Politica

Tra gli astensionisti mio malgrado

La Redazione
Un coratino fuori sede risponde all'articolo di Ezio Falco e ci racconta la sua esperienza in occasione dei referendum.
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Torniamo a parlare di Referendum, quello che si è svolto qualche domenica fa e che ha visto, per l’ennesima volta, il mancato raggiungimento del quorum. Il 74,1 % degli italiani non ha votato e una buona percentuale lo ha fatto per convinzione, marcando con l’astensionismo una posizione ben precisa sostenuta per lo più dalla Chiesa e ai Cattolici. Ma c’è anche chi avrebbe voluto votare ed è stato impossibilitato dal farlo, suo malgrado. Pubblichiamo infatti l’email di Amedeo, coratino studente fuori sede, che coglie l’occasione di parlare della sua esperienza in seguito all’articolo di Ezio Falco.

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Ciao, scrivo questa mail prendendo spunto dalla discussione lanciata da Ezio nel suo articolo sulla laicità dello Stato. Inizio subito col raccontarvi la mia "esperienza" in merito a questa consultazione elettorale per evitare di ricever risposte del tipo se proprio avessi voluto offrire il tuo contributo alla vittoria del sì saresti semplicemente dovuto venire a votare. Io sono uno studente fuori sede, uno dei tanti, cui purtroppo, non è stato possibile votare il 12,13 giugno. Sì, perchè nel terzo millennio predisporre un semplicissimo database per consentire di votare a chi lavora, studia ,ecc. lontano un bel po’ di chilometri dal proprio comune di residenza è ancora un "sogno"!!

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Vista la mia giovane età, non esercito da molto tempo il diritto di voto, ma mai come in questa consultazione elettorale avrei voluto apporre il mio sì sui quattro quesiti referendari. Tuttavia, causa impegni universitari ed esigui contributi economici offerti dallo Stato per gli "spostamenti elettorali", mi era impossibile tornare in questa nostra città di cui, credetemi, mai avrei immaginato di sentirne così tanto la mancanza, come in quei due giorni. Però, a questa ingiustizia non volevo proprio arrendermi e così mi son fiondato in uno dei comitati per il sì e lì ho appreso che avrei potuto votare se fossi stato un rappresentante di lista. I Comitati provinciali del referendum o un partito politico, infatti, potevan nominare propri rappresentanti di lista per ognuna delle sezioni in cui si votava e con quella delega avrei potuto votare nella città in cui mi trovo, anche se ho la residenza a Corato.

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Purtroppo, però, altri ragazzi che come me si trovavano impossibilitati a raggiunger il proprio comune di residenza, mi hanno preceduto e così, visto che non c’erano un milione di posti da assegnare come rappresentante di lista, insieme a tantissimi altri miei amici e conoscenti ho capito che non ci sarebbe stato più nulla da fare. Ed alla fine, dunque ,risulto un astenuto, per la gioia di parroci, vescovi e cardinali,ecc..(ah,dimenticavo il papa!), per la gioia di chi, in questa orribile campagna elettorale, ha calpestato il sacrificio di gente morta per conquistar il proprio diritto di voto (a tal proposito, per favore, non rispondetemi che si trattava di un referendum abrogativo ed era logico aspettarsi che i sostenitori del no incitassero la gente ad andare al mare. Ritengo che in un sistema democratico, come si spera resti ancora il nostro, la scarsa partecipazione elettorale è una seria sconfitta da non sottovalutare, e la storia ce lo ha insegnato parecchie volte…peccato che per alcuni la storia non sia più "magistra vitae").

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Io, dunque, rientro nel 74,1% di astenuti, ma io non ci sto. Non ci sto a rientrare in  questa percentuale. Sarà perchè son sempre stato attratto dalle minoranze (anche se stavolta avrei voluto volentieri esser maggioranza!!), sarà perchè non mi va di esser considerato uno che ha obbedito al volere delle gerarchie ecclesiastiche. A tal proposito, Ezio dice che "essere credenti non obbliga ad astenersi dalla partecipazione alla vita civile e politica del Paese, non implica la rinuncia a scelte coraggiose..". Tutto vero, se non fosse che la chiesa, e tu Ezio lo sai meglio di me, resta, purtroppo, una struttura gerarchica al quale il vassallo deve obbedienza al signore, pena la perdita del feudo. Nei giorni che han preceduto il voto ho letto di sacerdoti che addirittura han pagato l’accesso al lido pur di non farli andare a votare, ho letto di striscioni all’ingresso delle chiese che incitavano al non voto, ma del resto a chi vuoi che importi dell’indipendenza dello Stato dalla Chiesa se non a un ragazzetto che deve ancora capire molto su come va il mondo.

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Amedeo
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lunedì 27 Giugno 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 16:56)

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