Fattore B16

Giuseppe D'Introno
A quindici giorni dal voto, molti sono coloro che vogliono capire di quanto sia cambiato il rapporto fra "cattolici & politica" dall'ingresso di...
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A quindici giorni dal voto, molti sono coloro che vogliono capire di quanto sia cambiato il rapporto fra “cattolici & politica” dall’ingresso di Benedetto XVI e quale influenza avrà la Chiesa sul risultato politico italiano.

In questo contesto – last but not least – bisogna ricordare il rapporto privilegiato che Papa Benedetto ha saputo intessere con i giovani italiani.
Infatti, dopo la Giornata mondiale della Gioventù di Colonia il nuovo Papa è diventato un punto di riferimento ideale e di ascolto da parte delle nuove generazioni.

Anche la vittoria schiacciante dell’astensione al Referendum sulla Legge 40 e il flop della linea politica della gran parte dei partiti della sinistra sono incognite da valutare seriamente per capire come si esprimeranno i cattolici.

La linea della Chiesa è chiarissima: difesa della vita e della famiglia basata sul matrimonio, nessun arretramento su pacs, aborto, eutanasia, biotech, matrimoni gay e radici cristiane dell’Europa.

Il Cardinale Ruini ha ricordato più volte che il «grande compito» che hanno i cristiani laici è quello di essere «uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo».

Una Chiesa,dunque, che non vuole farsi spiazzare sui temi etici e che indica con chiarezza la propria posizione di contrarietà dinanzi alla possibile deriva zapateriana made in Italy.

Papa Benedetto XVI, ha scritto: «Di sua natura la Chiesa non fa politica in prima persona, bensì rispetta l’autonomia dello Stato e del suo ordinamento. Ai cristiani impegnati nelle professioni pubbliche spetta nell’agire politico di aprire sempre nuove strade alla giustizia».

Di fronte alle linee guida indicate dalla CEI un elettore cattolico come si comporterà?

Il pluralismo di idee e la libertà dei cattolici di poter militare in qualunque partito significa, forse, che una scelta vale l’altra?

Ma ragionando a questa maniera non si rischia di confondere il pluralismo con il qualunquismo come se la fede fosse del tutto ininfluente in politica e nei Valori che devono essere alla sua base?

Il punto fermo che unisce i cattolici è proprio il ritrovarsi nei Valori fondamentali, quali il rispetto che si deve alla vita umana dall’inizio al termine naturale della sua esistenza; la tutela del matrimonio e della famiglia; la giustizia sociale, la solidarietà. Tali Valori sono anche i criteri che guidano e orientano alla scelta od opzione di un partito piuttosto che un altro, di uno schieramento piuttosto che un altro.

In altre parole, a livello dei Valori non esiste pluralismo: non è possibile che il cattolico non vi si ritrovi. Il pluralismo può, invece, verificarsi a livello dei mezzi: appunto i partiti e gli schieramenti. In questa prospettiva, la domanda è: quale partito o schieramento è più idoneo di un altro per la realizzazione storica di quei Valori? La risposta non è facile: nell’attuale situazione, uno schieramento manifesta grande sensibilità per i problemi della vita o della famiglia, ma indica soluzioni diverse per il problema della solidarietà sociale.

Il contrario si può dire a riguardo dello schieramento opposto.
Nel centrosinistra prevalgono correnti radicali, massimaliste e anticlericali che mettono a tacere le posizioni moderate di centro. La Rosa nel pugno e gli altri esponenti della sinistra preannunciano leggi a favore dell’eutanasia, insieme a scelte più permissive nei confronti dell’aborto e della sperimentazione sugli embrioni, senza alcun rispetto della volontà popolare.

Sulla famiglia, una legislazione a favore di pacs e coppie di fatto tra persone dello stesso sesso rischia di snaturare il concetto stesso di famiglia e il suo valore civile.

Sulla scuola, si preannuncia un rilancio della burocrazia statalista nella scuola e nell’università e un arresto della pur precaria parità tra scuola statale e non statale.

Sulla politica internazionale, per garantirsi il consenso della sinistra estrema non si emargina con chiarezza chi esalta il terrorismo fondamentalista e fomenta un odio.

Tutto questo lascia presagire che sarà davvero difficile per i cattolici dello schieramento di centrosinistra, smarcarsi dalle posizioni radicali e laiciste, che nel Paese forse non sono maggioranza, ma lo sono tra le élite intellettuali e urbane, e in tutta l’area di pensiero che più influenza e condiziona l’Unione.

Sulla sponda opposta, l’attuale governo ha la pecca di non aver ascoltato abbastanza la voce della Chiesa per quanto riguardava l’invio dei militari in Iraq e Afganistan nella lotta al terrorismo e non aver dato adeguata attenzione al Welfare sociale.

Tuttavia una cosa è certa: l’azione del centrodestra è stata incentrata sul valore della persona, sulla libertà di educazione scolastica e sulla tutela dei Valori come famiglia tradizionale, attenzione alle fasce mediee agli anziani.

La legge sull’impresa sociale, la tutela dei minori, gli aiuti economici a favore delle nuove nascite e il cinque per mille per non profit e ricerca sono alcuni dei segnali che testimoniano la giusta direzione.

A questo punto credo che una volta ascoltate le posizioni della CEI, valutato le differenze fra i partiti e conosciuto le alleanze all’interno dei due schieramenti… ai cattolici non resta che andare a votare.

E votare secondo coscienza.

giovedì 23 Marzo 2006

(modifica il 3 Febbraio 2023, 11:43)

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