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La verità di Città Attiva sul Progetto mare-sport 2005

La Redazione
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La "Storia di un altro progetto" è quella che ci invia Vincenzo Biancolillo, Coordinatore di Città Attiva, in relazione al "Progetto mare-sport 2005" , l’iniziativa promossa dall’assessorato ai Servizi Sociali in favore dei ragazzi tra i 6 e gli 11 anni d’età, di cui vi abbiamo dato conto il 20 luglio scorso. Biancolillo evidenzia interessanti aspetti delle modalità che hanno portato alla realizzazione del progetto così come è stato presentato. 

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Il giorno 9 giugno, convocati telefonicamente dai Servizi Sociali del Comune di Corato, la rete locale Città Attiva, le associazioni ACSI e Casa Famiglia della Mamma, la parrocchia San Francesco e la cooperativa sociale Polivalente di Solidarietà si sono ritrovati presso l’ufficio dell’Assessore ai servizi sociali dott. Cifarelli: lo stesso Assessore, affiancato da alcune Assistenti Sociali, ha comunicato la volontà dell’Amministrazione Comunale di finanziare un progetto rivolto ai minori in condizioni di disagio e da realizzare per l’estate 2005.

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La rete locale Città Attiva, che ricordiamo costituita da associazioni e da cooperative sociali e di utilità sociale e che rivolge la propria attenzione maggiormente alla persona con disabilità, è stata convocata per apportare, con la sua presenza, un contributo specifico considerando che tra i minori in condizioni di disagio ci sono sicuramente anche dei disabili.
rnLe attività per la realizzazione del progetto dovevano essere indicate dai convocati che, pertanto, si sono ritrovati il lunedì successivo ed hanno individuato una serie di iniziative le quali, il giorno dopo, sono state riportate ai Servizi Sociali: presente, questa volta, anche il Dirigente ai servizi sociali dott. Malizia.

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Queste le attività individuate: torneo di calcetto a cinque per i ragazzi presso in Campo Sportivo comunale, torneo di pallavolo per le ragazze presso il Palazzetto dello Sport comunale, torneo di calciobalilla in Piazza Plebiscito, cineforum all’interno del Chiosco del Palazzo di Città, caccia al tesoro circoscritto al quartiere di Piazza Indipendenza, soggiorno semi-residenziale al mare presso un lido attrezzato di Margherita di Savoia, corso di equitazione presso una struttura organizzata in contrada Piede Piccolo.
rnSi evidenziava che il maggior onere sarebbe stato dovuto al trasporto, da affidare a privato, da Corato a Margherita di Savoia e da Corato a contrada Piede Piccolo.

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Ci si chiedeva come mai gli scuola-bus di proprietà dell’Amministrazione Comunale non potessero essere utilizzati e la risposta, unanime e solidale di tutto l’Ufficio dei servizi sociali, è stata: “Ci è stato detto che non si può”.
rnLa rete locale Città Attiva, attraverso l’associazione CGDA, è riuscita, grazie anche alla collaborazione dell’Assessorato ai servizi sociali della Provincia di Bari e dell’Ufficio della pubblica istruzione di Corato, a rintracciare le norme che consentono, invece, l’utilizzo degli scuola-bus ottenendo, così, un notevole recupero economico, recupero che, evidentemente, sarebbe stato finalizzato a meglio garantire la riuscita per qualità del progetto.
rnNon sto a raccontare l’altalenare dell’Ufficio dei servizi sociali nel decidere quale modalità utilizzare per commissionare la realizzazione di questo progetto tra l’affido diretto, la gara d’appalto e la coprogettazione, altalenare che ha portato a far slittare di una settimana l’inizio delle attività.
rnL’Ufficio dei servizi sociali decide, finalmente, per l’affido diretto del progetto commissionandone la realizzazione alle stesse organizzazioni del Terzo Settore convocate quel giovedì 9 giugno alle quali consegnano, manoscritto ed in fotocopia, le linee guida: le attività da realizzare si sono ridotte al soggiorno semi-residenziale al mare ed al torneo di calcetto a cinque.

