Cultura

Estate coratina: il punto della situazione

La Redazione
di Vito De Leo, Vice-Presidente Consulta Cultura.
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In tutte le città, a partire dal mese di luglio, è un proliferare di eventi: libri, rassegne, mostre, concerti, rappresentazioni teatrali, fiere, ecc., da quelli organizzati all’ultimo minuto a quelli che vengono da decenni di storia. Anche la nostra città, con le sue associazioni ed i suoi talenti, opportunamente sollecitati dall’Amministrazione comunale e dalla Consulta della Cultura è impegnata nell’offrire programmi e cartelloni ricchi di spettacoli e cultura. E’ evidente il tentativo posto in essere di programmare un’estate che tenesse conto delle tradizioni e che promuovesse quelle attività che si stanno sempre più radicando a Corato.
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rnMa perché si realizzano questi eventi? Diciamo subito che sono due le motivazioni per cui nascono e si moltiplicano gli spettacoli, canori, musicali, teatrali, ecc. Il primo: offrire una proposta culturale alla città, al territorio. Il secondo: diventare un’occasione per far giungere nella città e nel territorio, altre persone, per sviluppare, cioè, quello che si chiama, ormai, turismo culturale.
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rnQuello che c’interessa, per il momento, non è tanto la spesa (è ovvio che in tempi di magra bisogna tenere d’occhio anche e soprattutto altre priorità), dato che la cultura è un elemento centrale per il progresso di una comunità, ma il cosiddetto “ritorno”. E, posti i motivi per cui i festival, i concerti e gli spettacoli vari si organizzano, il ritorno deve ugualmente riguardare i due livelli indicati.
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rnLivello culturale: se ognuno degli eventi programmati è un’occasione culturale, tale occasione deve essere il più estesa possibile. Gli spettacoli, cioè, devono giungere al cuore della città, del territorio e non alla superficie. Se l’obiettivo è quello di diffondere cultura, il successo di una manifestazione si misura, e non può essere altrimenti, con la partecipazione dei cittadini agli spettacoli. L’Amministrazione comunale e gli organizzatori tale riscontro devono farlo con chiarezza. Naturalmente, la partecipazione deve essere saldamente collegata alla qualità, alla novità, alla originalità delle proposte.
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rnLivello turistico: se la manifestazione è un’occasione turistica, tale occasione deve essere ugualmente il più estesa possibile. Ci deve essere un chiaro riscontro, deve emergere chiaramente che spettacoli, mostre, eventi, hanno fatto giungere nella città e nel territorio i turisti (culturali). Non bastano più le recensioni sui giornali o i passaggi in tv. Un concerto, un festival, uno spettacolo teatrale, una mostra, un evento di qualsiasi natura sono tali se o portano cultura ai cittadini (tanti) di un luogo o portano turisti (tanti) in un luogo.
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rnE’ su questo che gli amministratori comunali e gli organizzatori dei tanti spettacoli hanno sicuramente riflettuto quando hanno messo in cantiere gli eventi che da luglio a settembre caratterizzeranno l’estate coratina.
rnEstate che ha preso il via con la tappa coratina di Miss Italia 2008, organizzata dall’Associazione Energym e con gli altrettanto seguitissimi spettacoli canori e musicali de la XX Edizione Nota d’Oro, organizzato e diretto da Aldo Scaringella, con le manifestazioni curate dalla Pro Loco presieduta da Giuseppe Strippoli, con “Brisighella sotto le stelle” (musical per bambini “Tempofavolando” e non, “Serata Anni 60”, concerto della band ”Il filo d’Arianna”, spettacoli in vernacolo, teatro, presentazione di libri, mostra d’arte con 30 opere di artisti locali, tra cui Luigi, Nunzia e Clementina Abbatista, Lorenzo Ardito, Tina e Rosa Azzariti, Maria Luisa Cialdella, Vito Sforza, Rino Sgarra, Angela Maldera, Alessandra Partipilo, Tina Varesano); Visite guidate nel centro storico a cura dell’Archeoclub e dell’AR_CO – Architetti Corato, cinema all’aperto, il 1° Festival Latino Americano, curato dal Club Buena Vista e dalla Scuola di danze caraibiche, il Concorso Barca di Santa Maria, cabaret, commedie e musical al Nicotel Wellness.
