Dialogo IX ed epilogo

Domenico Molinini
Il 2002 si conclude con lusinghieri commenti espressi sui miei due CD dalla stampa italiana ed estera
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Il 2002 si conclude con lusinghieri commenti espressi sui miei due CD dalla stampa italiana ed estera: dalla Gazzetta di Parma a Compact Disc Classics, dal tedesco Harmonia mundi – Klassik Neuheiten al francese Le Monde – Le Monde de la Musique.

Il 2003, quindi, inizia con la votazione di 5 stelle su 5, sul numero di gennaio di Amadeus (il prestigioso mensile, edito dalla Rcs, di musica classica, lirica e jazz)e continua con i lusinghieri commenti di Jean Vermeil e Michel Fleury sui mensili francesi Repertoire e Diapason; di Jose Maria Latorre e Luis Suñén sui mensili spagnoli CD Compact e Scherzo; di Angelo Foletto sul mensile Suonare News; senza contare gli articoli su Repubblica sulla Gazzetta del Mezzogiorno (dove Nicola Sbisà scrive: «…Ideatore delle manifestazioni Domenico Molinini compositore e direttore d’orchestra "nostro" che in quelle occasioni coinvolse musicisti locali, esaltandone ulteriormente le capacità ed ottenendo risultati che definire egregi è poco.») sul Secolo XIX, sul Corriere del Mezzogiorno.

A marzo sono invitato a Venezia dalla Fondazione Giorgio Cini (uno degli enti che patrocinano il mio festival) a tenere una relazione nel corso di un incontro di studi su Gian Francesco Malipiero, che si tiene nella sede della Fondazione, presso l’Isola di San Giorgio Maggiore.

È l’estate del 2003. Il telefono squilla: il direttore editoriale di Amadeus, mi spiega che il Touring Club Italiano sta per pubblicare una guida sui luoghi della musica in Italia ed ha affidato il compito redazionale ad Amadeus. Sulla guida saranno citate le manifestazioni musicali di livello internazionale e le città in cui esse avverranno, creando un vero e proprio itinerario culturale, turistico, eccetera nel territorio italiano.

La redazione di Amadeus, che si è occupata più volte della mia attività, ha deciso di inserire nella “guida” la città che ospiterà la prossima edizione del mio Festival (Monografie sul ‘900 e dintorni®).

Questo significa che la città che ospitasse l’edizione del festival, qualsiasi fosse (da Rocca Cannuccia a Pizzo Papero), sarebbe promossa a livello internazionale e, per il periodo della manifestazione, sarebbe oggetto dello stesso tipo di turismo che, ad esempio, è riscontrabile a Martina Franca durante il Festival della Valle d’Itria o a Spoleto durante il Festival dei Due Mondi.

Il direttore, che conosce le vicissitudini del mio festival, non ha difficoltà a concedermi un po’ di tempo per verificare se ci sia un’amministrazione comunale pronta a cogliere l’occasione.

Alle dichiarazioni di grande interesse, palesate dagli amministratori ai quali prospetto la situazione nel corso di alcuni incontri ufficiali, segue il silenzio. Ai miei interlocutori, che grazie al festival una città sia invasa dal turismo culturale, dalla stampa accreditata, da Radio3 Suite e RadioRai e da alcune emittenti straniere, forse, pare di così scarsa importanza, da non meritare fiducia.

Telefono alla redazione di Amadeus e riferisco che non ci sono i tempi per far entrare una seconda città pugliese (oltre Martina Franca) nella “guida” del Touring. Praticamente mi guardo bene dal dipingere così come si dovrebbe la situazione (nonostante tutto mi disturba non poco alimentare giudizi poco lusinghieri sulla Puglia). Lascio aperto, quindi, lo spiraglio per altre guide ed iniziative similari.

Sulla pagina degli spettacoli, il Corriere del Mezzogiorno di giovedì 18 settembre 2003, commenta con amarezza l’accaduto scrivendo che “…un’altra pagina davvero poco edificante è stata scritta nella storia singolare del festival inventato e diretto da Domenico Molinini…”.

L’articolista del Corriere descrive la situazione come paradossale e ne ha ben donde: nel 2003, allo scopo di proiettare a livello nazionale ed internazionale l’immagine della Puglia, la Giunta Regionale pugliese ha posto i requisiti d’eccellenza, quali elementi essenziali delle iniziative culturali da promuovere e sostenere anche economicamente.

A tale scopo, ha voluto una commissione di esperti, che ha unanimemente espresso parere più che favorevole alla realizzazione della manifestazione, e quindi all’erogazione del contributo di cui alla Legge Regionale.

Ma, in tutta la Puglia (si fa per dire), non c’è stata una città che abbia voluto e saputo farsi carico della manifestazione, che, è bene specificarlo, godrebbe ancora oggi, Anno di Grazia 2007, di contributi d’immagine, a cominciare dall’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e di fondi economici regionali e ministeriali.

