità tra il PSDI e la DC, la diversità che corre tra progressisti e populisti: tutti due si occupano dei più poveri, ma i progressisti si battono per debellare la povertà, i populisti no, perché senza gli indigenti loro non ci sarebbero.
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rnL’alleanza con la DC non si trasformò mai né in collaborazionismo, né in vassallaggio.
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rnLa prassi della maggioranza democristiana era improntata ad un ferreo sistema politico amministrativo “tolemaico” che, in qualche caso, assumeva la forma della diffida rivolta ai propri Sindaci a non assecondare il ritmo e l’inventiva dei socialdemocratici.
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rnChe questa strategia, quella di fiaccare e poi di demolire avversari e competitori, sia stata pagante sul piano elettorale, come hanno dimostrato le vicende politiche cittadine fino ai giorni nostri, è indubitabile; ma che lo sia stata anche in funzione del “progresso” locale, nell’accezione indicata dal Prof. Bucci, è molto dubbio.
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rnQuanto alla “senilità”, provi “nonsolonero” a considerare, intanto, che vecchio non è sinonimo di imbecille e che chi scrive, a 68 anni si è ritirato, ritengo senza demerito, dall’attività amministrativa; il suo leader, invece, all’età di 64 anni, accetta il diminutivo, è ancora sulla breccia e non aspira ancora, probabilmente, al meritato riposo, se è vero che, secondo voci che mi auguro infondate, intenderebbe cavalcare l’onda della popolarità per raggiungere vette ancora più elevate.
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rnIn politica, comunque, la contrapposizione non è fra giovane e vecchio, ma fra vecchio e nuovo. E il suo leader non è certamente un fautore del nuovo.
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rnA Duca Valentino, omessa ogni considerazione sui molteplici significati che possono attribuirsi al termine “cultura”, desidero esprimere la mia concordanza sul fatto che la laurea non debba considerarsi la “conditio sine qua non” per qualificare “colto” un cittadino. Ciò che non convince è il tentativo di assimilare, in tutti i casi, perfino in quello del Difensore Civico, il laureato al non laureato. Così come non convince il fatto che una città di 46000 abitanti, con tre Scuole secondarie di secondo grado di diverso indirizzo e con un numero elevato di cittadini laureati, esprima come Sindaco un cittadino che, per non aver ottemperato all’obbligo, imposto dalla legge, di frequentare la scuola “Media inferiore”, non può essere assunto ad esempio da imitare.
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rnSarà un dettaglio di scarso peso, ma chi sa spiegare la ragione per la quale Gino Perrone non è stato mai candidato Consigliere comunale?
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rnA cuchu che commenta: “è proprio vero il potere logora chi non ce là. Conosciamo bene il signor de lillo.”, desidero semplicemente replicare che il potere non l’ho mai rincorso. L’ho esercitato, quando mi è stato conferito, con impegno costante e fattivo, nella funzione di componente della maggioranza o di componente della opposizione. E, da Assessore, non ho esitato a rassegnare le dimissioni, quando, al di là di ogni comprensibile interesse personale, ho ritenuto di doverlo fare.
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rnE’ il caso di precisare che avrei potuto ricoprire la carica di Sindaco ed ho rinunciato per non sovraccaricarmi di…potere, essendo già, in quel periodo, Vice Presidente dello IASM ?
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rnNon aggiungo altro, se non che il “nos maiestatis” di cuchu, in aperto contrasto con la scarsa conoscenza della grammatica, mi fa pensare ad un soggetto rappresentativo di quella parte dell’elettorato che ha contribuito a determinare l’onda di piena del consenso intorno al Sindaco in carica.
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rnQuesta ritengo sia la cornice nella quale andrebbe collocato un “pezzo”, certamente non pregiato, del quadro della politica locale: un quadro dominato da una figura che sovrasta e copre una folla, resa indistinta, di personaggi, alcuni dei quali degni di stima e capaci di autonoma elaborazione politico-programmatica, ma soffocati dalla incontenibile arroganza del sedicente, esclusivo depositario del suffragio elettorale.