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rnNon poteva mancare la storica XL Edizione Mostra d’Arte “Il Pendio”, che ha visto la partecipazione di 45 maestri e 61 giovani artisti meridionali, per un totale di 240 opere, che, con la Pro Loco ha programmato anche un concerto d’archi, declamazioni di Francesco Carabellese, colonne sonore e musiche internazionali eseguite dal Trio Live.
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rnI grandi eventi sono quelli organizzati dagli Assessorati alla Cultura e allo Spettacolo, con l’onnipresente sindaco Luigi Perrone, in uno dei quali esibitosi anche come apprezzato cantante, (”NapoliOpera” con Francesca Schiavo; ritmo brasiliano con Toquinho, concerto di Luisa Corna, “Festa del Borgo antico”, in pratica una “notte bianca” che ospiterà la variegata rassegna di spettacoli di teatro do strada, danza, musica, che vedranno protagonisti artisti internazionali provenienti da ogni parte del mondo; la prima edizione di “Corato in jazz”, con Paola Arnesano quartet, prima e Jazz Elettronics DN3 project, seguiti da “Omaggio a Mina”, con la voce di Mario Rosini; per finire il 13 settembre con il recital di sicuro richiamo di Pippo Franco).
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rnPer non parlare, poi, della Festa Patronale, curata per il secondo anno consecutivo dall’ins. Angela Pisicchio e supportato dall’AIC (Associazione Imprenditori Coratini), che ci auguriamo possa aggiungere alle tradizionali processioni, fuochi d’artificio, bancarelle, luna-park, emigrati e turisti una più approfondita conoscenza del patrono San Cataldo, il cui culto è ancora oggi molto vivo e sentito: sono tante, infatti, le persone che si recano a rendere omaggio al santo che più di 500 anni fa salvò Corato. Si potrà creare così un giusto connubio tra sacro e profano, come giustamente fu fatto lo scorso anno con l’apprezzatissima lettura itinerante delle poesie scritte da Gaetano Bucci e raccolte ne “I sonetti di San Cataldo”.
rndi cui ci riserviamo di parlare in seguito, raccomandando, comunque, alla brava presidente Angela Pisicchio
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rnUn calendario evidentemente fitto e variegato, che si dichiara per quello che è: un’agenda d’intrattenimento abbastanza “intelligente”. Ci stiamo avvicinando sempre più all’idea proposta dal recente
rnconvegno organizzato dalla Consulta della Cultura di proporre Corato come laboratorio culturale, o comunque come un punto di riferimento che possa richiamare l’attenzione a tutte le attività che, più che in competizione, si legano alla valorizzazione di tutto il territorio, non solo locale, ma anche di quello metropolitano, su scala provinciale e anche regionale.
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rnSi comincia finalmente ad intravedere una progettualità che tiene insieme i vari pezzi del mosaico.
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rnMa quali sono le prospettive culturali per le nuove generazioni? Il teatro è sicuramente un motivo di grande attrazione. E lo sarà ancora di più quando saranno ultimati i lavori di restauro del teatro comunale. Senza dimenticare il rapporto intenso con le scuole, rivolto alla promozione dei libri, oltre al riconoscimento del “Presidio del libro” in città. A questo si aggiungono le attività legate agli interessi dei gruppi giovanili, alle diverse realtà associative, in particolare a quelle dell’Arci, della Pro Loco, dell’ARCA, del CICRES, dell’Archeoclub, di Legambiente, ecc.
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rnLa cultura è in effetti quella promossa attraverso l’associazionismo, che deve, però elaborare ancora un progetto unitario e condiviso, centrato su un macrotema, che dia l’immagine di una città forte e vera, simbolo di una comunità, che affonda le sue radici in un passato glorioso che spieghi il presente e dia slancio per il futuro.
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rnIn una precedente nota affermavo che la più grossa pecca di ogni attività in campo culturale ( e sociale) è la mancanza di una strategia, di un “piano regolatore della cultura”, cioè un filo conduttore che colleghi i vari eventi da proporre nel cartellone culturale, che, ovviamente, non può essere stagionalizzato, ma deve riguardare tutto l’anno.
