Cronaca

Quando la “buona sanità” fa notizia

Salvatore Vernice
Anche il nosocomio coratino rientra fra questi casi e non mancano alcuni eventi di buona sanità evidenziati non dai sanitari che fanno solo il loro dovere, ma dall'utente che vuole rendere giustizia a chi opera all'interno della struttura sanitaria.
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La stampa si occupa spesso di casi riconducibili alla cosiddetta malasanità, in cui viene messo in evidenza l’errore o la negligenza del personale sanitario che spesso è causa di danno grave per il paziente.
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rnResta sempre nell’ombra, invece, il grande senso di responsabilità e la diligenza dei molti operatori sanitari che giornalmente svolgono il loro lavoro con assoluta professionalità, amore e rispetto per i pazienti. C’è da considerare che, soprattutto per la sanità, vale la famosa regola per cui fa notizia solo “l’uomo che morde il cane” e non viceversa. Questo per dire che fa notizia l’eccezione, piuttosto della normalità o dell’eccellenza.
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rnAnche il nosocomio coratino rientra fra questi casi e non mancano alcuni eventi di buona sanità evidenziati non dai sanitari che fanno solo il loro dovere, ma dall’utente che vuole rendere giustizia a chi opera all’interno della struttura sanitaria.
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rn«Voglio dare voce al mio ringraziamento – dice Francesco Caterinoa quegli operatori del pronto soccorso coratino che nei giorni scorsi hanno salvato la vita a mia moglie, giunta all’ “Umberto I” in fin di vita e poi salvata grazie all’intervento tempestivo e solerte dell’intera equipe del pronto soccorso, riuscita a ristabilire le condizioni cliniche di mia moglie».
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rnLa donna arrivò in ospedale con una grave emorragia interna che ne aveva compromesso seriamente i valori clinici.
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rn«In quei momenti ho potuto notare una grande professionalità da parte del personale che, dopo aver riportato i valori in termini accettabili, trasferirono mia moglie all’ospedale di Andria. Qui, grazie all’intervento del chirurgo dott. Francesco Verzillo, allertato dai sanitari del pronto soccorso di Corato, si fece trovare ad Andria riuscendo, attraverso un gastroscopio terapeutico, a cicatrizzare l’emorragia interna, salvando così la vita di mia moglie».
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rnUno dei tanti casi, passati sotto silenzio e terminati in maniera positiva, che però nasconde anche le difficoltà di un nosocomio con delle difficoltà oggettive.
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rn«Il caso del signor Caterino – spiega Salvatore Mascoli operatore sanitario e rappresentante sindacale della F.S.I. – oltre a mettere giustamente in risalto le molte professionalità presenti nell’ospedale di Corato, evidenzia anche come per salvare una vita umana a Corato è stato necessario usufruire uno strumento medico in funzione ad Andria e utilizzato da un chirurgo che prima era di stanza a Corato e successivamente trasferito a Barletta.
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rnE’ da tempo che stiamo sottolineando come l’ospedale di Corato stia attraversando un periodo di impoverimento di personale, trasferito e mai sostituito. Il nostro ospedale potrebbe avere tutte le carte in regola per essere ancora migliore e più funzionale, non avere per esempio una piccola banca del sangue all’interno di un ospedale diventato polo chirurgico, del distretto della ASL formata da Corato, Ruvo e Terlizzi, è un controsenso che, nei casi di urgenza, potrebbe voler dire non riuscire a salvare una vita umana».

sabato 28 Ottobre 2006

(modifica il 14 Luglio 2022, 5:00)

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