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«Piazza Di Vagno, il centro storico e gli asini al macello»

La Redazione
Torniamo ancora sulla demolizione della pensilina di Piazza Di Vagno. L'intervento è ancora del prof. Bucci.
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Torniamo ancora sulla demolizione della pensilina di Piazza Di Vagno, l’intervento è ancora del prof. Bucci.
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rn«Mi si consenta – scrive Bucci – di intervenire ancora una volta sul vostro sito sulla questione dell’abbattimento delle pensiline e delle “postazioni” per la vendita dei prodotti ittici in piazza Di Vagno. Lo faccio per due motivi: primo per ringraziare il sig. Antonio che con un suo garbato ma deciso intervento ha espresso un’opinione di accettazione e plauso per quell’abbattimento; secondo per precisare e ribadire quello che in qualche modo ho già ampiamente espresso e che non è, come avete scritto, “diametralmente opposto” al punto di vista del mio replicante.
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rnNel pezzo “Amen per piazza Di Vagno”, né in altri sulle questioni del centro storico, non ho espresso chiusura e avversione verso gli interventi di “recupero e riqualificazione”. Il mio dissenso, credo condiviso da molti coratini, è nel “modo” e nella “tipologia” degli interventi finora realizzati. E’ chiaro che per diverse ragioni ciò che abbiamo ereditato dal passato vada non solo “manutenuto” ma protetto dalle insidie del tempo e adattato ai nuovi stili di vita. Ma questo non implica affatto che si debbano “cambiare i connotati” dell’intero centro storico senza una precisa necessità, senza una strategia pubblica e partecipata.
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rnPer esempio gli interventi generalizzati e massicci di sostituzione delle “antiche basole” da tutte le strade del centro storico sono stati una barbarie. Chi non vede, quanto e come, con le nuove basole -tutte belle, nove e perfette- la “dimensione emotiva” del calpestio delle “vecchie chianche” del centro sia completamente scomparsa, portandosi con sé il senso e il valore del tempo?
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rnNon diversamente una specie di “oltraggio al tempo e alla storia” sono stati anche gli interventi su nuove e vecchie costruzioni con incredibili aumenti di cubature e scarso rispetto per il “già costruito”. Lo stesso dicasi per le sopraelevazioni con obbrobriose tettoie che hanno comportato una nuova “skyline” del centro storico e modificato nella sostanza la sua modesta e semplice figura e rappresentazione a cui da sempre eravamo legati.
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rnPer non parlare, a fronte dei rischi della modernità e dei nuovi stili di vita, dell’assenza di un piano e di specifici incentivi per favorire l’insediamento di tutte quelle attività commerciali, artigianali, artistiche e culturali che rendono “vivo” anche un centro storico del terzo millennio.
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rnEra ben evidente che le pensiline in cemento armato erano brutte e fetide, e andavano quindi abbattute. Ma questo non c’entra affatto con la necessità di trovare un’intesa non solo con i pescivendoli “spodestati” ma con tutti gli operatori e gli abitanti della zona.
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rnNon è che il centro storico è stato ereditato perché esso diventi “esclusivamente” dei ragazzi che consumano “esclusivamente” pizza e birra “esclusivamente” dalla tarda serata fino a notte. Credo che neanche ai giovani faccia piacere uno spazio così “minorato”. Essi stessi, suppongo, si aspettano di più da un centro storico degno di questo nome. Anche perché così è per ogni centro storico che si rispetti, e non solo per quelli vicini a noi di Ruvo, Trani, Giovinazzo o Bari.
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rnL’idea che ho espresso e su cui insisto è che doveva, anzi “deve”, essere fatto in un piano di recupero del centro storico in cui la prima preoccupazione sia quella di “salvaguardare il senso della storia e la socialità” che da sempre si è avuta. E che a realizzare ciò, che nel precedente pezzo ho chiamato “anima e identità”, serva la partecipazione “ideativa” dei cittadini e il controllo sociale, non il “decisionismo monocratico” e, forse, interessato dei quattro gatti di palazzo san Cataldo e dintorni. E’ una questione di stile, oltre che una questione di contenuti.
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rnAssieme al pezzo di plauso del sig. Antonio compare sul sito, la notizia sulla “fumata nera” per il completamento infrastrutturale sulla vecchia zona industriale e addirittura quella, molto più insignificante ma più emblematica, della citazione in giudizio dell’Amministrazione di Corato per la mancata concessione della sala della biblioteca ad una associazione della Lida, per di più iscritta all’albo comunale. Questo credo sia ostracismo culturale. Una forma estrema di tenere fuori le associazioni da ciò che primariamente le riguarda, ovvero la vita e il destino della città.
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rnMi domando con quale coraggio si chieda alle associazioni, produttive e non, di partecipare alla vita culturale della città di Corato lungo tutto il corso dell’anno quando poi la maggior parte delle risorse pubbliche (centinaia di migliaia di euro) vengono spese per fini nient’affatto culturali e produttivi, attraverso decisioni prese sempre dai soliti quattro gatti del palazzo. Un “vezzo” o una “precisa strategia” del nostro amato sindaco Gino Perrone che nell’ultimo comizio dell’ultima campagna elettorale aveva promesso addirittura un referendum a riguardo? E, a riguardo, che dicono le Commissioni comunali, la Consulta, la Pro Loco e gli “esperti”?
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rnLa verità è che la città zittisce. Che i coratini talvolta mi appaiono come in una tipica scena “dantesca” di diversi decenni orsono, quando lungo l’estramurale file di asini incatenati venivano condotte all’alba al macello. Con la sola differenza che quello strano, triste e doloroso brusio degli “asini al macello”, interrotto talvolta dalle scudisciate dei “carnaioli”, si è oggi tramutato, per molti miei concittadini, in una chiassosa e spensierata accettazione della propria “condanna e morte civile”. Corato “va al macello” ma nè piange né si lamenta. Anzi, sempre più mangia e beve, canta e balla!
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rnE’ su questo che serve riflessione e qualche viva azione.
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rnLe pensiline di piazza Di Vagno non sono “il punto”, ma solo un pretesto. Un pretesto per affermare principi di democrazia e di libertà. Non altro».

