Attualità

P.U.G. e Zona Industriale: gli imprenditori coratini aprono il dibattito

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
Oggetto del contendere è l'ipotesi ventilata dall'Amministrazione Comunale di una sorta di "seconda" zona industriale da realizzarsi nella zona D3, ovvero nei pressi di via vecchia Bisceglie.
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Sono stati organizzati forum ed incontri, le pubblicazioni della stampa locale hanno puntualmente informato su luoghi ed orari, ma la partecipazione della città è stata alquanto deludente.
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rnParliamo delle tappe di avvicinamento alla realizzazione del Piano Urbanistico Generale, le cui linee guida vengono stabilite all’interno del Documento Programmatico Preliminare, attualmente allo studio.
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rnPer quanto la faccenda possa sembrare esclusivo terreno per gli “addetti ai lavori”, snobbare la redazione del D.P.P. significherebbe restare fuori da decisioni che andranno a definire in maniera estremamente incisiva la vita sociale ed economica della Corato che sarà nei prossimi vent’anni.
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rnE, fatta salva ogni sorta di polemica politica, è un lusso che la cittadinanza non può permettersi.
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rnChi non vuole correre questo rischio è l’A.I.C., Associazione Imprenditori Coratini che, da interlocutore privilegiato dell’imprenditoria cittadina, intende esprimere il proprio parere “informato” per quanto concerne la zona industriale, mettendo a disposizione di chi avrà l’onere di decidere, la concretezza dell’esperienza sin qui maturata con “osservazioni collaborative” fatte già pervenire all’amministrazione Comunale non solo attraverso gli incontri proposti, ma anche attraverso documenti regolarmente protocollati a Palazzo di Città.
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rnOggetto del contendere è l’ipotesi ventilata dall’Amministrazione Comunale di una sorta diseconda” zona industriale da realizzarsi nella zona D3, ovvero nella porzione di territorio situata nei pressi di via vecchia Bisceglie, all’interno della quale si intende ubicare anche una zona P.I.P. di iniziativa pubblica.
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rnL’A.I.C., sul punto, pur riconoscendo l’importanza della funzione “economico – sociale” della zona P.I.P., esprime tuttavia perplessità sull’ubicazione della stessa zona P.I.P, oltre che della nuova zona industriale, così come ipotizzate dall’Amministrazione Comunale nel D.P.P.
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rnPartiamo dai numeri.
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rn«Avendo come riferimento i dati raccolti nel D.P.P. – esordisce il presidente dell’A.I.C. Franco Squeoi nostri tecnici di fiducia hanno verificato l’attuale livello di sfruttamento ed utilizzazione della zona ubicata a ridosso della SS.98 (è possibile individuare le zone D1 e D2, contrassegnate dal colore rosso, sull’immagine in alto e nella galleria fotografica).
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rnDa questi dati è emerso che, ad oggi, la zona industriale D2 
è quasi interamente occupata, con una percentuale di insediabilità residua che si aggira sul 12,70% (con la disponibilità di circa 75.000 mq di suolo), mentre la zona D1 consente una insediabilità residua di ben il 32%, ovvero dispone di circa 570.000,00 mq di suolo ancora non occupato da insediamenti produttivi.
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rnCom’è noto, invece, l’intera zona D3 è quasi del tutto priva di insediamenti produttivi realizzati ed operanti».
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rnSecondo quanto indica l’attuale D.P.P., il fabbisogno stimato di superfici per le attività produttive nell’arco del prossimo ventennio è complessivamente quantificabile in una superficie territoriale (al lordo delle aree per le urbanizzazioni primarie e secondarie) pari a circa 250.000,00 mq.
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rn«La superficie, disponibile nell’attuale zona industriale, pari a circa 600.000 mq, quindi, è di gran lunga superiore (più del doppio) al fabbisogno di superfici per attività produttive previsto nel DPP».
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rnMa c’è di più.
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rn«Non sono solo i numeri a far ritenere un errore l’eventuale delocalizzazione della zona industriale – continua Squeo -. Infatti, spostare il baricentro dei futuri insediamenti industriali nella zona ubicata a Nord Est dell’abitato (via vecchia Bisceglie appunto), significherebbe orientarsi verso una zona che da oltre venti anni, pur essendo già in gran parte tipizzata come zona industriale D3, di fatto è stata bocciata dal tessuto imprenditoriale locale.
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rnTale situazione è riconosciuta anche dal progettista del nuovo PUG quando a pg. 66 del DPP, sottolinea che per le “
maglie di zona D poste a N.E. dell’abitato” .. “risulta evidente la difficoltà a localizzare attività”. Tuttavia, lo stesso progettista ritiene comunque opportuno ivi ubicare un P.I.P. (Piano per gli Insediamenti Produttivi) di iniziativa pubblica».
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rnUna zona (quella di via vecchia Bisceglie) in cui, lo ricordiamo, è posizionato anche il depuratore comunale.
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rn«Oltre al depuratore, che certamente mal si concilia con l’insediamento di attività industriali del comparto preminente nell’economia locale, ovvero quello “agroalimentare”, secondo noi a sfavore della zona di via vecchia Bisceglie giocano anche numerose problematiche legate all’orografia ed alla conformazione del suolo, come emerso anche in precedenti incontri-dibattito indetti dall’Amministrazione Comunale sul DPP».
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rnLe motivazioni espresse dall’A.I.C. farebbero quindi ritenere che, fermo rimanendo la condivisione della scelta del P.I.P. come strumento per consentire agli imprenditori il reperimento di lotti a basso costo, la soluzione ottimale per la zona industriale e per la connessa zona P.I.P. sia di insistere sulla zona industriale esistente.
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rn«Ad ulteriore sostegno di questa tesi – continua il presidente dell’A.I.C. – è opportuno osservare che l’eventuale allocazione di una zona P.I.P. in allargamento e continuità rispetto all’attuale zona industriale, sembrerebbe una scelta urbanistica più razionale oltre che più economica, poiché il nuovo P.I.P. si andrebbe ad ubicare in zona agricola, con conseguenti minori costi di esproprio (non dovendo procedere all’esproprio di aree edificabili come invece nel caso della zona D3), con minori costi di infrastrutturazione grazie alla presenza di una sistema viario già esistente che necessiterebbe unicamente del potenziamento e completamento della viabilità principale e non di una sua realizzazione ex novo, come invece nel caso della zona di via vecchia Bisceglie.
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rnInoltre la presenza della zona P.I.P. rappresenta un’opportunità per dare un nuovo impulso al completamento delle infrastrutture (fogna nera, fogna bianca, rete viaria e trasporti, ecc.) dell’attuale zona industriale, sfruttando economie che scaturirebbero dalla necessità di infrastrutturare la limitrofa zona P.I.P. (ove realizzato in prossimità dell’attuale zona industriale), così centrando gli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità da parte dell’Amministrazione Comunale nella gestione del territorio.
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rnAncora da considerare, a favore della zona industriale attuale, un controllo più agevole del territorio, poiché la contiguità fisica tra la zona P.I.P. da realizzarsi e l’attuale zona industriale, consentirebbe di realizzare delle economie nella fornitura e gestione dei servizi essenziali per gli insediamenti produttivi quali l’attività di presidio del territorio a mezzo delle forze dell’ordine, e la possibilità di implementazione di servizi alle imprese, visto che la contiguità fisica tra la zona PIP da realizzarsi e la zona industriale consentirebbe di disporre di un bacino di utenza unico e più ampio (costituito dai lavoratori, dai clienti e dai fornitori) che renderebbe più probabile anche l’insediamento di attività di servizi per le imprese quali, ad esempio, l’apertura di sportelli bancari, postali e di punti di ristoro ubicati nella zona industriale ed a servizio prevalentemente delle imprese».
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rnQual è il messaggio che l’A.I.C. intende lanciare all’Amministrazione Comunale?
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rn«L’esigenza di realizzare una zona PIP per reperire aree per insediamenti produttivi ad un prezzo minore rispetto agli alti prezzi di mercato raggiunti negli ultimi anni è certamente prioritaria, ma è possibile anche coniugare questa esigenza con la realizzazione di un tessuto produttivo compatto sul territorio cosi da evitare l’insediamento delle aziende a macchia di leopardo con la conseguenza dei relativi disservizi.
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rnDa parte mia formulo l’auspicio che le riflessioni appena indicate siano interpretate come il tentativo di fornire un apporto costruttivo in un compito difficile e gravoso dell’attuale Amministrazione Comunale, quale è quello di delineare, attraverso le scelte urbanistiche del D.P.P. e del nuovo PUG, le prospettive di sviluppo dell’intera economia locale per il prossimo ventennio.
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rnLa nostra speranza –
conclude Squeo – è che l’Amministrazione Comunale, consapevole dell’importanza delle scelte che è chiamata a compiere, si mostri aperta a proseguire il dibattito sulle scelte urbanistiche.
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rnUn dibattito che, attraverso le pagine di CoratoLive.it, intendiamo estendere a tutta la cittadinanza».

