Titoli di coda di un’altra stagione di “Tempi moderni”

Fabrizio Ventura
Ci siamo. Quarta stagione di “Tempi Moderni” al termine. Tempo di bilanci. Sembra ieri che esordì con un’ingenua...
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Ci siamo.

Quarta stagione di “Tempi Moderni” al termine. Tempo di bilanci.

Sembra ieri che esordì con un’ingenua catena di S. Antonio (lì per lì l’idea mi sembrò carina…). Poi le polemiche sui saluti di Di Canio, la “bella Italia” in alcune delle sue sfaccettature tipo Calciopoli, Vallettopoli, pupi e ballerine, la mania dei reality.

Le proposte di fondare partiti trasversali cadute nel calderone dell’indifferenza a favore dei partiti della pagnotta. Altrimenti non ci ritroveremmo per l’ennesima volta ad avere a che fare con Mastella, con buona pace dell’immedesimarmi in Giovanni Falcone e dei martiri che periodicamente il bel paese ci regala.

Gli appellativi di fascista, bigotto, confezionatore di baggianate in omaggio alla mia vena polemica mirata. Perché in fondo, spesso, non so nemmeno io quanto abbia voluto essere serio e quando abbia voluto stuzzicare la materia cerebrale altrui, spesso dormiente… Ma siccome non so quante volte mi sono preso sul serio e quante no, un po’ mi sono incazzato e tante volte mi sono fatto grasse e grosse risate.

E intanto son scivolati via quattro anni in un baleno, quasi come mi scivola in gola il mio 18anni non appena accosto il bicchiere alle labbra.

Quattro anni scivolati via alla velocità della luce, in cui qualche volta ho anche dimenticato di passare le mie parole ai posteri dalle sembianze della redazione che mi ospita.

E’ successo il mese scorso e nessuno se n’è accorto, nemmeno la redazione, ma va bene così: in fondo anche questa è un’amara constatazione di come giri il mondo: tutti utili ma nessuno indispensabile. C’est à dire: valiamo meno di uno degli ingredienti di un succulento manicaretto…

In ogni caso ringrazio tutti.

A partire da chi ha lasciato commenti favorevoli e costruttivi. Nessuna delle vostre parole è stata risparmiata per una crescita intellettuale che non si fermerà mai, o almeno finché i miei neuroni non decideranno di cominciare a giocare all’autoscontro.

E poi vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno criticato, anche aspramente, aiutandomi a capire che alla fine siamo tutti un po’ fascisti in fondo all’anima. Voglio dire: c’era un tale che ha detto: “Io combatto la tua idea ma sono disposto a lottare fino alla morte affinché la tua idea possa comunque affermarla sempre”. Belle quattro parole, direbbe un tale di mia conoscenza, ma alla fine, nella maggior parte dei casi, la definizione più calzante è “Rispetto la tua idea fino a quando corrisponde alla mia”.

Viva la Democrazia? Sì, cristiana magari, visto che, come le streghe di qualche decennio fa, sta tornando imponente. Ma questa è un’altra storia e magari ne riparliamo l’anno prossimo…

E un grazie particolarmente sentito e commosso (i motivi della commozione non sto qui a spiegarli…) va a tutte quelle faccine che mi hanno insultato, anche pesantemente.

Spesso ci lamentiamo di come vadano le cose ma poi finiamo per nasconderci dietro un disegnino per insultare.

Io sono cosciente di sparare cazzate, spesso od ogni tanto, a seconda dei punti di vista, però se qualcuno volesse sputarmi in faccia potrebbe farlo (o per lo meno potrebbe provarci…), semplicemente perché conosce le mie deliziose fattezze, i miei delicati connotati.

Mentre c’è un gruppetto di persone che amano insultare, restandosene però ben nascoste.

Confesso che in alcuni casi mi sono pure incazzato come un procione incazzato, finendo anche per meditare propositi di vendette più o meno truculente, ma poi mi è venuto in soccorso quel vecchio detto: “A lavare la testa al ciuccio si perde tempo, acqua e sapone” e la mia incazzatura si è sciolta nell’ennesima grassa e grossa risata, lasciando libero quel povero procione che di colpe è esente.

Saluto questo gruppetto di poveracci senza faccia e senza attributi, perché chi non è capace di sostenere le sue idee (?) pubblicamente non so definirlo diversamente, eleggendo idealmente suo portabandiera un/a certo/a babila, faccetta anonima priva di coraggio, visto che ha reso inaccessibile anche il suo profilo, negandomi ogni diritto di replica alle sue squallide offese.

But no problem for me! Parlare col niente credo sia umanamente impossibile oltre che inutile.

Chiudo davvero ma prima di farlo vi rinnovo il mio invito a donare sangue.

Grazie ragà. Alla prossima.

venerdì 3 Luglio 2009

(modifica il 3 Febbraio 2023, 11:45)

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