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rnMa, a prescindere dal “quadro”, credo sia ancora consentito, caro nonsolonero, di esprimere valutazioni su quella parte del 75% di elettori che asseconda “comportamenti e stili “comunque” (bella l’aggiunta di questo avverbio da parte tua!) democratici” dei tuoi referenti. Non meravigli né preoccupi, comunque, il 75%: ci sono state percentuali anche più alte che hanno, “democraticamente”, premiato “fior di governanti” come Hitler, Mussolini, Ahmadinejad in Iran, Kim Jong nella Corea del Nord, ecc. Ma, per dirla con Karl Popper, “il bello della democrazia non è che si può eleggere un tiranno, è che lo si può cacciare”.
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rnOra, se non cominciamo a parlar chiaro, partendo dal “basso” come fa Gaetano Bucci, rischiamo di vedere degenerare in autoritarismo il personalismo e l’esaltazione dell’uomo solo al comando delle istituzioni: da Berlusconi in giù.
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rnDevo una breve replica anche ad Attila2 che si dice mio amico e che apprezzo, in ogni caso, per l’incisività degli interventi che sottoscrive. Sono in sintonia con lui quando sostiene che i contenitori sono una delle condizioni che consentono il varo e lo sviluppo di politiche culturali, a patto che non restino… scatole vuote. Mi chiedo, infatti, con Attila2: quale destinazione avrebbero, in funzione della promozione della cultura, nel programma della maggioranza, Palazzo Gioia, la vecchia sede del Liceo-Ginnasio e le sedi scolastiche che si libererebbero quando fosse realizzato il Polivalente?
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rnSiamo al baroccume della politica amministrativa che anche in questo settore, non contribuisce al rilancio di politiche di sviluppo del Mezzogiorno, come dirò fra poco.
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rnLa maggioranza (leggasi Perrone) continua a trarre ispirazione da G.B. Marino:
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rn“E’ del poeta il fin la meraviglia
rn…e chi non sa far stupir, vada alla striglia.”
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rnInsomma, è come se si realizzasse uno stadio “olimpico” con la squadra di calcio in 2^ divisione o si impiantasse un potente Hardware, cioè una grande struttura, senza avere un software, cioè i contenuti culturali.
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rnSono, invece, in disaccordo con Attila2 quando, denunciando un totale sconforto, sostiene che “dobbiamo dar ragione a ciò che Bossi e la Lega pensano dei Meridionali”. Certo, noi, in linea di massima, abbiamo la tendenza al piagnisteo e al vassallaggio. Abbiamo subito dominazioni straniere, in verità non sempre barbare ed oppressive, da quella sveva a quella spagnola a quella borbonica e la nostra storia non riferisce di “giuramenti di Pontida”. Noi siamo stati quelli che nel referendum istituzionale del ’46 abbiamo, in larghissima misura, sostenuto la monarchia (66% in Puglia, 76% in Campania, 65% in Sicilia); siamo quelli – perché non dirlo? – che abbiamo premiato, al suo primo vagito, il neonato movimento dell’Uomo Qualunque; siamo quelli che sostengono, anche se indirettamente, la Lega Nord, le ronde, le gabbie salariali, la secessione, pregiudizi e discriminazioni nei confronti dei “terroni” e degli immigrati.
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rnChe fare, allora? Ovviamente non giova rinchiudersi in uno sdegnato pessimismo. E’ necessario, invece, elevare, innanzitutto, il nostro grado di maturità civica, di consapevolezza critica e politica, senza bisogno che Maroni ci detti le norme di comportamento. Ed è ancora indispensabile che l’Europa ed il governo nazionale adottino politiche che indirizzino (e non sottraggano), verso la macroregione del Mezzogiorno, risorse perequative ed aggiuntive per la lotta alla criminalità organizzata ed alla corruzione, per le infrastrutture, la scuola, la formazione e la ricerca, perché quelle risorse, lo sappia Bossi, possono diventare volano di sviluppo per l’intero Paese.
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rnPer l’attuazione di queste politiche, soprattutto dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, fondamentale è il ruolo degli Enti Locali. Il loro risveglio, infatti, affidato ad una classe politica rinnovata, può rappresentare – come ha recentemente sostenuto A. Maccanico – “il superamento di quei condizionamenti che hanno frenato e ritardato lo sviluppo del Mezzogiorno e che sono individuabili soprattutto nella passività e nella approssimazione delle istituzioni pubbliche locali e nella subalternità dell’iniziativa privata al provvidenzialismo centralistico”».

