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“Foodex 2007”: i sapori di Puglia in Asia

Salvatore Vernice
Molte le aziende del nord barese, a cui l'Aint ha offerto alle imprese un servizio altamente qualificato di assistenza in fiera e di promozione.
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Nel grande centro espositivo di Makuhari Messe di Tokyo si è svolta nei giorni scorsi il Foodex 2007, considerata la più vasta esposizione agroalimentare dell’Asia, con più di 2400 espositori provenienti da 70 Paesi e oltre 95.000 visitatori.
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rnLa grande rassegna è stata inaugurata dal ministro delle Politiche agricole e forestali Paolo De Castro, in Giappone per una visita di tre giorni assieme al presidente dell’Ice, Umberto Vattani. È la prima volta che la J.M.A. (Japan Management Association) celebra l’apertura della Fiera con una cerimonia del taglio del nastro.
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rnUna grande soddisfazione per l’Italia, che rappresenta il secondo fornitore del Giappone se si prendono in considerazione le sedici categorie merceologiche più importanti del settore come vino, pasta, conserve, aceti, carni preparate, formaggi e caffè.
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rnA questa fiera hanno partecipato molte aziende pugliesi che grazie all’impegno dell’Agenzia per l’Internazionalizzazione del patto territoriale ofantino-nord barese, sono state riunite sotto il marchio di promozione denominato “Taste of Puglia”, cioè sapori di Puglia.
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rnMolte le aziende del nord barese, a cui l’Agenzia ha offerto alle imprese un servizio altamente qualificato di assistenza in fiera e di promozione, attraverso incontri mirati con operatori preselezionati, che ha consentito sin da subito di esaminare e approfondire concrete opportunità commerciali.
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rn«Un mercato, quello dell’agroalimentare giapponese – spiega Vincenzo Caldarone presidente AINT – dal valore di quasi 3 miliardi di dollari, di cui l’Italia detiene una quota superiore al 15 per cento. Per alcuni prodotti, l’agroalimentare made in Italy occupa delle posizioni di assoluta preminenza, come nel caso del prosciutto crudo con una quota di mercato del 83,6 per cento, dell’olio di oliva con il 58,8 per cento, della pasta con il 72,2 per cento e dei pomodori pelati con il 79,7 per cento. Nel complesso, la posizione del nostro Paese nel mercato giapponese per il settore agroalimentare raggiunge un valore che supera i 470 milioni di dollari».
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rnUn successo sottolineato anche dalla responsabile dell’Agenzia, Sabina Ferri.
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rn«Per poter vendere in Giappone è necessario avere familiarità con le pratiche locali di condurre affari e fare in modo di adeguarsi il più possibile. In alcuni casi, l’esportazione di prodotti in Giappone non è stata vincente per non aver dato il giusto peso ad alcuni fondamentali fattori come dar seguito anche ad ordini di piccola entità, rispondere il più possibile alle aspettative dell’importatore. Oltre a quanto detto, è necessario prestare grande attenzione alla conformità del prodotto alle caratteristiche attese, alla puntualità della consegna, al servizio post-vendita e alla stabilità di fornitura.
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rnEd è proprio in questa direzione che si focalizza l’impegno dell’AINT al fine di assicurare in questa e nelle prossime azioni promozionali in Giappone, risultati concreti e continuativi alle imprese del territorio. A questo proposito, sulla spinta del grande successo riscosso al FOODEX 2007, l’AINT, già con la prossima costituzione del nascente consorzio per l’agroalimentare, intende promuovere l’individuazione in Giappone di un’Agente in grado di assicurare la continuità di questi primi contatti stabiliti e di sviluppare nuove opportunità su un mercato che dimostra di essere prontissimo alla qualità delle produzioni pugliesi di nicchia».

martedì 27 Marzo 2007

(modifica il 14 Luglio 2022, 0:00)

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