Non riesco ad aprirmi con gli amici o con coloro che vorrebbero conoscermi

Antonio Di Gioia
Sono una ragazza di 24 anni e vivo ancora con i miei genitori. Fin da piccola ho avuto un carattere introverso, e sono sempre stata poco disposta...
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Sono una ragazza di 24 anni e vivo ancora con i miei genitori. Fin da piccola ho avuto un carattere introverso, e sono sempre stata poco disposta a stabilire relazioni con gli altri, perché mia madre continuava a dirmi che non bisogna legare troppo con le persone, che finiscono con il tradirti e che prima di tutto viene la famiglia. In questo modo è riuscita a condizionare la mia vita, le mie scelte e le mie amicizie, creando in me un profondo rancore nei confronti degli altri e un grave disagio con me stessa.
Anche se con il tempo sono riuscita a rendermi più indipendente nei suoi confronti, le relazioni che sono riuscita ad instaurare sono state parecchio deludenti.
Non riesco ad aprirmi con gli amici o con coloro che vorrebbero conoscermi e spesso, anche se non lo vorrei, finisco con litigare proprio con coloro che credo siano i miei amici.
I miei legami durano breve tempo, dopodiché sono io stessa, e me ne rendo conto, a fare di tutto per rovinarli e alla fine rimango sempre sola, con un senso di vuoto che mi spinge a cercare altre persone solo per sentirmi un po’ amata, ma che poi si rivelano sempre molto distanti da ciò di cui io avrei bisogno.
Mi sento sempre più triste e scoraggiata, ma non ho il coraggio di rivolgermi ad uno psicologo. Vorrei sapere cosa fare.
Serena.

Cara Serena,
ciò che sicuramente manca nella tua vita è l’avere fiducia negli altri, e questo atteggiamento probabilmente deriva dalla forte influenza che tua madre ha avuto nella tua vita. Purtroppo se il messaggio che da sempre ci arriva, soprattutto da una figura importante come quella di un genitore, è che gli altri sono da considerare quasi dei nemici, è naturale cercare relazioni e impostarle con modalità difensive che finiscano per sfociare nella conflittualità.

Tuttavia, il fatto che tu abbia messo in atto questo tentativo mi lascia supporre che sicuramente credi che ci sia qualcosa di positivo negli altri, e che pertanto vale la pena provare.

Comprendo il tuo bisogno di un consiglio, ma allo stesso tempo il tuo timore di rivolgerti ad uno psicoterapeuta.

Per questo ti suggerisco, senza che questa voglia essere una imposizione, di incontrarne uno in modo da decidere di dare alla tua vita un corso diverso da quello che sta seguendo ora.

Potresti trovare la persona adatta ad aiutarti a superare l’isolamento e la disperazione che ti fanno soffrire, una persona che senza porsi in modo invadente nei tuoi confronti, che senza violare forzatamente i tuoi pensieri possa ascoltarti e accettarti per come sei, con i tuoi problemi e le tue paure.
Una persona che ti rispetti e ti capisca, con cui tu possa confrontarti con tranquillità.
Lo psicologo aiuta ad armonizzare gli aspetti di sé (sé corporeo, risorse comunicative, pensiero, ecc.) che si vanno gradualmente acquisendo al il fine di stare meglio nel mondo, con i propri genitori, con i propri coetanei, con i propri compagni di scuola.

Chi inizia una psicoterapia inizia ad affrontare la propria inadeguatezza come il protagonista della sua crescita, che in maniera intelligente utilizza temporaneamente una risorsa per chiarirsi le idee, sentendosi libero di entrare e uscire dalla relazione con lo psicoterapeuta secondo le proprie esigenze.

In bocca al lupo e fammi sapere!

giovedì 29 Dicembre 2005

(modifica il 3 Febbraio 2023, 11:46)

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