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rnSi dovrebbe, a mio avviso, far scendere in piazza i cittadini anche senza il cantante di turno e cercare di attrarre gli interessi del pubblico locale ed esterno anche su manifestazioni di alto profilo. Molte associazioni locali, del volontariato e del tempo libero bene hanno fatto a proporre spettacoli teatrali, musicali e artistici con il chiaro intento di recuperare il folklore locale, le tradizioni, l’entità culturale locale, scoprendone le radici, con l’obiettivo di tramandarle ai posteri ed, in questo senso, sono una fonte inesauribile di ricchezza per la nostra comunità.
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rnTutto, però, non può più continuare ad essere affidato al volontarismo dei singoli organismi e al patrocinio comunale. Occorre avviare un dibattito, una discussione, un confronto a monte sul valore del Teatro, della Musica, della Danza, della Letteratura, dell’Arte, della Storia, dell’Architettura, come espressioni di cultura e non semplici momenti di spettacolo o di divertimento. Da sempre queste espressioni dell’intelligenza umana hanno creato, formato, rivendicato, la cultura dei popoli, e il loro valore estetico ed etico. Solo più tardi hanno assunto un utilizzo di puro divertimento, speculare al guadagno economico, strumento per i governanti per allietare le proprie genti e creare consensi.
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rnChi gestisce la cosa pubblica nelle scelte di politica culturale non dovrebbe mai ignorare tale differenza. Non si può continuare all’insegna del “teniamo tutti contenti e divertiamoci”, perché questo poi porta a negare l’identità e la crescita culturale e sociale di un popolo.
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rnBen vengano, quindi, i consigli e i suggerimenti tecnici di un “direttore artistico”, degli organismi associativi, coordinati in rete dalla Consulta della Cultura e dalla Commissione consiliare preposta, che si assumano, ciascuno per quanto di competenza, la responsabilità di scelte strategiche, così come si fa per altri importanti provvedimenti amministrativi: Pug, Pirp, Pis, Putt, Gal, Piano Sociale di Zona, Bilancio, ecc., per favorire la realizzazione di una programmazione annuale organica e coerente, che nasca veramente dal basso e sia fedele interprete delle istanze che provengono dai cittadini e dal mondo associativo.
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rnSi tratta, in definitiva, di ampliare l’analisi, approfondire la verifica, cogliere più attentamente le tensioni e le tendenze dinamiche che emergono dalla popolazione, per porre in essere tutti gli strumenti possibili per realizzare un nuovo modo di fare politica e per recuperare fino in fondo la disponibilità alla partecipazione delle nuove generazioni.
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rnI difetti da superare, abbiamo ricordato più volte con il presidente della Consulta della Cultura Franco Vangi, sono: l’individualismo e la frammentazione; l’esibizionismo privo di qualità; la ripetitività dei progetti culturali.
rnE gli obiettivi da perseguire? Salvare e sostenere i progetti validi e consolidati, ma incanalarli verso una maggiore coesione; proporre un progetto alto e ambizioso radicato nella cultura locale e meridionale; che superi il localismo e contenga l’apertura verso il mondo attuale; sensibilizzare l’imprenditoria locale con frequenti scambi di idee e incontri di lavoro; conferire reali poteri decisionali alla Consulta della Cultura ed al Consiglio Comunale dei Ragazzi.
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rnL’auspicio è che dal dinamismo e dal fervore di iniziative che stanno sempre più caratterizzando la comunità cittadina e dagli stimoli ed i patrocini che provengono dall’Ente locale e dalle istituzioni, anche la Cultura possa imboccare la strada giusta… purchè si faccia guidare da chi se ne intende, come sembrano essere l’avv. Sergio La Grasta, consigliere del Sindaco, e il dott. Giuseppe D’introno, prossimo consigliere delegato alla Cultura.
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rnGodiamoci allora l’estate e rientriamo al lavoro con un nuovo spirito di collaborazione; forse allora la “Cultura”, quella can la “C” maiuscola, universale, senza colori e senza padroni, potrà aprire un percorso verso l’unità di tutti gli operatori istituzionali, sociali, culturali ed economici.

martedì 22 Luglio 2008

(modifica il 13 Luglio 2022, 12:53)

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