Cronaca

Continuiamo a cercare Lea

Marzia Ferrante
Vanno avanti le ricerche e gli appelli dei famigliari della bambina scomparsa in Tailandia durante lo tsunami. L'ultimo appello al ministro degli esteri Ginfranco Fini. E prosegue anche la nostra petizione on line
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Ancora nessuna notizia, purtroppo, di Lea Torelli, la piccola vittima dello Tsunami di cui si sono perse le tracce dopo il 26 dicembre. Ma non si ferma invece la tenacia della famiglia Torelli, di origini coratine, nelle ricerche e nelle sollecitazioni alle autorità. Dopo la puntata di “Chi l’ha visto” ampiamente dedicata al caso, la settimana scorsa la zia di Lea, Antonella Torelli, ha partecipato alla trasmissione di Canale 5 “Tutte le mattine”  condotta da Maurizio Costanzo, raccontando la sua vicenda con la speranza che la visibilità televisiva rappresenti un’altra carta da giocare per smuovere le ricerche.

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Intanto un nuovo appello è stato inviato, attraverso la Gazzetta del Mezzogiorno, al Ministro degli esteri Gianfranco Fini, perché intervenga presso le autorità tailandesi e le solleciti nelle ricerche in tutto il territorio e anche al di fuori della Tailandia stessa. Non si può escludere infatti nessuna ipotesi, la bambina potrebbe trovarsi anche in altri Paesi limitrofi: per questo la famiglia ha chiesto che il ministro Fini solleciti anche l’Interpool per estendere le indagini ad ampio raggio.

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E non dimenticate che continua la nostra petizione da inviare al Presidente Della Repubblica. Non facciamo cadere il silenzio sulla storia di Lea, non dobbiamo dimenticarla e non dobbiamo lasciare sola la sua famiglia che la sta aspettando, per primi il padre Aldo e il fratello Luca, le zie Rosalba e Antonella e tutti gi altri parenti.  Una famiglia che già ha perso due persone care, travolte e risucchiate dalla violenza del maremoto, e che non vuole rassegnarsi alla perdita delle piccola Lea, soprattutto perché le speranze ci sono. Il corpo di Lea non è stato ritrovato, più persone sostengono di aver visto una bambina molto somigliante a Lea, non solo nell’aspetto ma anche negli atteggiamenti, in un campo profughi tailandesi.

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Immaginate allora questa povera bambina, di tredici anni, come si sentirà sperduta e impaurita, lei che ha paura della gente e degli estranei, lei che è incapace di comunicare perché parla solo il giapponese e perché affetta da autismo. Quando era a casa sua, in Giappone, amava ascoltare e riascoltare lo stesso brano, amava inventare piccole storie e fare disegni, con ci comunicava il suo mondo interiore. Adesso c’è qualcuno vicino a lei capace di comprendere le sue difficoltà e di rassicurarla? La speranza è che davvero non sia finita in cattive mani, che nessuno abbia approfittato della sua ingenuità, della sua innocenza. Purtroppo la situazione caotica che si è venuta a creare dopo l’immane sciagura dello tsunami e la presenza di speculatori senza scrupoli fanno pensare al peggio, ma non vogliamo escludere che invece Lea sia al sicuro da qualche parte e che stia solo aspettando che qualcuno la vada a riprendere. Continuiamo allora a sollecitare, in tutti i modi, le ricerche.  
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martedì 21 Giugno 2005

(modifica il 14 Luglio 2022, 17:00)

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