mercoledì 19 Agosto 2009

(modifica il 13 Luglio 2022, 4:55)

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paper23
paper23
14 anni fa

BRAVO GIACOMO COME NON RICONOSCERTI LUCIDITA’ D’ANALISI E DI VALUTAZIONE STORICA-POLITICA. PURTROPPO CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO QUESTO E’ IL SINDACO CHE I CORATINI SI MERITANO.MA IL TEMPO E’ GALANTUOMO CHISSA’ DOMANI……………..

ducavalentino
ducavalentino
14 anni fa

Come giustamente dice De Lillo, Perrone a Corato è l’uomo politico di riferimento da almeno 30 anni. Il fatto che sia Sindaco è un corollario, un’aggiunta. Mi chiedo: ma oltre ai difetti – chi non ne ha? – non ha anche delle qualità? Parlando con Perrone ho sempre l’impressione di avere di fronte un uomo dall’intelligenza viva e duttile. Penso che questa dote gli debba essere riconosciuta onestamente.

ducavalentino
ducavalentino
14 anni fa

In secondo luogo, Perrone aggiunge alla sua mobilità intellettuale e alla sua curiosità una ferrea scuola di Partito. E’ tecnicamente preparato e sa affontare un contraddittorio in sede politica, sa tenere unito un gruppo, sa mantenere e coltivare relazioni importanti. Intelligenza, voglia di imparare e scuola di Partito: questo è – senza piaggeria – il mix dei punti di forza di Perrone. Senza piaggeria: è sempre bene riconoscere il valore – quando c’è – di chi circonda.

ducavalentino
ducavalentino
14 anni fa

Infine, Perrone sa mobilitare l’elettorato. Perrone potrà essere sostituito? Sì, ma da qualcuno che abbia le stesse qualità con qualche difetto in meno. Allo stato attuale, tutto considerato e ponderato, c’è forse qualcuno in grado di creargli qualche grana ma nessuno in grado di sostituirlo. Con buona pace di tutti: anche quando Perrone non sarà più Sindaco continuerà ad essere il punto di riferimento.

ducavalentino
ducavalentino
14 anni fa

Quanto ho detto non credo sia confutabile. Giacomo De Lillo – come ti ho detto più volte – facciamo i conti con la realtà: è meglio stare con chi ci vuole morti e ci disprezza o con chi ci apprezza ma ci vuole subalterni? La tua vivacità intellettuale, la tua cultura… nel quadro politico attuale sono tagliate fuori e anche di questo – ne sono certo – sei consapevole.

paper23
paper23
14 anni fa

Non credo che Perrone possa lasciare spazi in particolare ai giovani. Infatti è circondato solo da “sudditi” obbedienti o no?

werty
werty
14 anni fa

Duca Valentino, i risultati di certe azioni politiche, come di quelle urbanistiche, si vedono dopo alcuni anni, non al momento in cui vengono prese. Oggi stiamo pagando le schifezze decise 20 o 30 anni fa.
De Lillo, se solo fossi stato più trasparente nei rapporti all’interno del tuo Partito e nelle relazioni con gli altri Partiti (di sinistra e non). Avresti meritaton di essere il rappresentante dei coratini molto più del personaggio attuale.