sabato 1 Agosto 2009

(modifica il 13 Luglio 2022, 5:27)

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ciauladore
ciauladore
14 anni fa

Il Sig. BUCCI scrive cio’ che i CORATINI pensano ma che non “OSANO” esprimere. La POLITICA del “fare” si rivela e rivelera’ negativa per la VITA DEI CITTADINI , un immenso spreco di denaro PUBBLICO che ha di pari la disoccupazione Giovanile e l’insicurezza. Il problema per la nostra vita é che non si vedono POLITICHE PARTECIPATIVE ma POLITICA da PADRE PADRONE!Poveri noi …asini incatenati da macello

MILAGROS
MILAGROS
14 anni fa

che vergogna!!!! ci avete portato via un pezzo della nostra storia…..se andiamo di sto passo ci ritroveremo solo con il palazzo di città….

gokuzzz
gokuzzz
14 anni fa

cit:”Il mio dissenso, credo condiviso da molti coratini, è nel “modo” e nella “tipologia” degli interventi finora realizzati.La verità è che la città zittisce. Che i coratini talvolta mi appaiono come asini incatenati venivano condotte all’alba al macello.”
Se questo stato di DISSENSO fosse così reale credo che a quest’ora ci sarebbero state manifestazioni e proteste davanti al Comune

gokuzzz
gokuzzz
14 anni fa

non può pensare che i coratini non si accorgano a “suo” avviso del male che si sta perpetrando nei confronti della città.
Il centro storico è rimasto morente per anni, anzi decenni e nessuno è intervenuto, non si viveva in libertà e democrazia anche allora?

Questo senso condiviso di valore storico non era valido anche per le bancarelle di Piazza Parini? o di Piazza Pietro Rosa? Ve le ricordate?

habanico82
habanico82
14 anni fa

Appunto, un “pretesto”

gauguin
gauguin
14 anni fa

vedi egregio sig. Bucci,concordo pienamente col tuo paragonare i nostri concittadini a degli asini,come puoi notare nessuno è in grado o capace di controbatterti con un misero commento al tuo servizio.
D’altronde circa il 70% alle votazioni ha dimostrato di voler essere trascinati al macello come asini.

lupenzenigada
lupenzenigada
14 anni fa

Usa il termine DEMOCRAZIAAAAAAAAAAAAAA ?!?!?!? mmmm chiedete in consiglio comunale se davvero esiste democrazia nella nostra Città….ma daiii !!!!!!!!!!!!

tiac
tiac
14 anni fa

Non mi sento zittito, non mi sento asino da macello, anzi plaudo a questa iniziativa del Comune e spero che porti avanti quel processo di riqualificazione del centro urbano che sta ridando vitalità allo stesso, così come hanno fatto molte altre amministrazioni in altri comuni, con scelte spesso molto più ardite di un abbattimento di pensiline putride, anti igieniche ed anti estetiche.