venerdì 18 Gennaio 2008

(modifica il 13 Luglio 2022, 17:49)

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olix160
olix160
16 anni fa

Hanno pienamente ragione gli imprenditori coratini, bisognerebbe insistere sulle zone industriali-produttive esistenti! Diffondere le industrie a macchia di leopardo significherebbe secondo me diffondere e quindi far perdere di imponenza le industrie coratine.

Logos
Logos
16 anni fa

L’idea è buona ma c’è l’handicap ferrovia;
guardate come taglia la città rispetto alle zone che contano.

affaricorato
affaricorato
16 anni fa

Ovviamente si spera la decisione di “spostare” la zona industriale non implichi esigenze seculative… perchè coratolive non indaga su chi ha acquistato in tempi non sospetti i terreni agricoli nella zona di via vecchia bisceglie e che ora potrebbero diventare (o lo sono già) industriali? Aprite gli occhi e le menti, gente.

lolita
lolita
16 anni fa

Sono daccordo con l’Aic: una Legge Regionalesancisce che i nuovi impegni di suolo a fini socioeconomici sono consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.

MicroBit
MicroBit
16 anni fa

Un’associazione di imprenditori di solito ha interesse ad aggredire il territorio, a sfruttarlo. Questo atteggiamento, a mio avviso, si presenta invece come un finto buonismo imprenditoriale che nasconde qualcos’altro. Resta comunque il fatto oggettivo che a via vecchia bisceglie non si può costruire per i vincoli ambientali, paesaggisti e idrogeologici … e non per l”buona volontà” di qualcuno.

Attila2
Attila2
16 anni fa

Occorre aprire un tavolo di confronto affinchè chi deve decidere abbia gli strumenti conoscitivi adeguati. Attila2.

werty
werty
16 anni fa

Una zona industriale infrastrutturata e conveniente è il trampolino di lancio per una città che ambisce a divenire punta di serie per la nostra zona. Ma con i signori che ora siedono sulle poltrone dei bottoni non si può andare da nessuna parte. A volte ti guardano mentre parli ma non sanno nemmeno di cosa tu stia palando. Alcuni anche sorridono. Vorrei sapere cosa ne sarà dei capannoni attuali se la ZI si sposta? Verranno abbandonati?