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La rete locale Città Attiva, le associazioni ACSI e Casa Famiglia della Mamma, la parrocchia San Francesco e la cooperativa sociale Polivalente di Solidarietà finalizzano il progetto rispettando pedissequamente le indicazioni per le attività, e per i rispettivi budget, indicate nelle citate linee guida.
rnPresentato, non piace: si procede, così, ad una serie di revisioni del progetto seguendo le continue nuove indicazioni dell’ufficio dei Servizi Sociali che portano all’inserimento di attività sportiva di pallavolo e di attività di animazione in piazza ed il giorno 30 giugno il progetto è, finalmente, protocollato.
rnÈ da sottolineare che, prima che rispettare pedissequamente le indicazioni per le attività, e per i rispettivi budget, di volta in volta indicate, si era data priorità alla qualità di fruizione del progetto per tutti i partecipanti, minori in condizioni di disagio e con disabilità, garantendo, prima di tutto, la presenza di operatori sociali specifici per i minori e per i disabili, e la presenza di istruttori specifici per le attività sportive.
rnNon è finita qui!
rnIl progetto appena protocollato è RIMESSO ai proponenti.

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Con una comunicazione scritta, protocollata il 6 luglio 2005 e consegnata lo stesso giorno al referente della cooperativa sociale Polivalente di Solidarietà, il Dirigente ai servizi sociali del Comune di Corato informava che il progetto presentato non aveva seguito il percorso di coprogettazione e non rispecchiava le linee guida dell’Amministrazione Comunale: ma come, se è stato proprio l’ufficio dei Servizi Sociali a decidere per l’affido diretto e a consegnare le prime linee guida ed a modificarle continuamente fino a realizzare il progetto e adesso viene dallo stesso RIMESSO ai proponenti!
rnNon solo!
rnL’Ufficio dei servizi sociali decide unilateralmente, e comunque sostenuto dalla cooperativa sociale Polivalente di Solidarietà, che gli operatori sociali specifici per i disabili e gli istruttori specifici per le attività sportive siano sostituiti da volontari: la goccia, classica, che ha fatto traboccare il vaso.
rnLa rete locale Città Attiva che persegue lo scopo di offrire servizi e proporre iniziative alle persone con disabilità che si caratterizzano per qualità e non per quantità, non si è più riconosciuta del nuovo progetto per come si andava a realizzare: la mancanza di garanzie atte ad assicurare il pieno rispetto della persona in tema di qualità della vita, e, quindi, la massima fruizione delle attività, fornendo assistenza a quei disabili che non sono in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita.

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Città Attiva si è autoesclusa dalla compartecipazione ad un progetto ritenuto discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità: non si può pensare di offrire un servizio professionale solo ad un’area del sociale ed un servizio volontario ad un’altra area del sociale.
rnCome Città Attiva, anche l’associazione ACSI, condividendo gli stessi principi, ha ritenuto opportuno ritirare la propria compartecipazione a questo progetto.
rnEd alla faccia della coprogettazione, il tutto è stato realizzato tra l’Ufficio dei servizi sociali e la sola cooperativa sociale Polivalente di Solidarietà.
rnE non solo! i partecipanti alle attività sono stati definiti direttamente dall’Ufficio dei servizi sociali senza pubblicizzare il progetto.
rnCittà Attiva si domanda: in base a quale criterio sono stati ammessi determinati minori e disabili a fruire del progetto?

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Un’ultima considerazione.
rnIl progetto protocollato il 30 giugno ha avuto una risposta scritta, seppure negativa, a distanza di meno di una settimana: Città Attiva è ancora nell’attesa di una risposta ufficiale ad un proprio progetto, HandyMare 2005, protocollato nell’ormai lontano 13 maggio.

martedì 26 Luglio 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 16:35)

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