Politica

L’impasse delle zone Fi: il Pastificio Granoro attende una risposta

Marzia Ferrante
Una complessa questione che coinvolge l'azienda coratina e il Comune di Corato, tra regolamenti e sentenze del Tar. Il Centrosinistra sollecita la Giunta a pendere una decisione.
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Una vicenda intricata che coinvolge un’importante azienda di Corato, il Pastificio Granoro, quella resa nota dai Partiti di Minoranza (fonte www.dscorato.it). Si tratta di un conflitto tra disposizioni diverse approvate dall’Amministrazione comunale, che ha creato una situazione che di fatto impedisce all’azienda di espandersi nel terreno adiacente alla struttura già esistente, per la costruzione di un nuovo magazzino.

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Risale infatti al 2004 la richiesta avanzata dal Pastificio Attilio Mastromauro all’Amministrazione del Comune di Corato, per costruire un “magazzino automatico autoportante” nel suolo di proprietà della Granoro stessa situato all’interno del recinto che circonda l’Azienda. Tale richiesta era però necessaria in quanto il Piano Regolatore approvato dal Comune aveva fatto rientrare quel suolo nelle cosiddette zone Fi, cioè quelle zone che, anche se di proprietà privata, devono essere destinate a servizi pubblici.

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Tuttavia l’articolo 7 dello stesso PRG stabilisce che quelle aziende che erano preesistenti all’approvazione del Piano, hanno il diritto di utilizzare il suolo per espandersi, anche se quel suolo rientra nelle zone Fi. Il Pastificio corrisponde a queste caratteristiche, quindi la costruzione del magazzino non dovrebbe costituire un problema. Senonché nel novembre 2004 il Consiglio Comunale approva il regolamento dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), nel quale l’articolo H vieta tassativamente alle Aziende di espandersi in zone Fi, andando di fatto ad abrogare la norma contenuta nell’articolo 7 del PRG.

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Si è venuta a creare, in questo modo, una contraddizione tra le norme presenti nel PRG e nel SUAP, che ha impedito all’Azienda guidata da Attilio Mastromauro di ottenere il via per il suo ampliamento, necessario per esigenze produttive e commerciali. L’azienda ha quindi fatto ricorso al TAR Puglia per far valere i propri diritti. E il TAR, con sentenza n. 1701/2005 del 22 aprile 2005, ha infatti dato ragione alla Granoro, affermando che il regolamento SUAP non poteva introdurre modifiche o abrogazioni al PRG, in particolare all’articolo 7, in quanto tale norma è stata approvata con l’intervento sia della Regione Puglia che del Comune di Corato, sicché non può essere abrogata solo del Consiglio Comunale.

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E questa è la situazione attuale. Da un lato c’è la Granoro che attende di avere il permesso per ampliare la sua struttura, forte della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale. Dall’altro c’è la Giunta che deve quindi decidere come procedere, cioè se accettare la sentenza o ricorrere al Consiglio di Stato rifiutando dunque la sentenza del Tribunale.  Il Sindaco a quanto pare ha chiesto il parere dei partiti di minoranza, i quali affermano che al momento dell’approvazione del SUAP non erano al corrente dell’esistenza della richiesta da parte del Pastificio.

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Nonostante sia la Giunta a doversi esprimere a riguardo, i Partiti di minoranza hanno fatto sapere che “per senso di responsabilità” hanno effetuato delle riunioni congiunte discutendo dell’argomento, fino a decidere di redigere una lettera, consegnata al Sindaco venerdì scorso, firmata da tutti i segretari dei Partiti di minoranza e da tutti i consiglieri comunali di opposizione. Una lettera che sollecita l’adeguamento del regolamento SUAP alla sentenza del TAR, andando quindi incontro alle esigenze della Granoro.La stessa lettere definisce la delibera n. 53 del 26 novembre 2004 (quella che ha approvato il SUAP) un errore in cui è incorsa l’Amministrazione del Comune di Corato ed il Consiglio Comunale nella totalità delle sue componenti, a che si poteva evitare se i durante la seduta si fosse sollevato la questione della preesistente richiesta da parte della Granoro.

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Adesso il prossimo passo spetta alla Giunta Comunale, che dovrà decidere se accettare la sentenza del Tar e dare quindi il permesso al Pastifico per costruire il nuovo magazzino, o rifiutare la sentenza ricorrendo al Consiglio di Stato. In tal caso i tempi sarebbero molto lunghi, durante i quali i lavori di ampliamento richiesti dall’azienda coratina sarebbero comunque e di fatto impediti. 

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lunedì 27 Giugno 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 16:56)

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