Cultura

Estate Coratina: «serve un piano regolatore»

Vito De Leo
«Questo è il vero punto della questione, perché si realizzano questi eventi?»
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In tutte le città, compresa la nostra Corato, è un proliferare di concerti e di eventi: da quelli organizzati all’ultimo minuto a quelli che vengono da decenni di storia.
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rnLa nostra città, le nostre associazioni, la nostra amministrazione, gli assessorati alla cultura, alla pubblica istruzione, agli spettacoli sono dunque impegnati nell’offrire programmi e cartelloni ricchi di spettacoli e cultura. Ma, e questo è il vero punto della questione, perché si realizzano questi eventi?
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rnDiciamo subito che sono due le motivazioni per cui nascono e si moltiplicano gli spettacoli, canori, musicali, teatrali, ecc. Il primo: offrire una proposta culturale alla città, al territorio. Il secondo: diventare un’occasione per far giungere nella città e nel territorio, altre persone, per sviluppare, cioè, quello che si chiama, ormai, turismo culturale.
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rnQuello che c’interessa, per il momento, non è tanto la spesa (è ovvio che in tempi di magra bisogna tenere d’occhio anche e soprattutto altre priorità), dato che la cultura è un elemento centrale per il progresso di una comunità, ma il cosiddetto “ritorno”. E, posti i motivi per cui i festival, i concerti e gli spettacoli vari si organizzano, il ritorno deve ugualmente riguardare i due livelli indicati.
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rnLivello culturale: se ognuno degli eventi programmati è un’occasione culturale, tale occasione deve essere il più estesa possibile. Gli spettacoli, cioè, devono giungere al cuore della città, del territorio e non alla superficie. Se l’obiettivo è quello di diffondere cultura, il successo di una manifestazione si misura, e non può essere altrimenti, con la partecipazione dei cittadini agli spettacoli.
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rnL’amministrazione comunale e gli organizzatori tale riscontro devono farlo con chiarezza. Naturalmente, la partecipazione deve essere saldamente collegata alla qualità, alla novità, alla originalità delle proposte.
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rnLivello turistico: se la manifestazione è un’occasione turistica, tale occasione deve essere ugualmente il più estesa possibile. Ci deve essere un chiaro riscontro, deve emergere chiaramente che spettacoli, mostre, eventi, hanno fatto giungere nella città e nel territorio i turisti (culturali).
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rnNon bastano più le recensioni sui giornali o i passaggi in tv. Un concerto, un festival, uno spettacolo teatrale, una mostra, un evento di qualsiasi natura sono tali se o portano cultura ai cittadini (tanti) di un luogo o portano turisti (tanti) in un luogo.
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rnE’ su questo che gli amministratori comunali e gli organizzatori dei tanti spettacoli hanno sicuramente riflettuto quando hanno messo in cantiere gli eventi che dal 1 luglio al 9 settembre caratterizzeranno l’estate coratina (spettacoli per ragazzi, cinema, teatro, musica di vario genere, eventi, mostre varie, visite guidate alla necropoli di San Magno, “Cinema al chiar di luna”, Festa patronale, Nomodelfia, Brisighella sotto le stelle, Nota d’oro,
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rnSpettacolo di danza a cura del centro Etoile, Concerti dei cantanti big Raf, Silvia Mezzanotte, Corona, Pooh, Luca Carboni, Pino Daniele, Tributo alle grandi voci del Jazz, Miss Italia, Festa del Borgo Antico, “La luna nell’Uliveto“, Concorso Barca di Santa Maria, la Notte bianca, cabaret, commedie e musical al Nicotel Wellness.
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rnUn calendario fitto e variegato, che si dichiara per quello che è: un’agenda d’intrattenimento più o meno “intelligente”. Un affastellamento di progetti poco omogenei senza un’architettura coerente di spazi e date: è come se una teoria di piccole rassegne facesse corona a un “cuore” che non c’è.
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rnPeccato che si tratti solo di buone intenzioni, di idee efficaci sul piano della comunicazione e della promozione,ma poco di più. Perché non c’è ombra di una progettualità che tenga insieme i vari pezzi del mosaico. Anzi, a dirla tutta, sembra proprio che gli amministratori abbiano fatto la spesa, limitandosi ad “acquistare “ o sostenere quei singoli eventi di richiamo (come i concerti delle sta di turno) o quelle singole rassegne giudicate più o meno interessanti.