È emblematico quanto scrive per un giornale italiano, che si pubblica in quel degli Stati Uniti (a New York se ben ricordo), la mia collega e collaboratrice Fiorella Sassanelli (critica musicale di Repubblica), “…Investire coraggio e idee a […], metafora di un Sud lento e sonnacchioso non solo perché il sole batte più forte che al nord, è impresa non da poco; senza autoindulgenza alcuna, non si può nascondere una serie di difficoltà organizzative dovute alla mancanza di strutture, quali spazi in primo luogo […], e poi – aspetto ben più forte – la mentalità di investire (ancora una volta consentiteci la digressione imprenditoriale-economica vera e propria) sulla musica e quindi sul turismo culturale.

Se al nord infatti tali iniziative decollano grazie alla tacita convergenza di Enti locali pubblici e privati, al Sud tutto è poggiato sulle spalle di pochissimi hommes de génie – che solo di questo si tratta – i quali, con rocambolesche e sin troppo lecite operazioni (di pensiero e di calcolo matematico), riescono a far quadrare le mille esigenze di una manifestazione che raccoglie oltre duecento artisti, compresi i professori del coro, dell’orchestra, i solisti, i responsabili artistici e i membri del comitato scientifico che ogni anno sovrintendono all’allestimento del festival […] il resto è storia recente; la premiazione dell’Abbiati risale infatti allo scorso 8 maggio quando, nel teatro "Donizetti" di Bergamo il direttore artistico del festival, il già citato Domenico Molinini, ha ritirato un premio che ripaga di tanti e gravosi sforzi… "

Il titolo dell’articolo in questione era “Il Demone Meridiano – pregi e mali del Sud”. L’articolo non è stato mai pubblicato da quel giornale statunitense. Seppi, da altri e in modo alquanto approssimativo, che, forse, in quell’articolo non c’era riferimento a chi aveva messo i soldi. Mancava, a quanto pare, una forte indicazione che desse visibilità al politico di turno. Insomma, come scrive su ContrAppunti il Direttore Franco Chieco, interpretando il pensiero alquanto cinico di certi politici: " E’ vero – dicono – che Molinini ci ha messo le idee e la competenza specifica, ma noi abbiamo messo i soldi, e senza i soldi quello che mette le idee conta quanto un fico secco.".

Il 2003 si conclude con i sei concerti per soli, coro e orchestra (l’orchestra è quella della Provincia di Bari) in cui dirigo i miei arrangiamenti e quelli di mio figlio Antonio (già allegati all’interludio natalizio che CoratoLive.it ha pubblicato nel dicembre scorso).

I concerti, pur non trattandosi di un repertorio “accademico” non passano inosservati alla critica giornalistica e, ad esempio, sulla pagina degli spettacoli della Gazzetta del Mezzogiorno Nicola Sbisà scrive: " […] Si deve all’abilità raffinata di strumentatore ed arrangiatore di Domenico Molinini se un congruo gruppo di canti, antichi e moderni, ormai ben radicati nella tradizione natalizia mondiale […] hanno acquisito una certa omogeneità stilistica, adatta all’orchestra, pur senza perdere nulla della propria originaria ed affascinante sostanza. Molinini ha anche diretto l’orchestra, con mano sicura e grande trasporto, esaltando fra l’altro l’ammirevole duttilità del complesso […].

A partire dal 2004 mi isolo dal resto del mondo e mi concentro nella scrittura musicologica e musicale. Dei risultati musicologici di questo periodo riferisce CoratoLive.it, con alcuni interventi sulla presentazione del mio libro Musica nuova.

Elementi di teoria musicale & dintorni, avvenuta nella sede della casa editrice Laterza a Bari, il 4 ottobre 2006. Anche in questa occasione la critica giornalistica non mi ignora e, tra i tanti articoli che costituiscono la ricca rassegna stampa che commenta la pubblicazione e presentazione del mio libro, mi fa davvero piacere ci sia anche quello pubblicato a firma di Salvatore Vernice sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 ottobre 2006.

I risultati della composizione musicale, infine, sono ormai prossimi ad essere pubblicati e probabilmente eseguiti. Non anticipo nulla a riguardo, tuttavia, poiché mi sembra giusto che sia la Redazione di CoratoLive a poterlo fare a suo tempo.

Siamo all’epilogo. Ho scoperto che, a causa del mio isolamento, non conosco tanti miei concittadini, specie i più giovani, molti dei quali nulla sanno di me e delle vicende che ho raccontato.

Sono molto grato, quindi, alla Redazione di CoratoLive.it, per aver pubblicato i monologhi, che ho chiamato dialoghi, sperando di poter concretamente dialogare con Corato, l’amena città che catullianamente odio e amo: nel corso di una riunione presso un Dipartimento dell’Università di Bologna, ricordo di aver tirato in ballo l’oliva coratina, un certo rosso (che ci fa onore al Vinitaly e non solo) e Corradino di Svevia, per guadagnare qualche punto alla nostra città, visto che tutti mostravano di conoscere Trani (per la cattedrale) ed Andria (per il Castel del Monte), ma Corato no.

venerdì 27 Luglio 2007

(modifica il 3 Febbraio 2023, 11:41)

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