Costruire: un atto non reversibile.

Simona Musio
L'immagine dell'albero, le cui radici occupano sottoterra lo stesso spazio della chioma, suggerisce quante risorse occorrano per darci frescura,...
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L’immagine dell’albero, le cui radici occupano sottoterra lo stesso spazio della chioma, suggerisce quante risorse occorrano per darci frescura, riparo, frutti.

Costruire un edificio è un investimento di risorse, economiche ed energetiche, che è impossibile recuperare in caso di errore dopo la realizzazione. In questo senso si può dire che edificare è un atto “non reversibile”.

Questo rende utile, oltre che necessario per la verifica dei parametri urbanistici e delle norme di sicurezza, l’atto della progettazione.

Il progetto architettonico nasce dalla considerazione dell’insieme complesso di variabili che determineranno le caratteristiche di un edificio.

In primo luogo le caratteristiche di stabilità e sicurezza. Queste sono la premessa indispensabile senza la quale la nostra casa non potrebbe nemmeno chiamarsi tale, e sono tutelate dalla legge, che deve garantire la pubblica incolumità. Riguardano la staticità, la sicurezza anti-sismica, la sicurezza degli impianti (rischio elettrico, anti-incendio), l’accessibilità.

Tuttavia, il fatto che una casa sia stabile e sicura, per quanto punto di partenza indispensabile, non è sufficiente a garantire che sia anche confortevole e a misura delle nostre esigenze.

In primo luogo ci sono tutta una serie di caratteristiche “nascoste” sotto la pelle di un edificio che influiscono in modo determinante sulla sua vivibilità.

Uno degli aspetti troppo spesso trascurati è ad esempio la composizione stratigrafica delle pareti e la presenza di opportuni strati coibenti. Valutati insieme all’esposizione, alle escursioni termiche stagionali, al sistema di riscaldamento e raffrescamento da adottare, contribuiscono a mantenere buone condizioni di temperatura e umidità relativa e incidono sui consumi energetici nel corso dell’anno in modo tutt’altro che trascurabile.

Un altro aspetto importante e spesso sottovalutato è l’idea che ciascuno ha della casa, riferimento archetipico fondamentale per la sfera personale e per il modo di relazionarci agli altri.
Il progettista, nel caso in cui abbia l’opportunità di interagire direttamente con il destinatario finale, può per formazione ed esperienza, guidare il committente nella individuazione delle soluzioni più idonee a tradurre quel personalissimo approccio.

Tutti questi aspetti sono indissolubilmente correlati l’uno all’altro e pertanto vanno considerati contemporaneamente come variabili progettuali.

giovedì 26 Gennaio 2006

(modifica il 3 Febbraio 2023, 11:43)

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