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rnIl punto è che – tanto più in tempi di vacche magre e di tagli alla cultura come questi – non è facendo una buona spesa al mercato dei promoter, delle agenzie e delle associazioni che si può costruire un “Estate” capace di fare la differenza e lasciare un segno. Il problema vero non è nella quantità di risorse da investire, o nel governo di queste risorse che sembra seguire trasversalmente le stesse logiche chiunque amministri.
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rnIl problema è nell’idea di della cultura, dello spettacolo, e ancor più dell’intrattenimento estivo che hanno i nostri amministratori:”circenses”, consenso, facile eco mediatica.
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rnLa più grossa pecca di ogni attività in campo culturale ( e sociale) è proprio questa: non c’è ordine, una strategia, un “piano regolatore della cultura”, cioè un filo conduttore che colleghi i vari eventi da proporre nel cartellone culturale, che, ovviamente, non può essere stagionalizzato, ma deve riguardare tutto l’anno.
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rnSi dovrebbe, a nostro avviso, far scendere in piazza i cittadini anche senza il cantante di turno e cercare di attrarre gli interessi del pubblico locale ed esterno anche su manifestazioni di alto profilo. Molte associazioni locali, del volontariato e del tempo libero bene hanno fatto a proporre spettacoli teatrali, musicali e artistici con il chiaro intento di recuperare il folklore locale, le tradizioni, l’entità culturale locale, scoprendone le radici, con l’obiettivo di tramandarle ai posteri ed, in questo senso, sono una fonte inesauribile di ricchezza per la nostra comunità.
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rnTutto, però, è affidato al volontarismo dei singoli organismi e al patrocinio comunale. E’ mancato però un dibattito, una discussione, un confronto a monte sul valore del Teatro, della Musica, della Danza, della Letteratura, dell’Arte come espressioni di cultura e non semplici momenti di spettacolo o di divertimento. Da sempre queste espressioni dell’intelligenza umana hanno creato, formato, rivendicato, la cultura dei popoli, e il loro valore estetico ed etico.
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rnSolo più tardi hanno assunto un utilizzo di puro divertimento, speculare al guadagno economico, strumento per i governanti per allietare le proprie genti e creare consensi.
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rnChi gestisce la cosa pubblica nelle scelte di politica culturale non dovrebbe mai ignorare tale differenza. Non si può continuare all’insegna del “teniamo tutti contenti e divertiamoci”, perché questo poi porta a negare l’identità e la crescita culturale e sociale di un popolo.
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rnBen vengano, quindi, i consigli e i suggerimenti tecnici di un “direttore artistico”, degli organismi associativi, coordinati in rete dalla Consulta della Cultura e dalla Commissione consiliare preposta, che si assumano, ciascuno per quanto di competenza, la responsabilità di scelte strategiche, così come si fa per altri importanti provvedimenti amministrativi: Pug, Pirp, Pis, Put, Piano Sociale di Zona, Pis, Bilancio, ecc., per favorire la realizzazione di una programmazione annuale organica e coerente, che nasca veramente dal basso e sia fedele interprete delle istanze che provengono dai cittadini e dal mondo associativo.
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rnSi tratta, in definitiva, di ampliare l’analisi, approfondire la verifica, cogliere più attentamente le tensioni e le tendenze dinamiche che emergono dalla popolazione, per porre in essere tutti gli strumenti possibili per realizzare un nuovo modo di fare politica e per recuperare fino in fondo la disponibilità alla partecipazione delle nuove generazioni.
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rnGodiamoci allora l’estate e rientriamo al lavoro con un nuovo spirito di collaborazione; forse allora la “Cultura”, quella can la “C” maiuscola, universale, senza colori e senza padroni, può aprire un percorso verso l’Unità di tutti gli operatori istituzionali, sociali, culturali ed economici.

sabato 28 Luglio 2007

(modifica il 13 Luglio 2022, 20:10)

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