Politica

Perchè è stato ignorato il contributo della società civile?

Francesco Stolfa
A titolo strettamente personale, una riflessione di Francesco Stolfa
scrivi un commento 396

E referendum sia!
rnRitengo anch’io positiva la decisione di ricorrere al Referendum cittadino per decidere l’adesione o meno di Corato alla nuova provincia policentrica Barletta-Andria-Trani. Certo avrei preferito una decisione immediata, adottata il 29 luglio scorso, direttamente con delibera del Consiglio Comunale. Ho sperato fino all’ultimo che la maggioranza di Centrodestra che governa la nostra città cambiasse idea ma, evidentemente, non se l’è sentita e ha preferito rimettere la palla all’elettorato.

rn

Decisione rispettabilissima. Speriamo solo che l’esito referendario non arrivi troppo tardi.
rnIndipendentemente da come andrà a finire, questa vicenda ha però evidenziato alcuni aspetti importanti e inediti che meritano di essere sottolineati.
rnForse per la prima volta, da molto tempo, la società civile coratina non è rimasta alla finestra ma ha, anzi, fatto sentire forte la propria voce. Quando parlo di società civile intendo riferirmi a tutte quelle formazioni sociali (cfr. art. 2 della Costituzione) diverse dai partiti, nelle quali si esprimono gli interessi collettivi presenti nella nostra città. Ma la società civile non è intervenuta contrapponendosi ai partiti o alle istituzioni ma, anzi, con il preciso e dichiarato intento di fornire loro la propria collabora-zione, il proprio contributo dialettico, in una decisione così importante.

rn

Per questo, le varie associazioni, riunite in una sorta di cartello, hanno presentato una rispettosa istanza agli organi di governo della Città con la quale chiedevano anche che si consentisse a un proprio rappresentante di partecipare alle sedute di giunta o di consiglio per poter illustrare le ragioni che motivavano il Sì alla BAT. Poi hanno elaborato un corposo documento contenente le motivazioni della loro istanza e hanno invitato i consiglieri comunali, gli assessori e il sindaco a un incontro che era fissato per il 27 luglio, presso la Sala dell’Amicizia della Chiesa di San Gerardo, per poterglielo illustrare.

rn

Il risultato di questa offerta di collaborazione è stato però davvero deludente: all’incontro del 27 sono venuti solo pochissimi consiglieri (di minoranza) mentre gli altri, unitamente al sindaco e agli assessori, non vi hanno partecipato, con l’unica eccezione del consigliere Tota, né hanno minimamente spiegato la loro assenza. Solo indirettamente si è saputo che nella stessa data era stato fissato un consiglio comunale per discutere altri argomenti.
rnInfine nel consiglio del 29, in cui si discuteva proprio della VI provincia, non solo al rappresentante della associazioni non è stato consentito di prendere la parola ma il documento di motivazioni, recapitato al sindaco e a tutti i consiglieri e assessori, è stato pesantemente attaccato da due consiglieri di AN (Arbore e Mazzilli) e ignorato da tutti gli altri consiglieri di maggioranza.

rn

L’avv. Arbore ha operato un tentativo, per il vero piuttosto superficiale, di smontare il documento presentato dal cartello pro-BAT, arrivando a mettere in dubbio la rappresentatività delle organizzazioni promotrici, senza però riuscire a fornire una sola argomentazione a favore della permanenza di Corato in provincia di Bari. Il consigliere Mazzilli si è invece limitato a riproporre le vecchie litanie della provincia =carrozzone inutile. Non starò qui a confutare le ragioni esposte da questi due consiglieri e mi limiterò a riproporre la mia disponibilità e quella degli altri esponenti del cartello a un confronto serio e dialettico, in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo essi vorranno accettarlo. Non credo interessino a nessuno né le loro né le mie arringhe contro un avversario contumace.

rn

Questo, infatti, è il punto: la volontà di sottrarsi al confronto con la società civile mi pare abbia dominato l’intera maggioranza. Ed è un atteggiamento incomprensibile posto che l’iniziativa assunta dalle associazioni si è mantenuta nei limiti della più stretta trasversalità: fra gli esponenti più attivi del cartello vi sono esponenti del Centrodestra coratino o comunque elettori dichiarati dell’attuale sindaco. E il cartello di associazioni, in fondo, chiedeva solo di poter esporre delle idee, delle argomentazioni. Nessuno di noi ha mai pensato di avere la verità in tasca, nessuno di noi ha mai pensato di strumentalizzare l’iniziativa in senso politico. Nè consentirà che questo accada neanche in futuro.
rnÈ opportuno ricordare che, in passato, durante l’amministrazione Fiore, con il consenso di tutti i gruppi, fu consentito al prof. Vangi, rappresentante del Comitato per il NO, di parlare durante il Consiglio Comunale. Non avevamo chiesto, quindi, nulla di inaccettabile. Eppure la chiusura è stata netta, condita da un evidente senso di fastidio.
rnSe mi sto sbagliando, sarò felice di prenderne atto. Ma allo stato la mia impressio-ne, e non solo la mia, è questa. E la cosa appare davvero incomprensibile e frustrante.

rn

Un’ultima considerazione di metodo, sempre a titolo strettamente personale.
rnNegli interventi già apparsi sulla stampa da parte di esponenti del Comitato per il NO e nelle dichiarazioni rese in Consiglio dai due citati consiglieri sono emerse delle espressioni e un tono aggressivi, ai limiti dell’invettiva.
rnQuesto tema della VI Provincia, che fino a qualche settimana fa pareva ignorato da tutti, sembra ora accendere gli animi oltremisura. E la campagna referendaria non è neanche cominciata…
rnPersonalmente non sono minimamente disposto a farmi trascinare in una baraonda di insulti e di aggressioni verbali. E dico quindi subito che, se i toni della polemica politica supereranno i limiti del sereno confronto dialettico, non avendo peraltro alcun interesse individuale nella faccenda (ma solo una cointeressenza di carattere generale), mi ritirerò in buon ordine lasciando campo libero a chi dell’appartenenza alla provincia di Bari intende farne una questione capitale.

rn

In questa vicenda, io e tutti gli altri promotori del cartello pro-BAT, siamo scesi in campo solo perché sentivamo il dovere civico di non rimanere inerti dinanzi a un problema di tale rilevanza. Nessuno di noi è però un professionista della politica; abbiamo, anzi, tutti, altre soddisfacenti occupazioni che ci reclamano.
rn

giovedì 4 Agosto 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 16:25)

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti